La Turchia è pronta a ''dare una lezione'' al generale Khalifa Haftar. Lo ha dichiarato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan intervenendo a una riunione ad Ankara del suo partito, l'Akp, dopo che il capo dell'autoproclamato Esercito nazionale libico si è rifiutato di firmare l'accordo sul cessate il fuoco in Libia elaborato da Ankara e Mosca. ''Haftar è fuggito da Mosca, dimostrando la sua intenzione di voler continuare la guerra'', ha sottolineato Erdogan ricordando come il governo di accordo nazionale del premier Fayez al-Serraj si è dimostrato invece ''conciliante''.
''Se gli attacchi di Haftar continueranno, la Turchia non si risparmierà dal dargli una lezione'', ha detto Erdogan, aggiungendo che ''la Turchia resterà in Libia fino a quando verrà garantita la libertà e la stabilità dei libici''.
Ankara ''non ha alcuna mira imperialistica in Libia, in Siria o nel Mediterraneo'', ma intende solo ''proteggere i diritti e il futuro della Turchia'', ha detto ancora Erdogan. "Non abbiamo ambizioni imperialistiche in Libia, in Siria o nel Mediterraneo. I nostri occhi non sono accecati dal petrolio o dai soldi. Il nostro unico obiettivo è quello di proteggere i diritti, la legge e il futuro di noi stessi e dei nostri fratelli'', ha affermato.
La Turchia è pronta a ''fermare il regime'' di Damasco se ''violerà la tregua'' entrata in vigore alla mezzanotte di domenica per la provincia di Idlib, nella Siria nordoccidentale, ha dichiarato poi il presidente turco aggiungendo: ''Il cessate il fuoco a Idlib va rispettato per impedire che 400mila rifugiati si riversino ai confini turchi''.
In ogni caso la Turchia e il governo di accordo nazionale di al-Serraj ''hanno fatto la loro parte'' per l'accordo sul cessate il fuoco in Libia. Ora ''tocca alla Russia fare la sua parte con Haftar''.
Il generale Khalifa Haftar "ha accolto positivamente" l'intesa su una tregua in Libia "ma prima di firmare gli servono due giorni per discutere il documento con i leader delle tribù che sostengono l'esercito nazionale libico": lo dichiara il ministero della Difesa russo, ripreso dall'agenzia Interfax.
Il premier del governo di Tripoli Fayez al Sarraj si è recato oggi nuovamente a Istanbul dopo i colloqui a Mosca sul cessate il fuoco in Libia. Lo riferiscono i media turchi. Si attende quindi un nuovo incontro sulla situazione della tregua con il presidente Recep Tayyip Erdogan o altri alti esponenti dell'esecutivo di Ankara. Sarraj era stato l'ultima volta due giorni fa a Istanbul per un colloquio di 2 ore e mezza con Erdogan.
Il maresciallo Khalifa Haftar ha lasciato Mosca senza firmare l'accordo di cessate il fuoco con il governo di accordo nazionale guidato da al-Sarraj. Haftar, dopo aver chiesto una notte di tempo per meditare sul testo dell'accordo, ha affermato, secondo Al Arabiya, che il documento proposto ignora molte richieste dell'esercito nazionale libico.
Sarraj invece, come annunciato dal ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, ha firmato l'accordo' sulla tregua in Libia.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha promesso di "infliggere una lezione" al generale Khalifa Haftar se dovesse riprendere i suoi attacchi.
CONFERENZA DI BERLINO SULLA LIBIA. La conferenza di Berlino sulla Libia si dovrebbe tenere il 19 gennaio. Lo ha comunicato ufficiosamente la Germania ai Paesi partecipanti, tra cui l'Italia, secondo quanto si apprende. Il premier Conte, in visita al Cairo ha confermato che "è arrivato l'invito della cancelliera Merkel" e che la conferenza dovrebbe tenersi come previsto domenica 19 gennaio.
Il premier non ha escluso la possibilità di mandare soldati italiani in Libia. "Ne discuteremo a Berlino - ha precissato - e se ci saranno le premesse l'Italia è disponibile. Ma non manderemo uno solo dei nostri ragazzi se non in un contesto di sicurezza e con un mandato chiaro". "L'Italia ovviamente, se si tratta di dare ogni forma di contributo per la pacificazione è disponibile" ma "in questo momento non ha senso ragionare di ridislocamento, bisogna vedere le premesse. In un contesto chiaro e certo, l'Italia farà questa valutazione", ha spiegato Conte al Cairo rispondendo ad una domanda sull'eventuale invio di forze italiane in Libia.
Roma, attraverso il ministro degli Esteri Di Maio, aveva sollecitato più volte i tedeschi, anche in sede europea, ad indicare quanto prima una data per il summit. A un giornalista greco, che ha insistito sulla data del 19, chiedendo come si possa nel caso "improvvisare" una conferenza del genere, il portavoce della Merkel Steffen Seibert ha replicato che il summit è stato preceduto da un processo in corso da tempo, "la cancelliera e il ministro degli Esteri lavorano da settimane a questo processo internazionale".
Seibert ha citato i quattro incontri di lavoro, che si sono già tenuti, e le consultazioni con diversi Stati, fra cui l'Italia.
Mosca propone di "unire gli sforzi" compiuti dagli europei e dai vicini della Libia, nonché quelli di Russia e Turchia, e agire così "in un'unica direzione" per spingere "tutte le parti libiche a raggiungere accordi piuttosto che sistemare le cose militarmente". Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, citato dalla Tass.
Il presidente russo Vladimir Putin e la cancelliera tedesca Angela Merkel si sono sentiti al telefono, su iniziativa di Berlino: lo ha detto il servizio stampa del Cremlino. "Le parti hanno discusso dei preparativi per la conferenza internazionale sulla Libia a Berlino". Putin ha anche informato la Merkel sull'incontro di Mosca a cui hanno partecipato i leader delle parti coinvolte nel conflitto libico, ha precisato il servizio stampa. Lo riporta Interfax.
"Se Haftar continua così, la conferenza di Berlino non avrà senso", ha detto il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu