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Giovedì, 20 Agosto 2015 23:13

Evento conclusivo del Festival Pietre che cantano

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Sabato 22 agosto  EVENTO DI CHIUSURA DELLA XVI EDIZIONE Rocca di Mezzo - Palazzetto Sebastiani  

 

Ore 17.30 - Incontro con la giornalista LUCIA GORACCI  Dalla Grande Guerra agli scenari contemporanei, una riflessione sul ruolo della donna

Ore 21.30 - Concerto   

Serata 1915   VALENTINA COLADONATO, soprano ; DORIS LAMPRECHT, mezzosoprano; UMBERTO CLERICI, violoncello; 

LUISA PRAYER, MARCELLO CANDELA, JEAN- FRANÇOIS BALLÈVRE, pianisti: LUCIA GORACCI legge testi del 1915

Musiche di Lili Boulanger, Claude Debussy, Alfredo Casella

Quattordici appuntamenti di musica, teatro e cultura in tre settimane di programmazione, sette Comuni della provincia aquilana interessati, nove diverse sedi per i concerti e gli spettacoli, una trentina fra artisti e ospiti, protagoniste le donne.

Il Festival Pietre che cantano ha offerto tutto questo al pubblico della XVI edizione, che si conclude sabato 22 agosto, con un doppio appuntamento e la presenza di un’ospite d’eccezione, una donna che rifletterà sulla ruolo della donna nella storia: Lucia Goracci.

La serata è interamente dedicata al 1915.

Lucia Goracci, plurupremiata giornalista italiana, in Rai dal 1995 e dal 2013 inviata di RaiNews24.

La Goracci ha raccontato eventi della storia contemporanea direttamente dai luoghi in cui tutto accadeva.

Nei suoi reportage televisivi dal Medio Oriente e dalla Siria, dall’Iran e dall’Irak, ha raccontato la realtà anche sociale degli scenari di guerra contemporanei.

Di recente nel 2012 ha seguito elezioni parlamentari in Iran, elezioni in Libia, crisi siriana (Idlib), presidenziali americane. Nel 2015 ha raccontato da vicino la guerra all’ISIS, dentro Kobane nei giorni della liberazione della citta'  (gennaio); l’altra area della Rojava curda (Qamishli) e monte Sinjar, emergenza Yazidi (Marzo); la guerra all’ISIS in Iraq (Baghdad, provincia di Anbar); l’accordo sul nucleare iraniano (Teheran, luglio).

Lucia Goracci, è giornalista pluripremiata, tra i numerosi premi ricevuti l’importantissimo Premio Ilaria Alpi 2011, e nel 2014 il  Premio Luchetta.

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Nella giornata conclusiva del Festival Pietre che cantano, Lucia Goracci aprirà una riflessione che parte dal recupero di memorie storiche, datate 1915, un anno difficile e durissimo in cui la Guerra illuminò però di nuova luce il ruolo delle donne nella società: si tratta di estratti dai reportage in Belgio della giornalista australiana Louise Mack, e di testi tratti da “Pages inédites sur la femme et la guerre”, pubblicato a Parigi a cura della inglese Mary Mellor, nell’anno in cui in Gran Bretagna le donne guadagnavano il diritto di voto.

Appuntamento dunque, per il finale della XVI edizione di Pietre che cantano, per sabato 22 agosto al Palazzetto Sebastiani di Rocca di Mezzo alle 17.30 per l’incontro con Lucia Goracci.

Stesso luogo ma alle 21.30, per il concerto che conclude la XVI edizione di Pietre che cantano: Serata 1915, che vedrà la partecipazione di un gruppo eccezionale di sei musicisti italiani e francesi: il soprano Valentina Coladonato, artista particolarmente attiva sulla scena della musica moderna e contemporanea, il mezzosoprano Doris Lamprecht, austriaca di nascita ma attiva principalmente in Francia, una delle più importanti voci d’opera d’Oltralpe.

Con loro il violoncellista Umberto Clerici, tra i più importanti a livello internazionale, unico violoncellista italiano assieme a Mario Brunello ad avere vinto un Premio al celebre Concorso Čajkovskij di Mosca, e attualmente professore di violoncello presso l’Università di Sydney.

Con loro tre pianisti: il francese Jean-François Ballèvre, tra i più stimati accompagnatori del repertorio vocale in Francia, e gli italiani Marcello Candela e Luisa Prayer.

Il programma è tutto giocato sul rapporto musicale tra Italia e Francia in quegli anni.

Oltre alla Sonata per violoncello pianoforte di Debussy, verranno eseguite le “Pagine di guerra” di Casella, il trittico debussyano per due pianoforti “En blanc et noir”, liriche di Lili Boulanger, il ciclo francese di Casella “L’Adieu a la vie” (testi di Tagore tradotti da Andrè Gide): tutti brani composti nel 1915, in cui si riflettono le inquietudini di un’epoca di rivolgimenti politici e tensioni sociali.

Biglietti: intero € 10 -  ridotto € 8 (per studenti fino a 26 anni)

Ingresso gratuito per bambini fino ai 12 anni

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