ANNO XIX Luglio 2025.  Direttore Umberto Calabrese

Lunedì, 30 Dicembre 2019 17:02

Taranto – Posta Lungomare - tre ore per spedire una raccomandata, signori: ecco perché il digitale è scelta obbligata

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Passare tre ore in piedi a bighellonare nell’androne della Posta Centrale sul lungomare l’antivigilia della fine dell’anno, rappresenta, nel 2020 che si appresta, il momento di svolta che occorre fare. Per forza.

 

Devo questo mio intervento a me stesso, vittima del disservizio, ma anche a quell’uomo anziano che si è accostato a me e vedendo che io col numero 60 aspettavo da un’ora e mezza, avendo lui preso il 98, ha pensato di fare tutt’altro nella giornata. Un impuso di sopravvivenza.

Sia chiaro che vittime della situazione sono anche i dipendenti allo sportello che non possono farci nulla, sono essi stessi ingranaggi di un sistema che non dipende da loro.

Come, ad esempio la scomparsa, nell’ufficio della posta centrale, ma crediamo oramai ovunque, dell'antico sportello corrispondenza pacchi, ritiro e spedizioni. Non ricordo di aver mai fatto mai nella mia vita tanta attesa per spedire una raccomandata, anche quando la posta non era digitalizzata.

Vero è che, sostando tanto tempo, ho potuto constatare che lo sportello n° 11 era quello che svolgeva quest’unica funzione, ma non in prevalenza. dal momento che accettava una pluralità di altre funzioni, per cui io, che alle 11,10 avevo preso il 60 e avevo 17 prima di me, mi trovavo ancora con 15 prima di me, dopo 45 minuti.

Parlando con un signore che si lamentava di essere venuto alla posta per ritirare e questo perché il postino - non è vero che suona due volte! -, ha messo in cassetta l’avviso e non ha dato tempo di rispondere al citofono.

Ma questo signore, che era arrivato quasi insieme a me, aveva preso due biglietti: uno per il ritiro giacenze e uno per operazioni da correntista. Si è sbrigato prima con un’operazione scorretta che rallenta tutto il sistema che va alla ricerca di prenotazioni vuote.

Poi arrivano le 12,45 circa – e quando nella girandola il numeratore aveva servito il 56 e pensavo di essere finalmente in partita...il display si spegne per un guasto, ma alla ripresa, quando si riconnette il sistema elettronico e questo dopo diverse false partenze, intorno alle 13 l’operatrice del numero 11 non c’è più e subentra un'attesa vuota piena di risentimento e rancore…; poi si capisce che c’è un cambio turno, che arriva alle 13,30…ma diventa operativo solo dopo un quarto d’ora. Tanto tempo in un cambio turno deve essere, a mio modesto avviso, un problema di organizzazione, qui non c’è algoritmo che tenga.

E ‘ chiaro che una via di uscita deve esserci, per non uscire dalla posta alle 14,10 esattamente dopo tre ore.

L’uscita digitale è legata alle prenotazioni online che evitano di fare questa fila e, pur scontrandosi con un digitale postale che talvolta arranca - tutti i prenotati camminavano col cellulare a vista col barcode in mostra perché la cellula del totem all’ingresso non funzionava, ti fa arrivare qualche minuto prima dell'appuntamento e in mezz'ora massimo hai finito.

L’altra uscita è la raccomandata online che costa forse - non abbiamo approfondito -  il 30% in meno e non ti fa alzare dalla poltrona, almeno non per andare allo sportello ma per fare magari festa con gli amici per la fine dell’anno. In ultimo e non sia per scelta che ne parliamo alla fine, la posta privata che cresce anche perché il sistema postale italiano pubblico, pagato con le nostre tasse e la Cassa Depositi e Prestiti, che spinge tutti i correntisti a investire dentro di sè risparmi e conti dormienti trasformati in assicurazione, tanto da poter esibire il massimo utile degli ultimi anni, fa poi queste performance di cui abbiamo parlato. Buona fine e buon principio.

Read 1336 times Last modified on Martedì, 31 Dicembre 2019 09:07

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