La base Maestrale è ridotta a uno scheletro di cemento. Dove c'era l'autobomba non rimane che un cratere profondo otto metri. Il fumo e il silenzio seguono l’esplosione, poi le urla, le sirene delle ambulanze. In poco tempo si inizia a comprendere l’accaduto: un'auto imbottita di esplosivo si è lanciata contro le palazzine degli italiani, all’ingresso dell’area una sparatoria, il tentativo di fermare la vettura, poi l’esplosione. I funerali di Stato si tennero a Roma il 18 novembre. Vi parteciparono le più alte cariche dello Stato, i familiari delle vittime, e una grandissima folla. In occasione dell'anniversario della strage si celebra la “Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace”.
"Rivolgo il mio deferente omaggio a tutti coloro che hanno sacrificato la vita, al servizio dell'Italia e della comunità internazionale", scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che sottolinea: "Quindici anni or sono il barbaro attentato di Nassiriya stroncò la vita a diciannove italiani, unitamente ai colleghi iracheni, nell'attentato più grave subito dai nostri contingenti schierati nelle missioni di pacificazione, condotte in tante aree di crisi e contro il terrorismo transnazionale". "I militari e civili che, a rischio della propria incolumità, fronteggiano molteplici e diversificate minacce in tante travagliate regioni del mondo, sono l'espressione - sottolinea il capo dello Stato nel messaggio inviato al ministro della Difesa, Elisabetta Trenta - di un impegno della comunità internazionale che vede il nostro Paese credere fermamente nella necessità di uno sforzo unitario per la sicurezza e la stabilità, per l'affermazione dei diritti dell'uomo". "Soltanto una intensa collaborazione tra i popoli - conclude Mattarella - può aiutarci a sconfiggere le tenebre della violenza e a offrire un futuro all'umanità. Con questi sentimenti, rinnovo la vicinanza ai familiari di ciascuno e partecipo al loro dolore". (Adnkronos)