ANNO XVIII Maggio 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Mercoledì, 28 Giugno 2017 18:53

Il dissesto degli Enti locali il caso del comune di Taranto, non si esclude un dissesto bis

Written by  Cosimo Damiano Latorre
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Davide Di Russo e Cosimo Damiano Latorre Davide Di Russo e Cosimo Damiano Latorre

Analisi storica e valutazione del presente nel convegno svoltosi in Camera di Commercio. L’Ordine nazionale dei Commercialisti: vanno rivisti gli indici di deficitarietà

Il convegno “Il dissesto finanziario degli Enti locali il caso del comune di Taranto”, svoltosi martedì 27 giugno 2017 presso la Cittadella delle Imprese, è stato per tutti i partecipanti un momento di grande riflessione, perché ha delineato un quadro lucido ed analitico del dissesto che colpisce i comuni in Italia, con riferimenti precisi a quello tarantino.

Organizzato dalla Camera di Commercio e dagli Ordini professionali degli Avvocati, Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili e Consulenti del lavoro di Taranto, ha raccontato la storia del dissesto tarantino.

Dopo i saluti degli organizzatori (Luigi Sportelli, Vincenzo Di Maggio, Cosimo Damiano Latorre) si è parlato della situazione tarantina, che è a rischio. Non è infatti scongiurato il pericolo di un dissesto-bis. Tra gli illustri relatori il vice presidente del Consiglio nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili  Davide Di Russo, che ha parlato della situazione generale dei Comuni in dissesto e delle proposte dei Commercialisti.  “Quando il Presidente Latorre mi ha chiesto di partecipare a questo evento, il Consiglio nazionale ha ritenuto di grosso interesse la mia partecipazione  , viste la situazione  e l’analisi che esce in questi giorni dalla Fondazione nazionale di ricerca dei Commercialisti, nella quale  c’è un’analisi molto attenta dei casi di dissesto dal 1989 ad oggi che va in crescendo. Questo dato è preoccupante, nello stesso tempo siamo al tavolo dell’osservatorio del Ministero dell’Interno per una modifica degli indici di deficitarietà,  perché le situazioni che  si sono protratte da enti deficitari sino ad arrivare al dissesto sono preoccupanti, ciò vuol dire forse che gli indici vanno rivisti. All’interno del Consiglio nazionale si sta lavorando in questa direzione per dare un contributo al sistema Paese e dare una mano su una materia su cui riteniamo di poter dire la nostra”. 

Un dibattito, quello sul dissesto, molto attuale, come ha ben spiegato il Presidente dei Commercialisti Cosimo Damiano Latorre. “Il dissesto finanziario degli enti locali – ha affermato – è  un argomento di grandissima attualità sotto almeno quattro profili: quello scientifico che porta a chiederci se le due procedure semplificata e ordinaria siano efficaci e se le politiche di governo siano adeguate; quello quantitativo, che ci indica, in base alla ricerca della Fondazione nazionale di Commercialisti 107 enti locali in dissesto, 151 in pre-dissesto e 325 deficitari;  quello sociale, perché il dissesto comporta rilevanti perdite economiche, maggiori tributi pagati, crediti non riscossi, importante tasso di mortalità delle imprese, sofferenza delle attività professionali (situazioni verificatesi nel caso del dissesto tarantino). Infine esiste un quarto profilo, quello della responsabilità. Negli anni 70 il dissesto era una opportunità per gli amministratori locali di sistemare l’ente (debiti, piante organiche ,ecc…) a totale carico dello stato; oggi incorrere in un dissesto significa incorrere in una ghigliottina che, se gestita male, corre il rischio di decapitare l’economia locale”.

Emergono dunque le responsabilità politiche che ogni dissesto porta con sé. I Commercialisti spiegano caratteristiche e modalità del dissesto.

Il Testo Unico della Legge Comunale e Provinciale, approvato con il R. D. n. 383 del 1934, ignorava del tutto l'argomento. La trasformazione della finanza locale in finanza pressoché interamente derivata, cioè composta prevalentemente da trasferimenti statali, ed in minor misura anche Regionali, ha comportato una certa propensione degli Enti locali, in specie dei Comuni, a spendere più risorse  di quelle realmente disponibili e a contrarre debiti per alimentare la spesa.

Il fenomeno del dissesto iniziò, così, ad assumere proporzioni  preoccupanti e sembrò evidente l'insufficienza, almeno nel lungo periodo, del ricorso all'intervento statale. Fin dalla fine degli anni '70 si pose, dunque, l'esigenza di correggere e di regolamentare appropriatamente la gestione finanziaria degli Enti locali.

I primi provvedimenti legislativi volti a sostenere gli Enti locali in stato di squilibrio cronico risalgono agli anni settanta e furono ispirati al cosiddetto principio del deficit spending, ovvero al finanziamento pubblico della spesa in disavanzo. Nella fattispecie, la copertura del fabbisogno finanziario fu realizzata, inizialmente, attraverso l’erogazione di contributi pubblici diretti e, successivamente, mediante l’istituzione di un apposito “fondo di risanamento”(49). Per contenere i comportamenti “allegri” degli Enti periferici fu introdotta, alla fine degli anni settanta, la Legge “Stammati” (Legge nn. 2 e 946 del 1977) che introdusse le prime regole per contenere la spesa pubblica locale.  L’attuale disciplina, frutto di successive modifiche e integrazioni, è contenuta negli articoli 244 e seguenti del Tuoel, e si applica esclusivamente a comuni e province.

La ratio dell’istituto risiede nell’esigenza di garantire la continuità dell’ente pur in presenza di una condizione di grave crisi finanziaria. A tal fine, la dichiarazione di dissesto determina una scissione tra la gestione straordinaria della situazione pregressa, affidata ad un organo esterno all’uopo costituito (cd. Organo Straordinario di Liquidazione), e la gestione ordinaria, lasciata alla responsabilità dell’ente.

Un convegno fortemente voluto, come ha sottolineato il presidente della Camera di Commercio Luigi Sportelli, visto che il Centro Studi della Camera ha avviato sin dal 2011 una intensa attività di studio statistico-economico sul dissesto-finanziario del Comune di Taranto e come ha sottolineato il presidente degli Avvocati Vincenzo Di Maggio, che ha sottolineato l’importanza della scelta della data di realizzazione, voluta dopo le lezioni per non alterare la consultazione elettorale. 

presidente Ordine dei Commercialisti ed esperti contabili di Taranto 

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