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Venerdì, 07 Agosto 2015 10:34

Taranto - Gionatan Scasciamacchia. ""Isola che vogliamo: ora abbiamo un prodotto di pregio, esportabile e ripetibile"

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"Superata una visione datata di movida, rispettati i residenti, garantito maggior decoro"

"Se il buongiorno si vede dal mattino, possiamo guardare all'edizione 2015 de L'Isola che Vogliamo con l'entusiasmo di chi ha forse finalmente trovato la quadra per ripensare in grande quanto di importante già messo in campo per il rilancio di Taranto Vecchia".

Parola di Gionatan Scasciamacchia, assessore comunale alle attività produttive, che alla vigilia del terzo appuntamento con la kermesse estiva, approfitta del giro di boa per tracciare un primo bilancio. "A nome dell'amministrazione comunale, co-organizzatrice dell'evento, non posso che esprimere una soddisfazione piena e convinta", spiega Scasciamacchia. "Il mio ragionamento non è relativo alla mera considerazione del valore artistico e culturale dell'iniziativa capace di veicolare contenuti di qualità coniugandoli con la spensieratezza di una camminata per il centro storico. Di questo, al netto del normale scambio di vedute e contributi che ci vede impegnati con l'Associazione Terra come compagni di squadra, diamo merito alla direzione artistica e ai ragazzi impegnati a fare vita alla kermesse. È piuttosto l'aspetto organizzativo e produttivo quello che, da amministratore, mi fa guardare con ottimismo al futuro prossimo della socialità a Taranto Vecchia". Decoro urbano, contrasto all'illegalità, rispetto dei residenti: questi i tre traguardi ai quali Scasciamacchia guarda con maggiore interesse. "Abbiamo fortemente voluto un format meno dispersivo - prosegue l'assessore - come naturale evoluzione di quanto seminato in passato. La sfida oggi non è più 'tornare in Città Vecchia' tout court, ma proseguire oltre gli attuali confini di risanamento il lavoro di riappropriazione, riscoperta, rigenerazione. Il nuovo format ha permesso di spingere ancora più nel cuore dell'Isola le postazioni della kermesse, riducendo l'estensione geografica complessiva di ogni singola serata. Il miglioramento in termini di vigilanza del territorio, pulizia e decoro urbano, mi pare, siano sotto gli occhi di tutti". Si tratta di una visione strategica fondamentale, che riduce i disagi per i visitatori e, soprattutto, per i residenti. "La densità abitativa in Città Vecchia ci poneva di fronte a un dilemma: ridurre il numero di occasioni di incontro nell'Isola, penalizzandole le potenzialità turistico-commerciali; oppure privilegiare un'idea superata di movida a scapito del diritto dei residenti, spesso anziani o pescatori, alla vivibilità dei propri spazi. Ora - aggiunge Scasciamacchia - abbiamo per le mani una giusta quadra che ci permetterà di intensificare il lavoro di valorizzazione di Taranto Vecchia". L'evoluzione va dunque nella direzione di una fruizione consapevole e matura del territorio, dopo gli esordi caratterizzati dal l'entusiasmo dell'Isola ritrovata e dall'invasione di massa. "I numeri dell'Isola che Vogliamo di quest'anno sono sostanzialmente in linea con quelli degli scorsi anni. Nella peggiore delle ipotesi quest'anno registreremo qualche centinaia di presenze in meno - conclude Scasciamacchia - in un anno nero a causa delle difficoltà economiche generalizzate e del gran caldo. Però oggi abbiamo tra le mani un prodotto di pregio, esportabile, ripetibile senza grossi disagi o difficoltà. Se la scelta è tra una gran ressa una volta l'anno o una proposta capace di generare incoming tutto l'anno, da amministratore non posso aver dubbi. Perché dall'Isola passa la possibilità di rendere appetibile la città tutta, per tutto l'anno".

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