ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Domenica, 06 Settembre 2015 06:14

L’Apocalisse ecologica e i nemici del clima Featured

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Nel 2002 il Nobel della chimica Crutzen propose di classificare la nostra epoca come “Antropocene “, in luogo della classificazione ufficiale di “Olocene”.

 Il motivo? Il mondo è stato profondamente cambiato dall’attività dell’uomo. L’uomo con le sue attività ha generato un impatto notevole, sui cicli biogeochimici globali (circolazione di sostanze chimiche tra la biosfera e l’ambiente fisico terrestre) e, i cicli maggiormente perturbati sono quelli del carbonio (uso fonti fossili per la produzione di energia e deforestazione), dell’azoto (concimi), dell’acqua (uso massiccio dell’acqua dolce) e del fosforo.

Lo scorso anno nel mondo sono stati bruciati ogni secondo 250 tonnellate di carbone, 159 mila litri di petrolio, 105 mila metri cubi di gas. Appaiono inutili i numerosi appelli, su un uso sostenibile delle risorse entro un pianeta finito e con la necessità, per l’uomo di non oltrepassare determinati limiti oltre i quali la biosfera non potrebbe più sostenere la vita. La scienza ha identificato alcuni processi chiave con definiti limiti, superato i quali le conseguenze potrebbero essere catastrofiche. Il primo è quello del cambiamento climatico e, della connessa acidificazione degli oceani. Gli altri sono: la perdita di biodiversità, l’utilizzo globale dell’acqua e il ciclo biogeochimico dell’azoto. L’emergenza primaria è rappresentata dall’incremento del riscaldamento globale, indotto dall’uso delle fonti fossili e dalla persistenza di segnali politici tutti d’accordo nel continuare a usare i fossili, per la produzione di energia. Le prove?

Lo scontro sulla proprietà delle immense risorse fossili sotto l’oceano Artico, i permessi di Obama alle trivellazioni dell’Artico, lo stravolgimento delle procedure operata dal Governo Renzi, per la trivellazione dei mari italiani. Addirittura la Russia 8 anni fa inviò un sottomarino a 4200 metri sotto l’Oceano Artico per piantare la bandiera nazionale sul fondale marino. Le risorse custodite nel sottosuolo dell’Artide sono pari a un quinto delle risorse totali che restano di petrolio pur essendo l’Artide il 6% della superficie terrestre. L’IPCC ha divulgato nel novembre 2014 il suo quinto Rapporto sul riscaldamento globale. Si legge che i gas serra (anidride carbonica, metano, protossido di azoto, esafluoruro di zolfo, clorofluorocarburi) sono ai massimi livelli da “800 mila anni a questa parte “.

Tra il 1880 e il 2012 la temperatura terrestre e quella degli oceani è aumentata mediamente di 0.85 gradi centigradi. L’uomo per governare gli effetti del riscaldamento globale deve mantenere l’incremento medio di temperatura entro i 2 gradi centigradi che corrispondono a una concentrazione dei gas serra espressi in termini di CO 2 non superiore a 450 ppm (parti per milione. Vuol dire che in ogni tonnellata di atmosfera i gas serra non possono essere presenti in quantità superiore a 450 grammi). Di certo il pianeta sta cambiando più in fretta di quanto ci si aspettava. Il National Snow and Ice Data Center (www.nsidc.org) ha comunicato che a settembre 2012 la superficie dei ghiacciai marini artici si era ridotta di 760 mila Kmq qualcosa come 7600 ettari. I segnali di allarme sono da qualche tempo inequivocabili: l’aumento di numero e di violenza degli eventi estremi ovvero uragani, tempeste, inondazioni, bombe d’acqua, siccità, ondate di calore, incendi. Tra il 1970 e il 2013 secondo il World Meteorological Organization (WMO) questi eventi sono stati 8835 con 2 milioni di morti e danni materiali per 2400 mld di dollari. Rispetto a tali scenari e denunce di IPCC appare massimo l’impegno formale profuso dagli Stati, per la riuscita dell’incontro mondiale sul clima, che si terrà a Parigi il prossimo dicembre (Cop 21).

