Ci permettiamo di fare, come si dice, le pulci a delle semplici slide. A parte, abbiamo letto, da chi è stato invitato in conferenza stampa, che il progetto costa 29 milioni. Diciamo che ci sta. Non ci sta non aver previsto, a monte e a valle, per un progetto del genere, in una città complicatissima e nello start up iniziale, la formazione di giovani facilitatori che in una lunga campagna di comunicazione, famiglia per famiglia consegnano contenitori, badge, ecc creando quel consenso utile al fine di avere una buona risposta.
E nella fase di avvio della raccolta, avere a disposizione le GEV, le guardie volontarie ecologiche che controllino i quartieri. Il primo consiglio ha un costo, bando, formazione, coinvolgimento associazioni ambientaliste, le Gev si ripagano con le multe.
Il nuovo servizio di raccolta differenziata integrerà due modalità: raccolta «porta a porta» per le utenze domestiche e non domestiche di Paolo VI, Tamburi/Lido Azzurro, Tre Carrare/Solito, Montegranaro/Salinella, Lama/San Vito/Talsano e raccolta stradale ingegnerizzata in Città Vecchia/Borgo.
Per raccolta «porta a porta» va spiegato che, foss’anche un condominio con meno di 15 utenze, che è sempre una palazzina di 4/5 piani, non si sale su al piano, ma la raccolta è di prossimità vicino al portone. Poi gli ecopunti ingegnerizzati dove sono collocati? Vicino al produttore? Stiamo parlando di 4 cassonetti fuori terra di capacità variabile fra 2250 e 3000 lt. Il conferimento sarà possibile solo possedendo un badge identificativo, associato all’utenza TARI: avrà la stessa funzione del RFID applicato ai contenitori del servizio «porta a porta.
Quando si parla di contenitori si afferma nel piano che Ogni utenza riceverà un kit per la raccolta: case monofamiliari o condomini fino a 15 utenze: mastelli da 30 lt per ogni tipologia di rifiuto; condomini con più di 15 utenti: una serie di contenitori da 1.100 lt di diversa colorazione e utenze non domestiche: contenitori da 120/240/360 lt per ogni tipologia di rifiuto. Da questa descrizione pare che le famiglie che vivono nelle grandi utenze non hanno contenitori in casa e cosa usano buste normali…?
Una delle raccomandazioni, che fanno oramai parte della cultura ambientale è che la raccolta differenziata parte dall’interno della famiglia, “separati in casa” fu il primo slogan, poi ritirato perché si pensava ai coniugi e non alla mondezza. Per dire che il kit deve essere domestico a prescindere della raccolta che è prevista giù. Poi c’è l’orario, oltre le 22 che diventa un problema per gli anziani, c’è il discorso del contenitore che solo per effetto dell’essere condominiale è un problema: chi lo mette fuori il portone?
Sono solo spigolature legate alla personale esperienza, nel piano si parla di centri di raccolta senza dire che in effetti non sono quelli che prevede la norma, ma l’abbiamo già detto.
In conclusione possiamo dire che ci aspettiamo di vedere i vari step, noi insistiamo sui facilitatori che devono risolvere tutte le questioni che abbiamo posto per motivare, far partecipare, spiegare. Poi le gev da formare con le associazioni ambientaliste per il controllo. Noi ad Atene facciamo cosi.