In Ucraina "abbiamo a che fare con persone estranee a qualsiasi autorità". Alexei Paramonov, direttore del Primo Dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo, spiega in un'intervista a Rio Novosti, la mediazione del Vaticano nella guerra.
Mosca, ha sottolineato Paramonov, accoglie con favore gli sforzi provenienti dalla Santa Sede nella guerra in Ucraina e parla di un dialogo "aperto, riservato" e fiducioso su una serie di argomenti.
Quanto a Kiev, "abbiamo ripetutamente osservato con quale facilità e con quale cinismo la neoelite ucraina, alla ricerca di un profitto momentaneo e nel tentativo di rimanere al potere, viola promesse e obblighi, commette pericolose provocazioni, sacrifica la sicurezza dei cittadini sia dell'Ucraina e Russia".
Nato: "La pace con lo stop di Putin; non con il ritiro diKiev"
"La pace è possibile. La domanda è che tipo di pace? Perchè se l'Ucraina ritirera' le sue forze e smettera' di combattere, l'Ucraina cessera' di esistere come nazione indipendente e sovrana in Europa. Se il presidente Putin smette di combattere, allora avremo la pace. Quindi il dilemma è, ovviamente, che la pace è sempre possibile. La resa puo' fornire pace. Ma come abbiamo visto, gli ucraini non accettano la pace a ogni prezzo. In realta' sono disposti a pagare un prezzo molto alto per la loro indipendenza". Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, nel suo intervento ai Dialoghi di Kultaranta in Finlandia. "Non spetta a me giudicare quale prezzo alto dovrebbero essere disposti a pagare gli ucraini. Voglio dire, paghiamo un prezzo perchè forniamo supporto, vediamo gli effetti economici delle sanzioni economiche. Ma non ci sono dubbi che ogni giorno gli ucraini pagano il prezzo più alto. E quindi spetta a loro giudicare, non a me, qual è il prezzo che sono disposti a pagare, per la pace e per l'indipendenza? Quindi, questo è, in un certo senso, il dilemma morale", ha aggiunto. "La pace è possibile, ma la domanda: quanto sei disposto a rinunciare a pagare per ottenere quella pace? Il modo migliore in assoluto per raggiungere la pace in Ucraina è che il presidente Putin metta fine a questa guerra insensata", ha ribadito Stoltenberg.
La Russia potrà conquistare il Lugansk in poche settimane, grazie alla sua superiorità di uomini e mezzi sul campo. La previsione è degli americani, ma le valutazioni degli ucraini non sono molto più rosee. L'esercito russo continua a bersagliare Severodonetsk distruggendo i suoi ponti. Gli ucraini hanno fatto sapere che le loro forze si sono ritirate dal centro e che il rischio per le centinaia di civili rifugiati all'interno è altissimo, dopo un incendio provocato da un raid. Amnesty denuncia attacchi "indiscriminati" con bombe a grappolo a Kharkiv. Nuove tensioni tra Kiev e Berlino sull'invio delle armi. Mosca: "Accogliamo con favore gli sforzi del Vaticano", contatti riservati "soprattutto su questioni umanitarie".
La Giornata
19.05 Ucraina: "I russi rafforzano le truppe in direzione di Kryvyi Rih"
"Gli invasori russi stanno rafforzando le loro truppe nella direzione di Kryvyi Rih". Lo scrive lo stato maggiore delle forze armate ucraine in un aggiornamento su facebook. Kryvyi Rih è la città natale del presidente Volodymyr Zelensky.
18.38 Presto incontro tra presidente russo, Vladimir Putin, e il suo omologo bielorusso Alexander Lukashenko
Il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo bielorusso Alexander Lukashenko si incontreranno presto. Lo ha annunciato l'ambasciatore russo in Bielorussia Boris Gryzlov. "Il presidente si è incontrato cinque volte solo dall'inizio dell'anno" con Lukashenko. "Un altro incontro è programmato presto. Apprezziamo molto il sostegno che i nostri amici bielorussi ci forniscono oggi", ha aggiunto Gryzlov, al quotidiano bielorusso Segodnya, scrive Interfax. "La repubblica di Bielorussia è attualmente il più stretto alleato della Federazione Russa", ha ricordato Gryzlov e le relazioni tra i due Paesi "si basano sui principi del rispetto e del sostegno reciproci".
