L'avvocato Carlo Taormina ha diritto a proseguire con le procedure di pignoramento della villetta di Cogne. A dare il via libera è il Tribunale di Aosta, respingendo le richieste di sospensione dell'esecuzione immobiliare avanzate da Annamaria Franzoni e dal marito Stefano Lorenzi. Alla base del contenzioso il mancato pagamento dell'onorario del legale romano, difensore di Franzoni nel processo che la vedeva imputata per aver ucciso suo figlio Samuele nel 2002.
Il contenzioso nasce dalla sentenza civile passata in giudicato a Bologna dove la donna, già condannata per l'omicidio del figlio Samuele, avvenuto proprio nella casa di Montroz, frazione di Cogne, a gennaio 2002 e per cui ha scontato 16 anni, deve al suo ex legale oltre 275mila euro per il mancato pagamento degli onorari difensivi, divenuti circa 450mila nell'atto di pignoramento.
La villetta è forse diventato il luogo del delitto per antonomasia, al centro di un caso che ha cambiato la storia della cronaca nera in Italia. La casetta nella frazione di Montroz (Cogne), in Val d'Aosta, e' stato terreno di accesi scontri tra periti di accusa e difesa, aspre battaglie combattute prima nelle sue stanze, poi nelle aule di giustizia e spesso traslate davanti a plastici in scala, riprodotti per i salotti televisivi. Ma anche meta di turismo macabro e casa dei tanti misteri irrisolti, tra chi cercava un'arma mai trovata o tracce utili a risolvere un giallo che ha diviso gli italiani in colpevolisti e innocentisti nei confronti di Annamaria Franzoni.