ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Mercoledì, 20 Maggio 2020 06:15

Ecco come leggere i dati della pandemia

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Ad uso e consumo di una lettura legata al buon senso, dopo le vetrine giornaliere e i mega esperti

 Se c’è una cosa che non si può accettare, nel raccontare la situazione in TV, e soprattutto nella Vita in Diretta su RAI1, è puntare sempre il dito sui nuovi casi e non sulla situazione generale. Quasi sempre rimbrottati dallo scienziato di turno che gli dice come leggere i dati del giorno.

Ci proviamo a farlo noi con lo spirito del calcolo della massaia, del tipo che se hai dieci problemi oggi e diventano dodici domani, non è quel numero antipatico raggiunto che deve balzare davanti agli occhi, bensì i tre problemi risolti, per cui alla fine siamo a nove.

C’è il paradosso che il dato dell’uscita dal sistema sanitario della pandemia diventa trascurabile, non compare in Tv, devi andare sul sito del Ministero o della Protezione civile. Eppure il grafico che abbiamo preparato, circo lo svuotamento della terapia intensiva, è quello che piace di più ai medici e anche a noi, perché ci conferma che la sanità italiana sta riuscendo a vincere sulla pandemia.

Come si vede nel grafico, dal picco raggiunto il 2 aprile 2020, il calo della terapia intensiva, che ha impegnato davvero il sistema, tanto che si è pensato di aumentare in modo cospicuo la dotazione di questi reparti, è costante, lineare. Quello che gli studiosi di pandemia valutano con molta attenzione.

Un’altra cosa va detta sul calcolo dei defunti, che rappresentano la parte più dolorosa del fenomeno, ma anche qui, al di là delle facce tristi nel comunicare i dati, va tenuto presente l’andamento generale.

Come si vede dal grafico un po’ frastagliato, che parte dal picco del 27 marzo a ieri 19 maggio, dal 26 aprile il dato si mantiene entro i 500 decessi a livello nazionale, che per gli specialisti del settore appare un dato rassicurante, sempre tenendo presente l’andamento della pandemia, considerando anche che questi tristi eventi, registrati oggi, sono il frutto nefasto di una gestione sanitaria di 4/5 settimane fa. Proprio per questo va detto che tale dato sarà l’ultimo a calare in modo lineare.

Considerando l’andamento generale della pandemia, l’altro dato che va considerato è l’andamento dei positivi. Partire sempre dal conteggio generale diventa un mantra ossessivo. La cosa che noi tutti vogliamo sapere è anche punto stiamo, quanti sono i positivi? Se sono poco di 65 mila, è davvero importante ogni giorno ripetere che abbiamo raggiunto superato 226 mila? E mettere questo dato in evidenza e non il totale dell’altro?

In effetti è questa curva che ci interessa che, dopo leggere flessioni delle scorse settimane – in pratica solo dal 19 aprile -, abbiamo cominciato a vedere una discesa della linea che, nei giorni precedenti, pare davvero aver preso una buona direzione verso il basso, una sorta di salto in lungo.

Un dato che rimane costante nel tempo, dall’inizio della pandemia, che si è sviluppata soprattutto al Nord è la forbice tra le sei regioni più colpite e le altre 15 regioni

Questo deve far riflettere sulla apertura dei viaggi interregionali. Ma va anche sconfessato chi pensa che al Sud si potrà agire in libertà. Come se, dal momento che il virus non è arrivato e poiché abbiamo zero contagi, quindi liberi tutti.

Se il virus non ha passato la linea gotica è perché il confinamento sociale e il distanziamento ha evitato il diffondersi della pandemia anche e nonostante la prima invasione dal Nord avuta all’inizio della pandemia. Questo per celebrare la correttezza dei cittadini italiani e soprattutto del Sud…

In conclusione va detto che occorre comportarsi in modo corretto, soprattutto usando le mascherine e non abbassare la guardia.

L’appunto fatto sul come si leggono i dati è per igiene mentale, non per dire che siamo liberi dal problema, ma è più serio raccontare la realtà; questo evita dietrologia, sfiducia nell’informazione e vittoria della demagogia e dell’ignoranza.

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