ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Sabato, 05 Novembre 2016 09:00

Alluvione, il sindaco Nardella ricorda Bargellini: un altro sindaco, tra i più importanti

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“Grazie al Consiglio comunale del 1966 che dovette far fronte alla terribile emergenza e al mio predecessore Bargellini, uno dei sindaci più importanti della storia, che accompagnò l’Italia e il mondo intero a vivere con Firenze le difficoltà della ricostruzione.

Anche 50 anni dopo, è mio e nostro dovere ringraziare lui e la sua famiglia”: è ricordando il sindaco Piero Bargellini che il sindaco Dario Nardella ha iniziato il suo intervento nel Consiglio comunale straordinario dedicato all’Alluvione, che si è tenuto nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, al quale hanno partecipato molti Angeli del fango arrivati in città da tutta Italia e dall’estero per le celebrazioni del 50esimo anniversario del terribile evento che mise in ginocchio la città la notte del 4 novembre 1966.

Piero Bargellini è nato a Firenze il 5 agosto 1897, partecipò alla prima guerra mondiale al fronte sul Grappa guadagnandosi una medaglia al valore e due croci di guerra. Studiò poi Agraria all’Università di Pisa. Lavorò al Ministero come ispettore scolastico centrale. Ma prima di tutto era un letterato, un uomo dedito alla scrittura. Fondò nel 1929 il periodo cattolico Il Frontespizio e scrisse 78 tra libri e opere letterarie, in particolare per la sua Firenze. Quando si cimentò in politica era quindi un uomo già conosciuto nella città per le sue doti letterarie. La traiettoria politica fu sicuramente particolare: esponente di spicco della Democrazia cristiana, fu assessore alle Belle Arti del Comune dal 1951 al 1957 di Firenze. Il 12 giugno del 1966 ottenne alle elezioni comunali moltissime preferenze che lo indicarono come favorito alla poltrona di sindaco, cosa che avvenne il 29 luglio dello stesso anno.
“Il 4 novembre di 50 anni fa era in corso una crisi politica nella giunta di centrosinistra che guidava il Comune - ha raccontato Nardella -. Non era sufficiente aver lanciato il piano ‘Firenze pulita’ per recuperare consensi nella coalizione: sembrava ormai chiaro che da lì a qualche giorno sarebbe arrivata la sfiducia. Invece, il destino l’ha messo di fronte ad una delle più grandi prove della sua vita: affrontare l’alluvione”. “Da subito Bargellini lavorò con gli altri gruppi consiliari per istituire una Commissione che guidò i soccorsi e la ricostruzione, precedendo le iniziative dello Stato che tardarono ad arrivare - ha continuato -. Famoso è l’arrivo del presidente della Repubblica Saragat a Firenze il 6 novembre: Bargellini pretese che il Presidente visitasse le zone più colpite per vedere dal vivo la vera emergenza. Questa sua scelta fu decisiva per convincere le autorità statali a intervenire con la dovuta tempestività nei soccorsi”.

Il 14 novembre Bargellini scrisse un comunicato stampa significativo di Firenze e dei fiorentini di fronte ad una difficoltà grande come l’Alluvione: “In questi giorni, come guida sciaguratamente autorizzata, ho avuto occasione di accompagnare autorità nazionali e straniere, giornalisti di tutto il mondo, nei quartieri più sinistrati della città e tutti - dico tutti - sono rimasti sorpresi ed ammirati dallo spirito col quale il popolo fiorentino ha reagito alla calamità del diluvio. Più che altro ha suscitato meraviglia di tutti i visitatori la volontà dimostrata dai fiorentini di uscire dal fango, per riprendere, con fiducioso entusiasmo, il proprio lavoro, Come fiorentino e come sindaco di Firenze mi sono sentito orgoglioso del mio popolo”.

