Personalmente la facciamo nostra per una serie di motivazioni che riguardano l’art 138 nel quale i costituenti fissarono le regole per la revisione costituzionale. Un procedimento che differiva da quello ordinario di formazione della legge. I nostri padri avevano posto paletti. Nella prima votazione, maggioranza semplice per entrambi i rami del Parlamento, poi tre mesi per riflettere e maggioranza dei 2/3 dei componenti per procedere al cambiamento senza referendum. Ecco la domanda di Maurizio Costanzo.
E’ una domanda che lo scrivente ascolta in giro, dal pizzicagnolo, da gente comune: elettori. E’ la seconda volta che si va a votare ed emerge una maggioranza di No. La gente normale ha due modalità di approccio: o non va votare o vota no se non capisce il quesito o viene confusa dai dibattiti televisivi.
Lo sapevano i costituenti che il ricorso al referendum l’avevano legata alla maggioranza assoluta ma non ai due terzi. Ecco la necessità, anche trentennale di costituzione delle costituenti per avere una maggioranza all’interno del Parlamento. Strade e scorciatoie non funzionano o forse il Paese non è maturo, queste saranno le riflessioni del dopo voto che anticipiamo. Ne parliamo dopo, fra un mese, se non cambierà la data del referendum (possibilista Alfano)