ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Giovedì, 06 Febbraio 2020 06:46

Sanremo, tornano in 4 i Ricchi e Poveri, la Lega attacca il rapper Junior Cally, ma non per la canzone in gara, ma per la carriera

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In una seconda giornata del festival delle meraviglie, con la seconda Réunion dopo 40 anni dei Ricchi e Poveri tornati nel quartetto generale, torna Gabbani con un brano sull’amore e balza in testa alla classifica provvisoria generale con tutti i 24 cantanti big in gara.

Poi c’è la solita polemica che col festival non c’entra, stavolta non è il meticcio che anima la politica da destra, ma la carriera musicale di un giovane rapper romano Junior Cally, che porta la canzone “No grazie” .

Ma non è questa esibizione, che per la cronaca si scaglia contro il populismo di destra e di sinistra e il razzismo, nello spirito tipico del giovanilismo e movimentismo un po’ anarchico che è nel DNA di questo genere musicale, ma altri brani del rapper molto presente nel web.

L’attacco viene dalla Lega e da un ex sindacalista della Polizia di Stato, On Tonelli che in un comunicato se la prende col cantante «Che il sistema Italia si sia collocato a rovescio è cosa oramai percepita da tutti ma, nonostante ciò, non finisco di stupirmi di alcune cose». Così l'On. Gianni Tonelli deputato della Lega e poliziotto, sul dibattito correlato agli ospiti dell'Ariston.

«Questa sera si esibirà a Sanremo Junior Cally già noto per le polemiche scatenate a causa dei propri testi offensivi e indegni contro le donne. Junior Cally – prosegue Tonelli - non si limita a queste deplorevoli esternazioni ma, nei suoi testi, punta il dito anche contro lo Stato e i suoi servitori quali le Forze di Polizia mostrando disprezzo totale verso ciò che rappresentano: "fanculo lo Stato, fanculo l'Italia, fanculo ogni membro della Polizia". In ciò non vedo nulla di artistico, ma unicamente basso e squallido commercio di note musicali. Stupisce che la televisione di Stato si faccia promotrice di un programma di diseducazione e disaffezione rispetto ai valori e alle istituzioni fondanti della nostra comunità. Invito pertanto tutti gli italiani – conclude - a cambiare canale nel momento in cui si esibirà Junior Cally».

Sullo stesso tenore l’intervento del sindacato autonomo di polizia

«Per rispetto nei confronti di chi rischia la propria vita ogni santo giorno per garantire la sicurezza della brava gente e nel rispetto di chi la vita l’ha persa, bisognerebbe spegnere la Tv nel momento in cui tale Junior Cally farà il suo ingresso sul palco di Sanremo».

A dichiararlo è Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap), in merito al testo di una canzone del rapper, con la quale manda a quel paese lo Stato e la Polizia.

«E’ vergognoso e inaccettabile che la Tv di Stato presti la spalla a questi pseudo artisti, permettendo di veicolare un messaggio altamente nocivo per le nuove generazioni e per tutti gli spettatori a casa. Il palco dell’Ariston – prosegue Paoloni – è un amplificatore importante che, al contrario, avrebbe potuto ricordare e rendere omaggio ai tanti di noi che sono morti con la divisa addosso. Basti pensare che nel 2019 hanno perso la vita in servizio 10 uomini in divisa. La stessa divisa – conclude - sulla quale Junior Cally ha sputato odio e ingratitudine».

In verità il testo della canzone presentata a Sanremo dal giovane irride al senso del politicamente corretto che si vorrebbe imporre a un cantante per definirlo artista. Poi in chiusa una sorta di voglia di un futuro melodico che parli di amore lascando gli insulti nel web

Una polemica che con la canzone di Sanremo e con la Tv di Stato, non c’entra affatto perché il testo affronta davvero altro e di questo si dovrebbe parlare per correttezza del messaggio. A meno che non si voglia riesumare una sorta di censura a prescindere.

Questo per dovere di informazione. Cosi come per questo anelito di verità ci piace più ricordare l’intervento della giornalista Emma D’Aquino che ha puntato il dito sui giornalisti uccisi nel mondo, per le verità scomode. Questo andrebbe alimentato e non certo una pretestuosa polemica che ha carattere fortemente politico, su un rapper peraltro arrivato ultimo nella classifica provvisoria del Festival.

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