 

 Incontro, che ha come obiettivo impedire la crescita delle emissioni, in particolare CO 2 responsabili del riscaldamento globale considerato la causa degli eventi metereologici devastanti. La lotta ai cambiamenti climatici la ha annunciata Obama (facendo pochissimo sul piano concreto! Taglio CO 2 del 30% rispetto al 2005 e autorizzazione trivellamento Antartide). Lotta rilanciata nell’ultimo G 7 svolto recentemente, in Germania. Rilanciata dal Papa nell’Enciclica, “Laudato sii “, dove leggiamo «è diventato urgente e impellente lo sviluppo di politiche affinché nei prossimi anni l’emissione di anidride carbonica e di altri gas altamente inquinanti si riduce drasticamente, ad esempio, sostituendo combustibili fossili e sviluppando energie alternative». Addirittura le sei più gradi compagnie europee BG Group, BO, Eni, Shell, Statoil, Total hanno inviato una lettera, che riguarda proprio l’incontro di Parigi dichiarando l’impegno a fare la loro parte. Il Quinto Rapporto degli scienziati IPCC (Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico. Il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici) chiede un taglio delle emissioni, tra il 40 e il 60 % (cioè equivalente alla capacità di assorbimento degli oceani e quindi, per la stabilizzazione della concentrazione attuale di CO 2 equiv, pari a 405 ppm) entro il 2050. Le fonti delle emissioni sono; 35% settore energetico, 24% agricoltura, foreste e uso del suolo, 21%’industria, 14% trasporti e 6,4% nel settore immobiliare.  L’UE nella Road Map al 2030 taglia del 40% le emissioni di gas climalteranti.  Il 2014 è stato l’anno più caldo da quando sono fatti i rilevamenti (1891). 

Mentre avviene tutto questo cosa fa il Governo Renzi? Attraverso la legge 164/2014, conosciuta come “Sbocca Italia “concede agevolazioni e favori alle compagnie petrolifere, che operano in Italia e in coerenza con le linee guida varate dal Governo Monti…e che segnano il futuro energetico italiano fondato sulle fonti fossili !!!  Cosa utilizza per raggiungere questo obiettivo? La stesa arma procedurale usata dal duo Berlusconi/Lunardi nel 2001 cioè l’attribuzione del “carattere d’interesse strategico […] di pubblica utilità, urgenti e indifferibili”,  per tutti i progetti di prospezione, ricerca e coltivazione di gas e greggio in terraferma e in mare, per la realizzazione di gasdotti d’importazione di gas dall'estero, di terminali di rigassificazione, di stoccaggi sotterranei di gas naturale ubicati in Pianura Padana e infrastrutture della rete nazionale di trasporto gassifero.

Come opera? I ministeri dell’ambiente e dello sviluppo economico “espellono” gli enti locali dalla procedura di autorizzazioni!  Che cosa fa l’informazione, su quest’argomento? Rassicura tutti sulla bontà delle scelte del Governo quindi su energia da fonti fossili e tace sui rischi climatici connessi al riscaldamento globale riconosciuto per il 90 % come causato dall’uomo. Infine totale cancellazione nell’Expo di Milano del secondo tema della esposizione. Il tema “Nutrire il pianeta. Energia per la vita “richiamando il tema energetico alla questione delle fonti fossili connesse ai probabili cambiamenti climatici è stato completamente soppresso. Tratteremo in un successivo articolo le implicazioni, che hanno soprattutto per il Sud l’impostazione di una politica energetica incentrata sulle fonti fossili. Appaiono altresì lontani anni luce agli occhi delle classi dirigenti, o forse frutto di scetticismo scientifico, i due eventi di massimo impatto dei cambiamenti climatici: i milioni di profughi ambientali e l’acidificazione degli oceani a causa dell’assorbimento massiccio della Co2 atmosferica. 

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