18.25 Governatore di Severodonetsk: "Parte della città sotto controllo ucraino"
"Tutti i ponti che portano alla città sono distrutti, ma una parte della città è sotto il controllo dei militari ucraini. Severodonetsk non è bloccata". Lo afferma, sul suo canale Telegram, il governatore della regione di Luhansk Serhiy Haidai.
18.14 Ucraina, bombe russe danneggiano asilo nel Dnipropetrovsk
I "bombardamenti nemici hanno danneggiano un asilo nella comunità di Zelenodolsk della regione di Dnipropetrovsk" nell'Ucraina centro orientale. Lo scrive Ukrinform, precisando che la scuola è stata bombardata nella notte. "La situazione nella comunità di Zelenodolsk è molto tesa. Il nemico agisce in modo caotico e piuttosto crudele", ha scritto su Telegram il capo dell'amministrazione militare del distretto di Kryvyi Rih, Yevhen Sytnychenko. Secondo la stessa fonte nella tarda serata di ieri Zelenodolsk è stata bersaglio del "fuoco nemico", con "gli invasori" che hanno colpito un appartamento. Una donna è stata uccisa, e in cinque sono rimasti feriti.
18.09 Ucraina: venerdì parere Bruxelles su status Paese candidato
La Commissione europea ha tenuto oggi un dibattito di orientamento sulle richieste di adesione all'Ue inoltrate da Ucraina, Moldavia e Georgia nei mesi scorsi. Secondo quanto si apprende, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen ed il commissario all'allargamento, Oliver Varhelyi, hanno presentato gli elementi principali per strutturare il dibattito. L'obiettivo è quello di finalizzare il dossier in vista dell'adozione, venerdì prossimo, dell'opinione da parte del collegio dei commissari sulla conformità dei tre Paesi ai criteri di adesione Ue. "La Commissione ha lavorato in modo rapido e diligente per formulare i pareri il prima possibile, nel giro di poche settimane, non di anni", sottolinea una portavoce dell'Esecutivo europeo, specificando che "una volta che la Commissione avrà adottato le opinioni in merito alle richieste di adesione dei tre Paesi, la decisione sui passi futuri del percorso dell'Ue sarà nelle mani degli Stati membri". Salvo sorprese, la Commissione europea dovrebbe dare via libera al riconoscimento dello status di Paese candidato a Ucraina e Moldavia, più incerto l'esito della Georgia. Il dossier dovrebbe poi essere discusso in occasione del vertice dei leader europei in programma il 23 e 24 giugno.
17.50 Ucraina: "Forze russe tentano accerchiamento nei pressi di Lysychansk e Pryvillia"
Nella direzione di Donetsk le forze russe si stanno raggruppando cercando di accerchiare i militari ucraini nei pressi di Lysychansk, Pryvillia, Severodonetsk, Borivske. Lo riferisce il quartier generale delle forze armate ucraino.
17.40 Commissario Ue, stime raccolto prossimo anno -50%
In seguito all'invasione russa, la produzione di cereali e semi oleosi potrebbe essere inferiore al 40-50% rispetto allo scorso anno e gli ucraini chiedono aiuti finanziari. Lo ha detto il Commissario europeo all'agricoltura, Janusz Wojciechowski, ai ministri riuniti nel Consiglio agricoltura. "In una recente lettera - ha detto Wojciechowski - il ministro ucraino ha delineato le loro necessità immediate per sostenere la produzione alimentare e la priorità si è spostata dalla precedente richiesta di donazioni in natura a una chiara richiesta di aiuto finanziario per attrezzature e macchinari per lo stoccaggio, intensificare la produzione orticola, attrezzature per facilitare le esportazioni fondi per il sostegno diretto ai piccoli agricoltori".
17.24 Media russi: truppe ucraine stanno bombardando Donetsk
Le truppe ucraine stanno bombardando Donetsk, dove si sentono esplosioni dal centro della città. Lo riferisce Ria Novosti, dopo che oggi le milizie separatiste filorusse avevano denunciato un altro attacco, a loro dire, sferrato delle Forze di Kiev, contro il mercato Maysky nel distretto Budyonnovsky sempre a Donetsk. Secondo i separatisti, nell'attacco al mercato sono morte tre persone, tra cui un bambino e altre 18 sono rimaste ferite.
17.11 Media, fermato attivista per striscione contro guerra a Mosca
Le testate Novaya Gazeta Europa e Meduza riferiscono che un attivista è stato fermato per lo striscione anonimo contro la guerra comparso ieri mattina a Mosca davanti alla sede del ministero della Difesa russo. 'Oggi non è il mio giorno', recitava lo striscione ideato per la Giornata della Russia, celebratasi ieri. Secondo l'ong Ovd-Info - ripresa sempre da Novaya Gazeta Europa e da Meduza - l'attivista è stato accusato dalle autorità russe di due illeciti amministrativi: "Disobbedienza a un ordine legittimo di un agente di polizia" e "reiterata violazione della procedura per lo svolgimento di un'azione di protesta". Le truppe russe hanno invaso l'Ucraina il 24 febbraio. Da allora il governo russo ha inasprito la repressione contro oppositori, attivisti e media indipendenti.
16.58 Ucraina: attacco missilistico russo in regione Chernihiv
Le forze russe hanno colpito con un attacco missilistico la città di Pryluky, nel Nord dell'Ucraina, secondo quanto riferisce Vyacheslav Chaus, governatore della regione di Chernihiv, su Telegram. Pryluky è a 150 chilometri a Est di Kiev e ha una pista dell'aviazione militare. In seguito all'attacco sono stati evacuati quattro villaggi vicini. L'esercito russo aveva inizialmente invaso la regione di Chernihiv, ma ad aprile si è ritirato.
16.48 Leader Donetsk esclude grazia "ai mercenari stranieri" condannati a morte
Il leader dell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, Denis Pushilin, ha escluso di concedere la grazia ai "mercenari stranieri" recentemente condannati a morte per aver preso parte alla guerra tra le file dell'esercito ucraino. "Devo basarmi sulla decisione del tribunale. Per la natura dei crimini che hanno commesso, non vedo alcuna ragione, non ci sono requisiti per concedergli la grazia", ha affermato Pushilin, secondo quanto riferito dall'agenzia Tass.La scorsa settimana la Corte Suprema dell'autoproclamata Repubblica del Donbas riconosciuta dalla Russia ha condannato a morte i cittadini britannici Shaun Pinner e Aiden Aslin, nonché il marocchino Saadoun Brahim, per aver combattuto con l'esercito ucraino come "mercenari".
16.30 Ucraina: "7 corpi trovati in una fossa comune vicino Bucha"
Sette corpi sono stati scoperti in una nuova fossa vicino a Bucha, ha dichiarato la polizia di Kiev. "Sette civili sono stati torturati dai russi e poi vigliaccamente giustiziati con un proiettile alla testa", ha dichiarato su Facebook il capo della polizia di Kiev Andrey Nebytov, aggiungendo che "diverse vittime avevano le mani legate e le ginocchia legate". "La fossa è stata scoperta oggi vicino al villaggio di Myrotske", ha detto aggiungendo che si trova a 10 km a nord-ovest di Bucha e a 35 km da Kiev. La polizia è al lavoro per identificare le vittime.
16.22 Media, arrivato in Spagna primo carico di mais dall'Ucraina
Arrivato in Spagna il primo carico da 18 **mila** tonnellate di mais dall'Ucraina che è transitato attraverso il mar Baltico. E' quanto riferisce il canale Tv ucraino Suspilne.
16.16 Ucraina: oltre 2mila persone uccise a Mariupol, 50mila deportati in Russia
Oltre 22.000 persone sarebbero state uccise a Mariupol. A riferirlo, secondo quanto riporta 'The Kyiv Independent', è l'amministrazione dell'oblast di Donetsk. Secondo i dati preliminari, più di 50.000 persone sono state deportate con la forza da Mariupol in Russia e nei territori occupati dai russi dell'Oblast' di Donetsk.
16.00 Kiev: l'esercito ucraino riconquista tre villaggi nella regione di Donetsk
L'esercito ucraino ha riconquistato tre villaggi nella regione di Donetsk spostando la linea del fronte di 15 chilometri, riporta Ukrinform citando le Forze armate di Kiev. "In alcune aree del Donbass, le Forze armate ucraine stanno avanzando gradualmente. I nostri soldati hanno liberato tre villaggi nella regione di Donetsk e spostato la linea del fronte di 15 chilometri",ha affermato lo Stato maggiore. A Severodonetsk però le forze di Kiev hanno visto però i soldati russi prendere il sopravvento.
15.40 Nella Legione internazionale combattenti da 55 paesi
Arrivano da 55 paesi di ogni continente i combattenti che si sono arruolati nella Legione Internazionale, creata in Ucraina dopo l'attacco della Federazione Russa. Lo ha comunicato il portavoce della Legione Damien Magru in un briefing al Media Center Ukrinform, spiegando che i contingenti più numerosi sono quelli di americani e britannici, seguiti da polacchi e canadesi. Se è consistente la presenza di volontari arrivati dai paesi baltici e da quelli scandinavi, non mancano - ha aggiunto - anche soldati arrivati da realtà molto più lontane come Brasile, Corea del Sud, Australia. Per questioni di riservatezza il portavoce non ha voluto dare cifre precise sulla consistenza della Legione, ma ha sottolineato come il suo finanziamento arrivi dal bilancio ufficiale della Difesa di Kiev, dal momento che questo reparto internazionale è integrato nelle forze armate dell'Ucraina. "Questo - ha spiegato - vale per le spese di soggiorno, gli stipendi dei soldati, le armi e le munizioni. Abbiamo ulteriori fondi di beneficenza da donatori privati, principalmente occidentali. Spendiamo i soldi raccolti su varie piattaforme esclusivamente per quell'equipaggiamento non incluso nella dotazione standard, ma necessario sul campo di battaglia, e che non è finanziato attraverso i canali statali dell'Ucraina". All'inizio di marzo il Ministero della Difesa dell'Ucraina ha creato un sito Web per le domande di ammissione alla Legione Internazionale per la Difesa Territoriale dell'Ucraina.
15.35 Dibattito sul possibile status di Paesi candidati all'ingresso nella Ue per Ucraina, Moldavia e Georgia
Nel collegio dei Commissari tenutosi oggi, prima della partenza della presidente Ursula von der Leyen per Israele, "abbiamo avuto un primo dibattito sul possibile status di Paesi candidati all'ingresso nell'Ue "per Ucraina, Moldavia e Georgia". Lo dice il commissario europeo al Bilancio Johannes Hahn, durante un seminario on line organizzato dalla Commissione, dal Mes e dalla Bei. La Commissione dovrebbe dare il suo parere sulla conformità dei tre Paesi ai criteri di adesione venerdì 17 giugno. Il dossier dovrebbe poi essere discusso dai capi di Stato e di governo nel Consiglio Europeo il 23 e 24 giugno.
14.30 Il report del think tank "Sipri": la corsa alle armi nucleari è ricominciata in modo preoccupante
Per la prima volta dai tempi della Guerra fredda, la corsa alle armi nucleari è ricominciata in modo "preoccupante", facendo temere un deciso aumento delle testate nei prossimi dieci anni. A lanciare l'allarme è lo Stockholm International Peace Research Institute (Sipri), che collega il fenomeno direttante alla guerra russo-ucraina con, da un lato, Russia e Stati Uniti che non hanno escluso la possibilità di ricorrere alle armi atomiche per porre fine al conflitto e, dall'altro, consistenti invii di armi alle forze di Kiev da parte di diverse nazioni occidentali. Stamani il think tank con sede nella capitale svedese ha diffuso un report in cui sostiene infatti che all'indomani del 24 febbraio siano tornate a crescere le tensioni tra i nove Paesi che possiedono le testate atomiche, al punto da spingerle ad annunciare - chi in modo esplicito, chi meno - l'ammodernamento e/o l'incremento del proprio arsenale. Si tratta di Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, Cina, India, Pakistan, Israele e Corea del Nord. Sipri in particolare sottolinea che i segnali su una possibile corsa all'atomica giungono nonostante il fatto che fino a gennaio 2022 si fosse registrata una lenta ma costante riduzione nel numero di testate nucleari. Una tendenza che riguarda anche i cinque Stati che hanno il seggio permanente al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite - Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, Cina - che solo nel 2021 avevano manifestato l'intenzione opposta, chiarendo in una dichiarazione congiunta che "la guerra nucleare non può essere vinta e non dovrà mai essere combattuta". Al contrario, all'indomani dello scoppio della guerra, Russia e Stati Uniti hanno fatto intendere che in caso di necessità, sono pronte a ricorrere anche all'arma nucleare. Proprio questi due stati detengono il 90% delle testate a livello mondiale, con Mosca che ne possiede 4.477, 769 in più rispetto a Washington (3.708). Seguono Cina (350, ma il numero secondo gli analisti potrebbe presto più che raddoppiare), Francia (290), Regno Unito (180), Pakistan (165), India (160), Israele (90) e Corea del Nord (20).
13.20 Indagini sulla morte di 12 mila civili
Dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina sono in corso indagini sulla morte di 12 mila civili: 1.200 corpi non sono stati ancora identificati. Lo riferisce Ihor Klymenko, il Capo della polizia nazionale ucraina secondo quanto riporta "Unian".
12.15 Macron: "La Francia è entrata in una economia di guerra a causa del conflitto in Ucraina"
A causa del conflitto in Ucraina la Francia è "entrata in un'economia di guerra per cui credo, dovremo organizzarci in modo duraturo": lo ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron, inaugurando il salone Eurosatory. "Questo significa anche un'economia in cui dovremo andare più veloci, riflettere in modo diverso", ha avvertito, aggiungendo che questo cambio di passo servirà anche a "poter ricostituire più rapidamente ciò che è indispensabile per le nostre forze armate, per i nostri alleati, per tutti coloro che vogliamo aiutare".
11.00 Vladimir Klitschko: "La guerra busserà alle porte dell'Europa"
"La guerra distrugge la vita. E questa guerra busserà anche alla porta degli europei e dei tedeschi. Questo non va sottovalutato". Lo ha detto Vladimir Klitschko, fratello del sindaco di Kiev, Vitalij, in un'intervista alla Bild. "Il conflitto dura già da tre mesi, e durerà ancora più a lungo. E saranno distrutte ancora più vite ed edifici", ha concluso.
10.20 Il portavoce del Cremlino: "Molti giornalisti occidentali impazziti"
Il Cremlino mette in dubbio la sanità mentale di molti giornalisti occidentali: "Sono semplicemente impazziti", ha detto il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov in un'intervista con la Tass. "La sanità mentale di molti importanti giornalisti occidentali sta al momento sollevando quesiti, almeno per noi, e non li chiameremmo propriamente giornalisti e imparziali, perché sono semplicemente impazziti", ha detto Peskov.
09.45 Il filorusso Basurin: "A Severodonetsk per gli ucraini è resa o morte"
Le forze di sicurezza ucraine sono adesso di fatto isolate e bloccate a Severodonetsk e dovrebbero arrendersi se non vogliono morire: lo ha detto il vice capo del dipartimento della Milizia popolare dell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, Eduard Basurin, incontrando i giornalisti (grazie a un tour nell'area dei combattimenti, organizzato dal ministero della Difesa russo). Secondo Basurin, i soldati ucraini hanno fatto saltare in aria l'ultimo ponte che collegava Severodonetsk con la città gemella al di là del fiume, Lysichansk e ora non possono lasciare la città. "Quelle unità militari ucraine che sono lì, vi sono rimaste per sempre... Hanno due opzioni: seguire l'esempio dei loro colleghi (a Mariupol) e arrendersi, o morire. Non hanno altra opzione".
09.05 Kiev: "Le forze ucraine si sono ritirate dal centro di Severodonetsk"
Le truppe di Kiev si sono ritirate dal centro di Severodonetsk, la strategica città la cui conquista darebbe ai russi il controllo dell'intero Lugansk. Lo fa sapere lo Stato maggiore ucraino, nel suo ultimo aggiornamento, ripetendo comunque che "la battaglia continua".
08.54 Mosca: "Accogliamo con favore gli sforzi del Vaticano"
Mosca accoglie con favore gli sforzi di mediazione del Vaticano nella guerra in Ucraina e mantiene ocn la Santa Sede un dialogo "aperto, riservato" e fiducioso su una serie di argomenti: lo ha detto all'agenzia russa Ria Novosti Alexei Paramonov, direttore del Primo Dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo. "La dirigenza vaticana ha ripetutamente dichiarato la propria disponibilità a fornire ogni possibile assistenza per raggiungere la pace e porre fine alle ostilità in Ucraina. Queste affermazioni sono confermate nella pratica. Manteniamo un dialogo aperto e riservato su una serie di questioni, principalmente legate alla situazione umanitaria in Ucraina", ha aggiunto il diplomatico.
08.30 La Difesa britannica: "Determinante l'attraversamento del fiume Severskij Donets"
Nei prossimi mesi, le operazioni di attraversamento del fiume Severskij Donets, a Severodonetsk, probabilmente saranno tra i fattori determinanti più importanti per il corso della guerra. Lo sostiene il ministero della Difesa britannico nel suo ultimo rapporto. Il settore centrale chiave, lungo 90 km, della prima linea russa nel Donbass si trova a ovest del fiume Siverskyy Donets e per raggiungere il successo nell'attuale fase operativa della sua offensiva nel Donbass, la Russia "dovrà completare ambiziose azioni di fiancheggiamento o condurre attraversamenti d'assalto del fiume. Le forze ucraine sono spesso riuscite a demolire i ponti prima di ritirarsi", mentre i russi "hanno faticato a mettere in atto il complesso coordinamento necessario per condurre con successo l'attraversamento dei fiumi quando sotto il tiro del fuoco".
08.15 Kiev: 288 i bambini uccisi dall'inizio della guerra
Sono 288 i bambini uccisi dall'inizio dell'invasione russa, 527 i feriti. Lo rende noto l'ufficio del Procuratore generale ucraino, precisando che il maggior numero delle vittime si registra nelle regioni di Donetsk, Kharkiv, Kiev e Chernihiv. I bombardamenti di città e villaggi ucraini da parte delle forze armate russe - aggiunge la nota - hanno danneggiato 1.971 istituzioni educative, 194 delle quali sono andate completamente distrutte.
08.04 Kiev: russi hanno accerchiato gli ucraini a Severodonetsk
L'esercito russo, con il supporto dell'artiglieria, è riuscito ad assaltare Severodonetsk e tiene accerchiate le restanti truppe ucraine nell'area. È la valutazione dello Stato maggiore delle forze armate ucraine, il cui ultimo rapporto è concentrato sull'offensiva alla città, la cui conquista potrebbe dare ai russi il controllo dell'intera regione di Lugansk. "Il nemico ha avuto relativamente successo", perchè non ha espulso completamente le truppe ucraine e, quindi, "la battaglia continua", si legge sulla pagina Facebook dei vertici militari ucraini.
07.30 Distrutto ponte tra Severodonetsk e Lysychansk
La Russia ha distrutto un ponte che collega Sevierodonetsk alla sua città gemella, Lysychansk, di fatto tagliando una possibile via di evacuazione dei civili. In realtà l'esplosione del ponte Proletarski da un lato impedisce l'approvvigionamento dei difensori dell'impianto di Azot, dall'altro ostacola l'avanzata russa verso Lysychansk.
06.44 Zelensky: "Abbiamo bisogno di moderni sistemi di difesa missilistica"
"L'Ucraina ha bisogno di moderni sistemi di difesa missilistica". Così il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, stando a quanto riporta Kyiv Independent. "Dal 24 febbraio, 2.606 missili da crociera russi hanno colpito l'Ucraina. Queste sono vite che potrebbero essere salvate, queste sono tragedie che avrebbero potuto essere evitate se l'Ucraina fosse stata ascoltata", ha detto nel suo discorso video.
