“Questa centrale fu costruita nel 1958- spiega Agostino Rivieccio, responsabile della disattivazione della Centrale di Latina, che ha condotto alcuni cronisti in un tour guidato lungo la ‘zona non controllata’- e fu terminata nel 1962 stabilendo, all’epoca, il primato di “esercizio più potente d’Europa”.
Qui a Latina, nel prossimo anno, verranno smantellati i sei generatori di vapore, i boiler verranno tagliati in varie parti. Lo smantellamento della centrale avverrà in due fasi, brownfield e greenfield, “ma per arrivare alla seconda fase abbiamo bisogno del deposito unico nazionale– precisa Rivieccio- senza quello non possiamo concludere lo smantellamento”, che potrebbe invece essere concluso nel giro di 7-10 anni. E’ un punto, questo, atteso da oltre trent’anni.
“Come Sogin abbiamo terminato lo studio delle aree idonee- commenta Luca Desiata, ad Sogin- siamo in attesa delle autorità competenti per completare l’iter” .
La sicurezza e’ comunque garantita, “a Latina e’ tutto fermo dal 1986- precisa l’ad- il 95% del materiale radioattivo e’ stato gia’ allontanato. Più che un impianto nucleare, questo, sembra un museo archeologico industriale. L’Italia fu il primo Paese del G7 ad uscire dal nucleare- conclude Desiata- anche per questo siamo all’avanguardia nello smantellamento”. (agenzia Dire di Federico Sorrentino, giornalista)
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