ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Martedì, 13 Dicembre 2016 14:45

Bari - Il Nuovo ponte di Bari chiamiamolo «Peppino Calabrese»

Written by  Giovanni Mercadante
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Il direttore Antonio Peragine tenta  un varco nelle istituzioni “il corriere nazionale”, giornale online,  per l’intitolazione del nuovo ponte a Bari favore del Cav. Giuseppe Calabrese

 

Il Direttore de ‘Il Corriere Nazionale’ giornale internazionale on line, www.corrierenazionale.net, dott. Antonio Peragine, con una propria nota ha sollecitato gli Amministratori del Comune di Bari e il Governatore della Puglia a intitolare il nuovo ponte di Bari al Cav.Giuseppe Calabrese, noto imprenditore pugliese che ha dato tanto alla Puglia in Italia e nel Mondo.

I riflettori sul nuovo ponte, da intitolare a un personaggio barese, non si sono ancora spenti. La proposta s’infiamma nuovamente per l’intitolazione a favore  dello scomparso Cav. Giuseppe Calabrese, figura imprenditoriale di grande rilievo nel firmamento industriale barese.

Il sondaggio voluto dall’Amministrazione comunale nei mesi scorsi si indirizzò all’unanimità, attraverso i social networks e quotidiani locali, verso di lui, sebbene fosse apparsa una rosa di altri candidati. Nella “top list” c’era comunque il Cav. Giuseppe Calabrese.

A dispetto della volontà popolare, il Comune di Bari ha passato la palla ad un comitato storico-scientifico, forse per lavarsi le mani come Ponzio Pilato, per evitare di assumersi una responsabilità che agli occhi  degli interessati potesse sembrare non espressa dai circoli politici. Addirittura sono stati avanzati dei nomi che  con Bari non hanno nulla a che vedere, o di politici che non hanno prodotto né lavoro né economia.

Se i rappresentanti istituzionali locali dovessero tradire un uomo che ha speso le sue migliori energie sin dalla giovane età, dapprima come soldato in Albania a servire la Patria, poi come  meccanico col pallino di fare l’industriale, di creare occupazione, di realizzare ribaltabili, cisterne, compattatori per la raccolta di rifiuti, d’inventarsi il cilindro a sfilamento unico da piazzare sotto i ribaltabili, di essere stato il pioniere, ovvero il fondatore  della zona industriale, allora hanno ragione i giovani a lasciare l’Italia, perché nessuno è profeta in patria. E’ un tradimento che non lascia spazio a nessuna giustificazione.

Sfido qualsiasi altro industriale di Bari che abbia dato occupazione a 2.500 dipendenti, che abbia creato aziende satelliti nella zona industriale, come la Calabrese Veicoli Municipali (produzione di attrezzature raccolta rifiuti), la Radaelli Sud (produzione di assali sterzanti e compressori ad aria compressa);

la Meccanica Murgiana a Spinazzola per la produzione di assali per rimorchi, semirimorchi; la Calabrese Engineering a Modugno per progetti chiavi in mano;  filiali a Torino, a Brescia, a Roma, a Napoli, a Palermo; una joint venture con Gheddafi a Tripoli, e poi ancora filiali a Ulm/Germania e a Parigi/Francia.

Il Cav. Giuseppe Calabrese è stato amato da tutti i suoi dipendenti e riverito dai suoi clienti. Stimato da concorrenti nazionali ed esteri, e tenuto in grande considerazione da Gianni Agnelli della FIAT. Ha intrattenuto rapporti commerciali di fornitura di veicoli in paesi difficili come  l’Iran, l’Iraq e con paesi medio-orientali ed africani, dove vale più il carisma  che altre forme di approccio.

Bari ha molte risorse per gratificare altri figli che hanno fatto grande la sua storia. Molte strade intitolate a città italiane, a politici stranieri devono avere un fine secondario. Bisogna pensare ad onorare uomini del suo territorio che hanno prodotto economia, perché se l’Italia funziona è dovuto innanzitutto a quegli imprenditori che credono nel loro lavoro e nelle potenzialità espresse singolarmente dai loro dipendenti. L’azienda è come un piccolo reggimento; si vince una battaglia se il suo comandante ha spiccate doti di intelligenza, coraggio, intraprendenza e sprezzo del pericolo.

Il Cav. Giuseppe Calabrese ha rappresentato tutto questo e molto di più con una “mission” fuori dal comune, creando occupazione e portando alto il nome della città di Bari, dove migliaia di clienti sono stati ospitati ed hanno apprezzato il calore umano del popolo barese.

Se volete, è stato un Ambasciatore della città di Bari e del popolo italiano in quei paesi martoriati dalla guerra. E’ stato il simbolo di un  ponte virtuale tra la sponda africana e il porto di Bari,  da dove qualche decennio fa partivano navi cargo con centinaia di veicoli marcati “Calabrese”.

E’ auspicabile che il Sindaco di Bari  Antonio De Caro e  il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano dimostrino definitivamente da che parte sta

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