Il plot. Luis è un nomade, frequenta la scuola quando e dove può e conosce Gigi; questi vede nel marocchino un esempio di vita avventurosa; con l’extracomunitario il ragazzo ha contezza anche delle angherie degli adulti sui più piccoli, ciò nonostante non è un deterrente per progettare la costruzione di una zattera con cui avventurarsi lungo il fiume; e Luis trova dei ritagli di tempo per aiutarlo nell’impresa.
Un giorno il ragazzo nomade è sfregiato e alla fine parte senza salutare l’amico; ci pensa l’insegnante di sostegno a dire a Gigi che la partenza di Luis è stata dettata da necessità; Gigi, allora, si ritira nel loro luogo segreto e si accorge che il fiume ha portato via la zattera e con essa scompare anche il sogno di un’avventura a lungo sognata. Alla fine Gigi ringrazia Luis per avergli regalato l’affetto e un sogno comune, e si convince che l’amicizia è per sempre perché di essa rimangono i sentimenti donati e condivisi.
Un romanzo semplice, dalla fabula lineare, ma accattivante per il modo in cui si snoda la narrazione; hanno buon gioco infatti lo stile dialogico, il tono ora oggettivo ora drammatico ora ironico, il registro medio alternato a quello colloquiale, da rendere seducente la narrazione, spingendo il lettore a sollevare il velo dell’indifferenza, facendo toccare con mano l’infanzia invisibile che trova in questo libro la possibilità di salire in cattedra e mostrarsi ad un mondo troppo spesso indaffarato o volontariamente piegato nel privato, secondo il principio: che succeda di tutto, purché ad un palmo da me!
Il romanzo è un vagito prima della notte o un lampo che rischiara il cielo buio. Luis è un nomade, compie giocoforza avventure nel mondo degli adulti e calpesta i suoi sogni. La storia raggruma i diritti violati e la cecità di un mondo che considera estranei i problemi della porta accanto, quasi un familismo nell’età telematica in cui prevale solo il mio interesse, benché il mondo bruci!
Ma Vivarelli e Quarzo ci dicono anche che i ragazzi per fortuna non conosco i pregiudizi e per loro un amico è per sempre al di là del colore della pelle, della ricchezza, della casa riscaldata… Così Gigi elegge come amico Luis senza preclusioni per i suoi lavori avventizi imposti dagli adulti: a lui interessa l’amico con cui progettare esperienze franche e spericolate.
Un romanzo veloce che risulta essere un baluardo contro i pregiudizi etnico-sociali, con tante stoccate inferte alle famiglie per l’obbligo verso i propri figli; contro un fallimento annunciato di integrazione scolastica (Luis frequenta temporaneamente la scuola, sicché è già presupposto il fallimento dei docenti, che non possono colmare carenze affettive, relazionali, cognitive); contro uno Stato cieco di fronte alla brutalità di ambienti in cui vige la illegalità e il malaffare (Luis è accoltellato, non si sa dove vive, dov’è curato…), una giungla invisibile dove sono inghiottiti ragazzi senza diritti, con una società spesso colpevolmente cieca di fronte un furto mai più risarcibile.
Gli autori non danno la soluzione ma creano la sensibilità perché si guardi con occhi e cuore diversi una tragedia umana e innescare un generale I care.
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