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Martedì, 22 Settembre 2015 08:27

L’Aquila - Il mammuthus, simbolo e immagine di un patrimonio che rinasce

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L’Aquila, 22 settembre 2015 - “Le oltre diecimila persone che sabato e domenica hanno voluto rivedere il Mammuthus meridionalis restaurato sono la miglior risposta che la città potesse dare al lavoro di recupero del patrimonio culturale cittadino che ci vede impegnati da diversi anni.

Gli sguardi stupiti dei bambini, l’entusiasmo e la serena attesa di famiglie, giovani e anziani in coda lungo il fossato del Forte Spagnolo, il grande afflusso anche da fuori città, il clima di festa che ha contagiato tutti restituiscono l’immagine di una comunità capace di cogliere ogni buona occasione per riprendersi la sua memoria, la sua storia, i suoi luoghi identitari da troppo tempo sottratti alla vita e alla consuetudine di sempre.”

E’ quanto afferma Alessandra Vittorini, Soprintendente dell’Aquila e del cratere, all’indomani della entusiastica partecipazione cittadina all’apertura straordinaria del Forte spagnolo per rivedere finalmente il Mammuthus al termine del restauro, richiamando anche il quadro complessivo con i dati sulla ricostruzione già ampiamente diffusi nell’incontro pubblico “Lo Stato dell’Arte – Beni culturali all’Aquila” di venerdì 18 settembre.

La ricostruzione del patrimonio culturale all’Aquila e nel cratere, che ha impegnato tutti gli istituti MIBACT abruzzesi, non si è mai interrotta, ma anzi trova ora nuovo impulso, anche a partire dagli importanti risultati che di giorno in giorno si svelano. Tutto ciò ci dà conferma dell’importanza del lavoro di recupero e restauro dei beni culturali, e importanti certezze per la prosecuzione di questo difficile cammino. Siamo certi che questa partecipazione e questo desiderio diffuso di condivisione dei luoghi simbolici della memoria collettiva continuerà a segnare tutte le prossime tappe della ricostruzione dei monumenti cittadini, all’Aquila e nei centri del cratere sismico. Un percorso che vede ad oggi oltre cento interventi di restauro avviati su monumenti e chiese appartenenti al patrimonio culturale pubblico, di cui circa una ventina completati (o in chiusura entro l’anno) e circa 120 aggregati con lavori avviati da tempo, di cui circa 35 conclusi o in via di conclusione, sul patrimonio culturale privato nel centro storico cittadino.”

Ampio, dunque, il lavoro svolto finora. E impegnativo il percorso da portare avanti. Ma si tratta di un contributo importante alla rinascita cittadina, che parte dai luoghi fisici per estendersi ai luoghi della memoria e dell’identità collettiva, e che si riempie di senso proprio alla luce dell’adesione ampia ed entusiasta del pubblico a questa “riapertura straordinaria”, che ha consentito a tutti di riavvicinarsi con emozione e stupore a uno dei simboli  più cari della città.

“Un risultato – conclude la Vittorini - che dobbiamo anche all’impegno di tutto il personale degli Uffici MIBACT aquilani coinvolto nella ricostruzione, che quotidianamente – e con uno sforzo aggiuntivo in questi due giorni – opera per il recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale. Anche a loro va oggi il nostro doveroso ringraziamento.”

 

IN 10.000 HANNO SALUTATO

IL RITORNO DEL MAMMUTH

L’Aquila, 21 settembre 2015 – Hanno atteso pazientemente sotto il sole o con la minaccia della pioggia, ma sono stati oltre 10.000 i visitatori che nel fine settimana appena trascorso, in un flusso composto e ininterrotto, hanno salutato al Forte Spagnolo dell’Aquila il Mammuthus meridionalis dopo il restauro.

Il prezioso scheletro, risalente ad un milione e trecentomila anni fa, tra i più completi e meglio conservati in Europa, è stato studiato, analizzato, smontato, restaurato in quasi due anni di lavoro, osso per osso, grazie alla donazione di € 600.000, 00 della Guardia di Finanza, tornando ora a mostrarsi in tutta la sua straordinaria imponenza nel Bastione est del Forte, trasformato per mesi in un vero e proprio laboratorio.

L’apertura straordinaria di quello che è ancora un cantiere, fortemente voluta dagli istituti regionali del Ministero dei Beni culturali, è stato l’appuntamento clou, imperdibile, delle Giornate Europee del Patrimonio in Abruzzo; ed il Mammuthus, già simbolo del territorio e della sua ricchezza, è diventato l’emblema del grande lavoro di recupero dei Beni culturali che si sta portando avanti sinergicamente, giorno dopo giorno, a L’Aquila e nel cratere sismico.