06.00 No della Lega araba alle "pressioni dell'Occidente"
Dura presa di posizione della Lega Araba contro i Paesi occidentali: "I paesi arabi subiscono forti pressioni da parte dell'Occidente affinché prendano posizione sulla crisi in Ucraina e condannino le azioni militari della Russia, ma non cedono", ha detto il segretario generale della Lega araba Ahmed Aboul Gheit, in un'intervista alla tv di Stato egiziana ripresa dall'agenzia russa Tass.
04.00 Kiev: "Sta per scattare massiccio attacco contro Severodonetsk"
"La Russia vuole isolare completamente Severodonetsk e temiamo un massiccio attacco per prendere la città entro 48 ore". A dirlo è il governatore della regione di Lugansk, Serguii Gaidai. "La situazione a Severodonetsk è estremamente difficile". "Il nemico ha concentrato la maggior parte dei suoi sforzi nella regione settentrionale di Lugansk", dove "usa l'artiglieria su larga scala e, sfortunatamente, ha un vantaggio di 10 a uno", ha spiegato su Facebook Valeri Zalouzhny, il comandante capo dell'esercito ucraino. "Continuiamo a mantenere le nostre posizioni", ha comunque assicurato, affermando che "ogni metro di terra ucraina è coperto di sangue, ma non solo il nostro".
02.40 Azienda Gb regala a Kiev robot per lo sminamento
L'azienda britannica QinetiQ donerà all'Ucraina dieci robot Talon, utilizzati in particolare per sminare i terreni. Lo fanno sapere le autorità ucraine, citate dal Kyiv Independent.
02.10 Amnesty: bombe a grappolo russe su Kharkiv
L'uso indiscriminato da parte della Russia di armi proibite come le bombe a grappolo ha ucciso centinaia di civili nella città ucraina di Kharkiv. La denuncia nasce da un'indagine di Amnesty International. L'organizzazione accusa le truppe russe di bombardare indiscriminatamente i quartieri residenziali di Kharkiv con razzi che per loro natura hanno poca precisione per raggiungere determinati obiettivi. Gli investigatori di Amnesty International hanno trovato prove dell'uso ripetuto di munizioni a grappolo 9N210 e 9N235, tutte vietate dai trattati internazionali.
01.00 Media tedeschi: Marder pronti ma manca l'ok di Berlino
I primi veicoli Marder sono già pronti, ma manca l'ok del governo tedesco alla fornitura di questi mezzi corazzati di fanteria all'Ucraina: a dirlo è il produttore di armi Rheinmetall, citato dal quotidiano Bild. L'amministratore delegato della Rheinmetall, Armin Papperger, ha dichiarato a Bild che l'azienda sta riparando circa 100 veicoli Marder e che alcuni di questi sono già utilizzabili. Tuttavia - sottolinea Papperger - spetta a Berlino decidere dove spedirli.
Sulla questione è intervenuto ieri sera anche l'ambasciatore ucraino in Germania, Andriy Melnyk, che su Twitter ha attaccato: "Perché rifiutate all'esercito ucraino questi Marder, mentre l'Ucraina sta sanguinando nel Donbass davanti ai vostri occhi?"
00.30 Zelensky: "Mosca cerca di schierare le forze di riserva nel Donbass"
"I generali russi vedono il loro popolo semplicemente come carne da cannone". Lo dice il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky, annunciando nell'ultimo video pubblicato sui social che "l'esercito russo sta cercando di schierare forze di riserva nel Donbass". "Ma quali riserve possono avere adesso?", si chiede Zelensky, riferendo che "sembra che cercheranno di lanciare in battaglia dei coscritti scarsamente addestrati e altre persone raccolte con una mobilitazione segreta".
00.00 Governatore di Lugansk: ancora 500 civili in Azot
Sono ancora circa 500 i civili che rimangono all'interno dell'impianto chimico Azot a Severodonetsk, secondo le autorità locali citate dal Kiev Independent. Il governatore dell'oblast ucraino estremorientale di Lugansk, Serhiy Haidai, spiega che tra queste persone ci sono circa 40 bambini. Due giorni fa bombardamenti russi sulla fabbrica hanno provocato la perdita di tonnellate di petrolio e lo scoppio di un violento incendio.