La polizia francese ha caricato e disperso i manifestanti che protestano a Parigi contro il ricorso del governo francese all'articolo 49 comma 3 della Costituzione per approvare la riforma delle pensioni senza approvazione parlamentare. Gli agenti hanno utilizzato anche gli idranti contro le migliaia di persone che si erano radunate a place de la Concorde, a due passi dall'Assemblea Nazionale. Manifestazioni spontanee sono sorte in altre città, tra cui Bordeaux, Marsiglia e Grenoble.
Sono 120 le persone fermate dalle forze dell'ordine per incendi e atti di teppismo. "Danni e caos", secondo Le Figaro, anche a Rennes e Lione.
I sindacati francesi hanno indetto una nuova giornata di scioperi il prossimo 23 marzo per protestare contro il provvedimento. "Invece di ritirare il progetto il governo - si legge in una nota delle rappresentanze unite - ha deciso di farlo passare con la forza". Raduni e proteste sono previsti anche per il week end.
Macron: "Rischi finanziari troppo grandi"
"Assumo la responsabilità del mio governo": con queste parole la premier francese Elisabeth Borne si è rivolta ai deputati dell'Assemblea Nazionale annunciando il ricorso all'articolo 49 comma 3 della Costituzione. Altissima la tensione in aula al momento dell'annuncio, i deputati della Nupes di Jean-Luc Melenchon hanno intonato l'inno nazionale, la Marsigliese. L'alleanza tra Verdi e Sinistra presenterà una mozione di sfiducia contro l'esecutivo. Un'identica iniziativa è stata annunciata dal Rassemblement National di Marine Le Pen. Se una di queste mozioni venisse approvata, il governo cadrebbe e la riforma verrebbe invalidata.
I Republicains, cioè i gollisti francesi, non voteranno la sfiducia al governo, ha detto il presidente del partito, Eric Ciotti. "Non ci assoceremo ad alcuna mozione di sfiducia, non voteremo alcuna mozione di sfiducia", ha detto, spiegando che "in questo contesto non vogliamo aggiungere caos".
Il presidente Emmanuel Macron ha giustificato con i "rischi finanziari troppo grandi" che un rifiuto avrebbe comportato l'utilizzo dell’articolo 49.3 della Costituzione. “Il mio interesse politico e la mia volontà politica era andare al voto. Tra tutti voi, non sono io quello che rischia il suo posto o la sua poltrona”, ha detto durante un Consiglio dei ministri straordinario.
Borne: "Alcuni gruppi parlamentari vogliono il caos"
"Alcuni gruppi parlamentari vogliono il caos", ha detto Borne all'emittente TF1, "sono rimasta molto scioccata" dalle "urla" e dai "canti" all'Assemblea nazionale, quando è stato annunciato il ricorso al 49.3. "Alcuni gruppi vogliono il caos e sono i modesti francesi che ne pagano le conseguenze", ha affermato.
"Questa riforma delle pensioni non è una questione personale, è un elemento cruciale del nostro modello sociale", ha aggiunto la premier, "mi sono assunta la mia responsabilità, quella del governo, che doveva arrivare a un testo di compromesso, poi ci sono mozioni di sfiducia nei prossimi giorni e ci sarà il voto".
Borne, che ha fatto intendere di non volersi dimettere nonostante il malcontento sociale per la riforma: "Non è serio lasciar credere ai francesi che tutto si può finanziare col debito dello Stato, dopo tutte le spese per la pandemia Covid-19 e la lotta all'inflazione". "Quello che è in gioco è il futuro del sistema pensionistico che non si può più finanziare", ha incalzato Borne, visibilmente provata.