ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Venerdì, 18 Novembre 2016 17:44

Brindisi – Il Forum Ambiente batte il pugno sui danni alla salute delle industrie inquinanti

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Riceviamo e pubblichiamo - Le emissioni industriali provocano danni alla salute: i cittadini si muovono, ora tocca ai poteri pubblici. La produzione e divulgazione di dati scientifici riguardanti l’impatto sanitario delle attività industriali sulla popolazione brindisina  fino ai giorni nostri si è fatta davvero tumultuosa di pari passo con il silenzio  delle istituzioni locali.

Da tempo è stato dimostrato il danno ambientale prodotto da condotte industriali totalmente insensibili ad ogni forma di rispetto per suolo, per  acqua e per  l’aria come dimostrato dal gravissimo inquinamento svelato dalle caratterizzazioni dell’area sin che attende ancora, a quasi vent’anni dalla legge istitutiva, ogni seria attività di bonifica.

Ma già da alcuni anni sono stati prodotti studi scientifici, pubblicati anche su importanti riviste  internazionali, condotti proprio sulla popolazione di brindisi, che mettono in evidenza un danno alla salute di porzioni della cittadinanza strettamente riferibile agli inquinanti emessi dalle attività industriali di area chimica, centrali elettriche, attività portuali e discariche. E’ ciò che hanno dimostrato gli studi sulle malformazioni congenite neonatali, i decessi ed i ricoveri in corrispondenza di incrementi di concentrazioni di inquinanti all’interno dei limiti di legge.

La stessa valutazione di danno sanitario, ancorché limitata all’area comunale  ed ad una minima parte di inquinanti  emessi dalle diverse attività presenti nel capoluogo, ha comunque evidenziato un danno sanitario non trascurabile. E più recentemente le anticipazioni dello "studio forastiere", che esamina una coorte di 200.000 persone  residenti in 7 comuni della provincia eseguita dal 2000 al 2013, evidenzia eccessi di mortalità per tutti i tumori e per le malattie respiratorie nei soggetti più esposti alle emissioni delle centrali. A ciò ci aggiungano le chiare evidenze, peraltro già note nella letteratura scientifica mondiale, secondo le quali nei quartieri a livello socio-economico più basso si registra una mortalità maggiore.

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando i giudici amministrativi potevano rigettare il ricorso del comune di  Brindisi contro la prosecuzione a carbone dell’esercizio della centrale di Costa Morena per mancanza di evidenze di un danno sanitario.

Né si può dire che non vi siano stati cittadini che abbiano cercato conoscenza e  giustizia nei confronti degli autori di danni ambientali e sanitari. Lo "studio forastiere", che sarà disponibile nella sua interezza nei prossimi mesi, è il frutto anche di una petizione di 10000 cittadini presentata nel 2012. La recente sentenza  di condanna sulla dispersione di polveri di carbone sulle campagne intorno a cerano origina da esposti dei cittadini residenti nell'area. Alcuni cittadini ammalatisi nei quartieri che fanno corona all’area industriale per patologie correlate con le emissioni del polo chimico hanno presentato alla procura della repubblica oltre due anni fa un dettagliato esposto le cui sorti sono seguite dagli interessati e dall’opinione pubblica più consapevole  .

Se prima gli organi preposti potevano rispondere alle preoccupate istanze dei cittadini   rilevando che non erano disponibili né dati scientifici né strumenti legislativi, oggi non è più così. La mole dei dati prodotti mette le istituzioni  in condizione di assumere  misure preventive a tutela della salute pubblica, discutendo democraticamente  sui livelli di impatto che si possono accettare. Analogamente la recente introduzione nella legislazione del  reato di disastro ambientale consente di valutare le evidenze scientifiche prodotte a brindisi in una luce nuova rispetto a un passato in cui il semplice rispetto dei limiti normativi dell’ inquinamento atmosferico rendeva legittima qualsiasi condotta aziendale. E’ ormai chiaro che anche al di sotto dei limiti di legge si possono verificare danni all'ambiente ed alla salute.  I cittadini si muovono ma non basta. Sussistono le condizioni perché i poteri pubblici, ciascuno per quanto di competenza, si attivino con la dovuta urgenza per riesaminare pratiche archiviate, riaprire inchieste rimaste senza esito e dare corso alle verifiche del caso ed agli accertamenti ritenuti necessari.

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