ANNO XIX Gennaio 2025.  Direttore Umberto Calabrese

Giovedì, 22 Giugno 2017 12:00

Taranto - Questo turno di ballottaggio riempie di incognite il risultato finale

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Intanto, secondo le proiezioni dei nuovi ingressi, rispetto agli apparentamenti, la coalizione di Melucci, perde il primato del maggior rinnovamento, in quanto tre ingressi delle liste di Bitetti portano a 9 i membri della vecchia maggioranza.

Cosa che fa dire a Emiliano ‘sarto’, come viene citato, del nuovo capolavoro con l’ingresso in appoggio di Sebastio e Brandimarte, “che nulla sarà come prima”. Un concetto reso più esplicito da Liviano che, in un incontro della sua associazione “Le città che vogliamo” parla proprio di un PD che in dieci anni ha governato male. Che ci fa fare una domanda a Melucci che vuole, giustamente, lavorare in squadra, sarà credibile, dal momento che avrà molti di quelli che hanno operato con l’uomo solo al comando? Obiettivamente noi possiamo vedere questo partito democratico come se si presentasse ripetente al nuovo anno scolastico, senza aver fatto gli esami di riparazione.

L’anomalia è questa: una campagna elettorale che ha fatto dire quasi a tutti discontinuità col passato e ora il risultato appare essere lo stesso. In parte la Baldassari ha un ex assessore molto legato a Stefano (Spalluto) e un rappresentante della prima ora della Lista Stefàno (Illiano). Nessuno, sia pure con le dovute proporzioni, potrà dire di rappresentare il cambiamento al 100%

Un’altra cosa ci viene da dire rispetto alla coerenza degli apparentamenti. Quello di Bitetti verso il PD, appare quasi scontato, perché segue la parabola del figliol prodigo che ritorna a casa. Meno chiaro quello di Sebastio che in un video prendeva le distanze da Melucci controllato da Vico e Pelillo. La qual cosa ci fa chiedere quale valore aggiunge al risultato finale di Melucci, se il suo popolo prende le distanze, anche in modo vistoso e in alcuni eccessi offensivo? 

In questa campagna elettorale abbiamo scritto molto, evidenziando il primato tarantino per la bassa affluenza e la dispersione che porta al ballottaggio due schieramenti minoritari. Che ci fa prevedere una bassissima affluenza al ballottaggio. Un clima che condizionerà molto il futuro rapporto con la città, chiunque vinca.  

Tutti si possono sentire depositari di una missione, ma la politica italiana inventò le alleanze elettorali che non significa perdere le proprie identità. Di tutto altro segno è partecipare per un modesto risultato che diventa velleitario.

Dopo le prime riflessioni su come si andava al ballottaggio, abbiamo visto anche come sarebbe stato il consiglio comunale con le preferenze

Abbiamo cercato di leggere i due programmi vedendo cosa dicono sui rifiuti, su Ilva, lavoro e salute , sulla trasparenza e sulle tasse, sul welfare comunale,  e anche cosa non dicono

Ora si va alla resa finale con un Melucci che appare più forte con la ricompattazione della lista che fa riferimento a Stefàno, più Bitetti e Sebastio. Tenuto conto, ma solo per dare l’insieme dei risultati del primo turno, considerato che il ballottaggio è un elezione in sé, stiamo al 38,98. Mentre la Baldassari, seguendo sempre questo criterio, avendo l’appoggio esterno di Cito e di Lessa, insegue al 35,8.  Ancora un giorno, domani per gli ultimi avvisi, l’ultimo arrivato è la benedizione di Emiliano il 23 giugno sera per conclusione della campagna elettorale di Melucci alle 19,30 ai Giardini Virgilio. Una cosa cambia, finalmente, il ballottaggio ci riporta almeno al 74% delle forze in gara, com'è nella stragrande parte del Paese. Almeno questo!

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