In tarda serata, spegnerò le mie candeline sull’isola pedonale, assieme a quanti e a quante vorranno festeggiare con me l’ennesimo genetliaco. Dopo il taglio della torta, sarò felice di preparare l’albero di Natale con quanti sceglieranno di proseguire la nottata in compagnia della mia famiglia a casa mia. Vi voglio bene!

Far Away dei Nickelback: dieci anni fa ascoltavo in loop questo brano, con la Luna che s’abbassava al mio livello, nel cosmo di una stanza, mentre ferite dell’anima sovvertivano la ragione. Residui di sogni catturavano schegge di stelle, riflesse negli occhi anelanti. In cospirazione di respiri, la pelle assorbiva convulse contrazioni, in simbiosi. Divoravo dieci libri a settimana e vantavo la media del 30. Trenta: una cifra di cui non sapevo e non so apprezzare tutt’ora il valore. Perché ditemi, di grazia, chi saprebbe spiegarmi quale valore riserva il dono non condiviso? Il mio compleanno si avvicina e con lui il simulacro dei desideri in ribalta mai realizzati. Per me le candeline rappresentano anime disperse, spiriti che, nel bene e nel male, tanto m’hanno insegnato: il maestro d’arte Giovanni Amodio; Lucifero, che spesso incontro nelle stanze di Morfeo, angelo custode dei miei tessuti e dei miei nervi oscuri; Ilaria, Daniela, Irma, Rosalia, Sarah, Simona e tutti i compagni e le compagne degli undici anni con Hermes. Ricordo i volti di ognuno dei tecnici e degli allievi e delle allieve under, over e migranti, da cui molto ho imparato tra i banchi di scuola e nelle varie sedi che ho abitato con l’Academy e con Arcigay. Ho una debole per la sede in Via Monfalcone e in quel sottoscala dimora una parte di me, ormai dissociata da un corpo che più non le appartiene. Lì resta il bambino che gioca, nel modo più serio che esista, a fare l’amore con le parole, l’anima e la carne. Il mio cuore è fermo tra le braccia di Lucifero, sulla poltrona in fondo alla sala in cui l’attimo eterno spalancò per me i cancelli della conoscenza.

presidente Hermes Academy Onlus – Comitato Territoriale Arcigay Taranto