ANNO XVIII Maggio 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Martedì, 25 Aprile 2017 16:27

Lettera aperta del presidente di Arcigay Taranto, Luigi Pignatelli, alla sezione ANPI di Martina Franca

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Cari compagni, care compagne e car* compagn*, in questo momento sono in Brasile, ma sono con voi con l'anima e il cuore, quell'anima e quel cuore ai quali sempre riservate amore e pace.

Mi sento a casa ogni volta che sono con voi, perché condividiamo ideali, obiettivi e metodi e i nostri alberi da frutto pongono radici in un terreno fertilizzato da una resistenza che si fa resilienza. E questa resilienza si respira anche qui in Sud America. Sto prendendo parte ad un progetto internazionale, insieme con altr* 37 referent* provenient* da Germania, Italia, Brasile e Argentina. Realizzata con il supporto finanziario del programma Erasmus+, l’attività formativa stimola lo scambio e la condivisione di esperienze, la sperimentazione di nuovi approcci d’intervento nell’ambito del lavoro con i giovani delle politiche per le pari opportunità e legate alla cultura delle differenze. Il progetto è rivolto ad operatori ed operatrici, attiv* protagonist* impegnat* presso organizzazioni LGBTI e segue un percorso itinerante tra Rosario (in Argentina, dal 7 al 18 aprile) e Porto Alegre (Brasile, dal 18 al 29 aprile). Le attività sono realizzate in differenti situazioni di lavoro e usano un approccio improntato sul linguaggio e le metodologie del teatro e della pedagogia dell’esperienza.
Da qui mi risulta difficile seguire quanto sta accadendo nel nostro territorio, un territorio che so essere protetto e custodite da militanti come voi. Una notizia internazionale giunta qualche settimana fa ci turba e dimostra quanto le teorie di Vico non vengano mai confutate.
Non cali la nostra attenzione del mondo su quanto sta accadendo in Cecenia. È questo l'appello della segreteria nazionale di Arcigay. L’indignazione delle istituzioni non è sufficiente, occorre stabilire la priorità del rispetto dei diritti umani su tutti i livelli di relazione internazionale. È inconcepibile che Paesi come il nostro interpretino la cronaca delle violenze contro le persone lgbti in Cecenia come un dettaglio trascurabile che non condiziona né modifica le nostre relazioni istituzionali con i mandanti e gli esecutori materiali di questi orrori. In occasione del 25 aprile, data in cui celebriamo la liberazione dell’Italia dal nazifascismo, non possiamo non cogliere la continuità tra le persecuzioni che ebbero luogo durante la seconda guerra mondiale e quello che ancora oggi accade in Cecenia e in altre parti del mondo. La comunità lgbti è mobilitata in tutto il Paese  per mantenere alta l’attenzione su questa vicenda. Ci aspettiamo che la politica si faccio carico fattivamente dell’allarme che queste notizie portano alla luce.
Il corpo è uno strumento biopolitico e non dobbiamo smettere di credere nel potere creativo che esso, assieme alla parola, possiede. Siamo vita, proteggiamo la vita, amiamo la vita. Uniti, unite e unit* siamo la rivoluzione che dà la vita. Siamo tutti, tutte e tutt* eroi ed eroine, ogni giorno, nel nostro piccolo grande mondo ed io sono orgoglioso di condividere con voi questa consapevolezza che si fa azione salvifica, non solo il 25 aprile o il 27 gennaio o il 25 novembre, ma ogni giorno dell'anno, ogni giorno della nostra esistenza.
Grazie per ciò che condividiamo e grazie per l'attenzione.
Con affetto, Luigi

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