Lui, a differenza di altri, ha più ricordi, la tenda gli ricorda il 1947 dove ha dormito tanto in tenda, sei anni in mano inglese in Sudafrica fino al settembre 1947. A 99 anni la vita non ti crolla addosso: "non mi va di arrivare a 100, mi sono stufato...Anche se poi quando ci arrivi, ci può stare".
Per lui il terremoto è solo stato il fastidio di chi lo tirava per la giacchetta per farlo uscire mentre lui non voleva, così ne parla ora avvolto nel giaccone, sciarpa al collo, cappello in testa, seduto all'interno della struttura della Cri.
Questo il suo stato d’animo: "non dico che non ho paura, ma sono di quelli che ha meno paura. Ieri volevo dormire in casa, ma non hanno voluto". E quindi la prima notte è stata trascorsa in auto. Ecco che, se vogliamo, un’altra immagine del terremoto è in questo vecchio che richiama la storia del paese, quando ricorda che "terremoti così non ce ne sono mai stati", e stavolta con voce incerta dovuta all’emozione ricorda "un paese che non c’è più", e sappiamo cosa vuol dire paese come ce lo ricorda Pavese, ma in Vittorio è anche una grande e lunga vita con una moglie che ha perso, per fortuna tardi.
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