Un complesso e articolato lavoro, nei diversi ambiti, che ha impegnato tutti gli istituti abruzzesi e non si è mai interrotto, ma anzi trova ora nuovo impulso, anche attraverso i tangibili risultati che man mano vengono raggiunti.

E che si riempie di senso proprio nell’adesione entusiasta del pubblico ad iniziative come le Giornate Europee del Patrimonio, che hanno ottenuto un notevole consenso in tutta la Regione, con oltre trenta gli appuntamenti in programma, da Casa D’Annunzio a Pescara ai siti archeologici, dai musei fino all’indiscussa star, il Mammuth aquilano, che dal prossimo anno (dopo il risanamento e l’allestimento della sala) sarà definitivamente riconsegnato ai suoi appassionati e instancabili visitatori.

 

SCHEDA

Lo scheletro di Mammuthus meridionalis1, oggetto del recente intervento di restauro, è uno fra gli esemplari più completi rinvenuti in Europa, fu scavato e recuperato nel 1954 in una cava di argilla a circa 15 chilometri da L’Aquila, in località Madonna della Strada nel Comune di Scoppito. Databile intorno ad un milione e trecentomila anni fa (Pleistoc
ene inferiore), lo scheletro appartiene ad un esemplare di maschio adulto alto 4 metri al garrese e lungo 7 metri dalla punta della zanna all’estremità della coda. Dal 1960 lo scheletro, montato in posizione di vita, è conservato nel bastione Est del Forte Spagnolo, prima sezione del Museo Nazionale d’Abruzzo.
IL PROGETTO DI RESTAURO
Dopo il sisma che il 6 aprile del 2009 ha colpito duramente la città dell’Aquila, i finanzieri di tutta Italia hanno devoluto una giornata del loro lavoro per lasciare un segno concreto nella ricostruzione e il restauro del patrimonio culturale della città.
La generosa iniziativa di solidarietà ha reso dunque possibile il restauro del Mammuthus meridionalis di Madonna della Strada, uno tra i più importanti reperti non solo del Museo Nazionale d’Abruzzo ma dell’intero patrimonio culturale dell’Italia e tra i più radicati nell’immaginario collettivo.
Il progetto promosso dalla già Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo comprende oltre al restauro anche il nuovo allestimento del Bastione Est del Forte Spagnolo, dove è conservato ed esposto il mammut.
Per circa diciotto mesi la sala del bastione è così divenuta un vero e proprio laboratorio di restauro.
SCHEDA TECNICA INTERVENTO DI RESTAURO
Le operazioni di restauro sono state precedute da una serie di indagini diagnostiche – campagna fotografica a luce normale e ultravioletta, radiografie, analisi chimico-mineralogiche – che hanno consentito di verificare lo stato di conservazione del prezioso reperto, le sue problematicità di consistenza, porosità e alterazione delle superfici ossee, e di conoscere i prodotti impiegati nei precedenti restauri: tutto ciò per eseguire un corretto ed efficace intervento di restauro. Altre specifiche analisi hanno valutato il comportamento dinamico della struttura di supporto sotto sollecitazione sismica simulata utilizzando un modello 3D dello scheletro e del suo telaio, acquisito ad altissima definizione (1mm).
L’attuale restauro, che costituisce, a distanza di circa ventitre anni dall’ultimo, il terzo intervento conservativo del reperto, è risultato più impegnativo di quanto previsto. Lo scheletro presentava porzioni di tessuto osseo particolarmente degradate, e molte lesioni o fratture lungo le ossa più fragili, in parte conseguenza dell’effetto del sisma. Dopo le preliminari operazioni di pulitura, iniziate alla fine di ottobre 2013, si è operato lo smontaggio dello scheletro. Gli elementi ossei disposti su tavoli e appositi supporti sono stati sottoposti ad una serie di operazioni: rimozione della pittura avana dalle porzioni ricostruite, rimozione del protettivo dalle ossa, asportazione dello stucco in eccesso, preconsolidamento con impacchi e infiltrazioni, consolidamento per immersione, consolidamento strutturale con infiltrazioni di resine e
1 Mammuthus meridionalis (Mammut meridionale) appartiene alla stessa linea evolutiva del più recente e famoso Mammuthus primigenius (Mammut lanoso) da cui si distingue per molti caratteri, tra cui l’assenza della “pelliccia”.
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ABRUZZO
Guardia di Finanza