Nel ricordo di Bargellini e di quello che fece per risollevare Firenze, Nardella ha fatto riferimento anche allo speciale rapporto che seppe instaurare con gli Stati Uniti d’America, dove incontrò sindaci, governatori e privati cittadini per raccogliere denaro a favore delle popolazioni e per il recupero delle opere danneggiate: “Il rapporto speciale con gli Stati Uniti d’America è ben dimostrato da una lettera privata di Jacqueline Kennedy, del 18 luglio 1967, di cui riporto solo alcuni passaggi: ‘So che tutti nel mondo continueranno ad offrire il proprio aiuto, per quanto possibile e ogni volta che sarà necessario, perché l’intero mondo sarà per sempre in debito nei confronti di Firenze’ e anche ‘Com’è fortunata la vostra Firenze ad avere per sindaco un uomo come lei, così sensibile alla sua bellezza’. Queste parole parlano da sole del ruolo che Firenze e il suo sindaco raggiunsero nel mondo a seguito dell’Alluvione”.
Dopo il ricordo del 1966 il sindaco Nardella ha ringraziato i fiorentini e gli Angeli del fango per tutto quello che hanno fatto per la città e ha invitato i presenti a raccontare l’esperienza vissuta: “Con il racconto e la testimonianza si trasmetterà alle generazioni future quella forza e quell’energia necessarie per amare il patrimonio culturale perché quando viene ferito un bene culturale viene ferita l’umanità, perché la cultura è il valore universale che unisce i popoli per la pace, oltre al guerra”.
Firenze, come ha spiegato il sindaco Nardella, ha imparato molto dall’Alluvione: “Non vi è ricordo che valga qualcosa se non impariamo dagli errori del passato perché non si ripetano. Questo è l’insegnamento che ci viene da uomini come Bargellini, dai fiorentini che tanto fecero per fare rialzare la città e dagli Angeli del fango che arrivarono a Firenze per porgere un aiuto”. “Molto abbiamo imparato, in positivo, dall’Alluvione e da quel terribile evento abbiamo saputo ricostruire; dalle ferite al patrimonio culturale è nato un nuovo Opificio delle pietre Dure e oggi Firenze è riconosciuta nel mondo come la città capace, più di ogni altra, di curare le ferite dei beni culturali, recuperare, restaurare e restituire alla vita opere d’arte di ogni tipologia. Abbiamo saputo ricostruire i nostri palazzi e soprattutto ricucire le ferite”.
Per quanto riguarda il fronte della prevenzione il sindaco nel suo intervento ha dichiarato che “Molto però si deve ancora fare: per 48 anni è stato fatto pochissimo e non va bene. Solo negli ultimi due anni abbiamo assistito ad una svolta concreta con i finanziamenti per il Piano stralcio dell’emergenza del Piano Italia Sicura, 110milioni di euro, e i lavori alle casse di espansione”.
Il sindaco Nardella non ha mancato poi di fare un appello, in particolare al presidente Enrico Rossi, in quanto commissario di governo contro il dissesto idrogeologico, perché “i lavori si facciano presto e bene. Il ritmo che si è avviato in questi due anni non si interrompa, ma si acceleri perché non possiamo più aspettare. Quelle opere devono essere fatte presto”.
Che Firenze sia stata capace di trarre un insegnamento positivo dall’Alluvione lo dimostra anche il lavoro di ricostruzione del lungarno Torrigiani, che oggi sarà riaperto dopo poco più di 5 mesi dal crollo: “Quando Firenze fa Firenze sa essere un esempio internazionale per tutti - ha affermato il sindaco Nardella -. Vorrei rivolgere un ringraziamento particolare agli operai, ai tecnici e alle ditte che hanno fatto un lavoro straordinario, ricostruendo una ferita aperta in città a ridosso del nostro fiume: sono stati impegnati per 35mila ore di lavoro senza interruzione, neppure a Ferragosto, la notte e i festivi. Questo spero sia un messaggio di incoraggiamento anche per le città e i sindaci dei popoli colpiti dal terremoto. Ricostruire presto e bene si può”. (fp).

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