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Lunedì, 28 Ottobre 2019 22:07

Inchiesta del Financial Times: Fondo indagato in Vaticano, Conte: "No conflitti interessi, né legami"

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"Confido che questi chiarimenti" forniti all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato dal premier Giuseppe Conte su fondo cui avrebbe lavorato in qualità di avvocato, e finito nelle ultime ore al centro di un'inchiesta del Financial Times, "consentano di dissipare qualsiasi dubbio sulla mia persona quanto a presunti conflitti di interesse o a legami con il fondo di investimento indagato in Vaticano". Lo afferma lo stesso presidente del Consiglio in una nota di Palazzo Chigi.

La questione del fondo di investimento "è stata affrontata anche dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, istituzionalmente deputata, nel nostro ordinamento, a vigilare anche sulle ipotesi di conflitto di interesse. Ho fornito all’autorità tutte le informazioni richieste, unitamente ai necessari riscontri documentali, dimostrando in particolar modo la mia astensione (formale e sostanziale) a qualsiasi decisione relativa a Retelit, e ribadendo di non aver mai conosciuto o avuto contatti con i vertici societari di Fiber 4.0 (e specificamente con il sig. Mincione)" precisa il premier.

"Con lettera del 24 gennaio 2019, il Segretario Generale dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato comunicava che, alla luce dei riscontri da me offerti, 'l’Autorità, nella sua adunanza del 23 gennaio 2019, ha ritenuto di non avviare alcun procedimento ai sensi della legge 20 luglio 2004, n. 215, non ritenendo sussistenti i presupposti per l’applicazione della legge'", rimarca il presidente del Consiglio.

A quanto si apprende il premier Giuseppe Conte è "tranquillissimo" in merito a quanto pubblicato dal Financial Times su un fondo di investimento sostenuto dal Vaticano al centro di un'indagine sulla corruzione finanziaria legato all'attività professione di Conte prima che diventasse presidente del Consiglio.

In merito all’articolo, una nota della presidenza del Consiglio precisa quanto segue: "Nei primi giorni del maggio 2018 l’allora avvocato Conte ha ricevuto dalla società Fiber 4.0 l’incarico di scrivere un parere pro veritate circa il possibile esercizio, da parte del governo, dei poteri di golden Power nei confronti della società Retelit. In quel momento, ovviamente, nessuno poteva immaginare che, poche settimane dopo, un governo presieduto dallo stesso Conte sarebbe stato chiamato a pronunciarsi proprio sulla specifica questione oggetto del parere".

"Per evitare ogni possibile conflitto di interesse -prosegue la nota- il presidente Conte si è astenuto anche formalmente da ogni decisione circa l’esercizio della golden Power. In particolare non ha preso parte al Consiglio dei Ministri del 7 giugno 2018 (nel corso del quale è stato deliberato l’esercizio dei poteri di golden Power), astenendosi formalmente e sostanzialmente da qualunque valutazione. Si fa presente che in quell’occasione il presidente conte era impegnato in Canada per il G7. Pertanto non esiste nessun conflitto di interesse, rischio questo che peraltro era già stato paventato all’epoca da alcuni quotidiani".

"La circostanza era stata già chiarita e, in particolare, era stato già chiarito che Conte non ha mai incontrato né conosciuto il sig. Mincione. Quanto ai nuovi fatti riferiti dal Financial Times si precisa che Conte ha reso solo un parere legale e non era a conoscenza e non era tenuto a conoscere il fatto che alcuni investitori facessero riferimento ad un fondo di investimento sostenuto dal Vaticano e oggi al centro di un’indagine", conclude la nota della presidenza del Consiglio.

"Un fondo di investimento sostenuto dal Vaticano al centro di un'indagine sulla corruzione finanziaria era alla base di un gruppo di investitori che assunse Giuseppe Conte -ora primo ministro italiano- per lavorare su un accordo perseguito poche settimane prima che assumesse la carica". Lo scrive il 'Financial Times'.

"Il collegamento con Conte -prosegue l'articolo- rivelato in documenti esaminati dal Financial Times, probabilmente attirerà un ulteriore esame sull'attività finanziaria della segreteria di Stato vaticana, la potente burocrazia centrale della Santa Sede, che è oggetto di un'indagine interna su transazioni finanziarie sospette".

A quanto si apprende il premier è "tranquillissimo" in merito a quanto pubblicato dal Financial Times. Con informazioni Adnkronos

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