incollaggi, ricostruzione di alcune parti e stuccatura, trattamento cromatico delle integrazioni, restauro del telaio comprensivo di modifiche posturali e in ultimo il rimontaggio dello scheletro. Le dimensioni e il peso degli elementi anatomici hanno reso complicate le movimentazioni per le singole operazioni: il cranio, ad esempio, pesa circa 500 Kg, la zanna originale circa 150 kg e l’omero quasi 100 kg. Pertanto sono stati utilizzati sistemi di sollevamento appositamente realizzati e una gru a ponte.
L’intervento di restauro è stato anche un’occasione per ampliare le conoscenze sull’esemplare e le sue patologie attraverso studi specialistici di biometria e paleopatologia condotti in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza Università di Roma e l’Università di Veterinaria di Teramo. Si sono infatti scoperte alcune patologie del Mammut di Madonna della Strada. In particolare il cranio ha riservato due importanti novità: la presenza di osso originale sul lato sinistro della volta cranica e un’ importante ferita sull’alveolo di sinistra della zanna mancante. Sul cranio la ricerca dei contatti osso-integrazione ha messo in luce un’estesa porzione di osso originale prima celato. Durante il primo restauro negli anni ’50 il cranio era stato modellato in modo del tutto arbitrario, eccedendo di circa 5 centimetri l’altezza reale della volta cranica. Il lato destro e la sua parte posteriore, mancanti sono state dunque rimodellate e oggi il cranio risulta più proporzionato e in linea con le caratteristiche della specie Mammuthus meridionalis. Sull’alveolo della difesa sinistra (zanna mancante), un’estesa stuccatura aveva nascosto una profonda ferita nell’osso, interessata da una patologia conseguente un importante evento traumatico. Il contesto di ricrescita di nuovo tessuto osseo attorno alla ferita è oggetto di uno studio specialistico condotto con l’ausilio di radiografie e analisi di microcampioni.
L’obiettivo del progetto di ottenere un restauro conservativo efficiente ed esteticamente ottimale lasciando ben distinguibili le parti originali da quelle ricostruite è stato raggiunto, e lui, Il mammut aquilano ci ha raccontato meglio altri aspetti della sua storia.
Le aperture straordinarie del Bastione Est del Forte Spagnolo vanno considerate “work in progress”: il restauro dell’esemplare è terminato, mentre è in fase di allestimento la sala che necessita di alcune opere di risanamento e che vedrà realizzati, oltre ad un nuovo sistema di illuminazione integrato con la pedana, apparati didattici multimediali.
Per approfondimenti: www.mammuthusmuseo.com
Scheda a cura di Silvano Agostini e Maria Adelaide Rossi – Soprintendenza Archeologia Abruzzo
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
Fondi: Donazione della Guardia di Finanza
Finanziamento: € 602.750,00
Ditta esecutrice: A.R. Arte e Restauro srl - Padova
Gruppo di Lavoro MiBACT
Claudio Finarelli – Responsabile Unico del Procedimento
Silvano Agostini – Progettista
Maria Adelaide Rossi – Direttore dei Lavori
Alessandro Mazza - Coordinatore per la Sicurezza
Ada Cardellicchio - Stefano Trocchi - Progetto di Allestimento
Salvatore Caramiello - Assistenza Tecnica al Restauro
Piero Di Sabatino - Assistenza Tecnica contabile
Marina Pietrangeli - Progettazione grafica
Silvia Taranta - Comunicazione e Ufficio Stampa
Mauro Vitale – Documentazione fotografica
Collaborazioni scientifiche
Maria Rita Palombo e Federica Marano - Sapienza Università di Roma
Amedeo Cuomo e Leonardo Della Salda – Università di Veterinaria di Teramo
Cristian Palestini e Alessio Ricciardi – Studio Geosoil
Si ringrazia inoltre Gino Fornaciari – Università di Pisa
Ditta AR Arte e Restauro Srl
Restauro e Supporto Tecnico alla Progettazione
Giorgio Socrate con Cristina Sangati - Direzione Tecnica
Ilaria Bellinello, Michele Montanari, Emanuela Vinciguerra,
con Andrea Canton e Dario Scordo – Tecnici per il restauro
Hanno collaborato con AR: Elena Ghezzo – mappatura; Paolo Reggiani – Specialista Restauro in Paleontologia;
Expin srl –ingegneria di supporto; Diagnostica per l’Arte Fabbri - Radiografie; Smart 3K srl – Laser 3D; Università di Padova, CSG Palladio, R&C Art srl - Analisi chimico-mineralogiche; Francesco Mangiaracina, Francesco Colantoni – Foto per la diagnostica; Centro Sperimentale di Cinematografia –Filmati; Realizzazione sito WEB: Marianna Colantoni e Daniele Proietti
Ditta ICRA
Restauro del telaio
Carlo e Luigi Pelliccione

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