No, non vogliamo fare la cronaca. Stavolta moriamo dalla voglia matta di esserci nel corteo di fiaccole per Federica e Andrea.
La cronaca, se vogliamo, la lasciamo a quella bimba di tre anni che in Usa si spara alla testa con la pistola del padre, e all'indice vorremmo mettere lo Stato che là, nonostante Obama, non è riuscito a governare il sistema delle armi facili.
Ma qui la storia è un'altra: un bambino è sparato dal padre, dopo che gli ha ucciso una giovane madre, da dietro l'orecchio, perché l'omicida suicida, non ce la faceva a osservare lo sguardo interrogativo di un bambino con una domanda che è diventata di massa, oramai: perché? "Lo sa, mi dice una signora, " è stato in giro per mezzora intorno alla villa prima di prendere l'insana decisione".
Il corteo sfila in silenzio nelle strade del centro di Taranto, ora è finito il tempo delle polemiche, sul prete che davanti al feretro del duplice assassino e suicida sia augurava che gli s'aprissero le porte del paradiso per ricongiungersi alla famiglia che ha cancellato.
Ma questa sera il tema semmai è un altro: quello di fare squadra con il camper della polizia e le associazioni per offrire protezioni alle donne vittime di una crescente violenza familiare che può diventare incontrollabile. Allora questo è l'auspicio, e accendiamo la nostra fiaccola e andiamo verso il duomo, verso le anime dolci che ci auguriamo sorridano ora, di fronte alla fiammella che sale, sale sempre più verso il cielo, anche quando è spenta con quella sottile anima di fumo. Per Federica e Andrea Taranto c'è.
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