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Giovedì, 22 Giugno 2017 05:47

Castelfalfi (Firenze) -Arte - «Il marmo ritrovato» di Silvio Santini

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Continua la stagione espositiva a Castelfalfi. La Galleria Nuvole Volanti ospiterà dall’1 di giugno la personale di Silvio Santini. La mostra resterà aperta fino al 16 luglio nella Home Gallery “CasaGucci” e nei nuovi spazi espositivi del resort  “Il Castelfalfi”.

Una significativa rassegna dal titolo “Il marmo ritrovato”, interamente dedicata al mondo del marmo. Undici le sculture esposte, di cui nove realizzate con il bianco marmo di Carrara che sintetizzano la personale ricerca nell’astrattismo e nella geometria dell’artista. Ma non solo bianco di Carrara, tra le opere esposte troviamo  anche Il canneto di Giada, scultura in serpentinato verde e Galaxy in granito nero indiano. Le opere di Santini costituiscono la sua autobiografia, un costante dialogo con se stesso e con la natura,  sempre più vicine alla perfezione del fluire delle forme.SANTINI

Silvio Santini nasce a Torano, paese a monte di Carrara, città nota al mondo per la qualità del marmo e da sempre fiore all’occhiello di artisti come Michelangelo.

È In questo specifico contesto, fatto di marmo, montagne e natura, che l’artista si forma, prima come artigiano e poi come scultore.  Il suo percorso di studi si svolge presso la prestigiosa scuola di scultura Carlo Nicoli, dove ha l’opportunità di collaborare con alcuni dei più influenti artisti del periodo come Ipousteguy, Agustin Cárdenas, Rossello Cascella, Joaquin Roca Rey, Enzo Plazzota e Antoine Poncet. Grazie a questa esperienza decide di aprire un suo laboratorio nel 1971, dove ancora oggi, tra le montagne, scolpisce il marmo a mano nel modo tradizionale, dando vita alla sua personale produzione artistica.

Negli anni '80 il suo lavoro assume un aspetto innovativo: raggiunge un’accurata qualità tecnica e affina il linguaggio formale, avvicinandosi ai principi del Concretismo.  

Ciò che maggiormente lo ha influenzato è stato l'incontro con Max Bill, maestro del Bauhaus. Santini ha avuto la capacità e l’abilità di assimilare, in quindici anni di sodalizio, i concetti fondamentali del pensiero di Max Bill legati al mondo dell’arte e del design come essenziale, lineare, funzionale, semplice riuscendo nel tempo a trasferirli nei suoi lavori.

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