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Martedì, 28 Marzo 2023 21:50

Si riaccende la protesta in Francia, roghi e feriti

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Polizia antisommossa francese a Parigi Polizia antisommossa francese a Parigi

Atti vandalici e cariche della polizia nella decima giornata di mobilitazione contro la riforma delle pensioni. Cala l'adesione alle manifestazioni. No di Macron alla proposta di mediazione dei sindacati. 

Nella decima giornata di mobilitazione contro la riforma delle pensioni in Francia si registrano già episodi di violenza e di vandalismo. A Parigi, sul boulevard Voltaire, alcuni manifestanti hanno saccheggiato un negozio Leclerc frantumando le vetrine e hanno acceso diversi roghi, tra cui uno sul marciapiede di fronte al punto vendita. Le forze dell'ordine hanno reagito caricando i manifestanti dopo il saccheggio di un negozio Leclerc.

Le Figaro descrive una "situazione caotica". Nella capitale francese sono già state fermate 22 persone e sono stati sequestrati coltelli e materiale pirotecnico. Secondo la prefettura, ci sono due feriti: uno è rimasto colpito alla testa, l'altro portava la fascia con su scritto 'stampa'. Rimangono chiuse la Torre Eiffel, l'Arco di Trionfo e Versailles. 

Cala l'adesione

Secondo il sindacato Cgt, a Parigi sono scesi in piazza 450 mila manifestanti. Per la prefettura in strada ci sono 93 mila dimostranti. Si tratta di numeri quasi dimezzati rispetto all'ultima giornata di mobilitazione, giovedì scorso, quando la Cgt aveva parlato di 800mila manifestanti nella capitale e le autorità di 119 mila.

Cala anche l'adesione allo sciopero nel settore pubblico, sia statale che locale. A metà giornata hanno aderito il 6,5% dei dipendenti statali, contro il 15,5% del 23 marzo scorso, il 3,4% dei lavoratori nelle amministrazioni territoriali, contro il 6,5% del 23 marzo, e il 5,4% dei dipendenti nella sanità pubblica, contro l'8,1% del 23 marzo.

Secondo le autorità, oggi in tutta la Francia sono scese in piazza 556 mila persone per protestare contro la riforma che alza l'età pensionabile da 62 a 64 anni, approvata dal governo senza passaggi parlamentari. Il dato è quello delle 18, riporta Le Figaro ricordando che il 23 marzo, sempre secondo le autorità, erano 836 mila, e il 7 marzo erano oltre 1 milione alla stessa ora. La mobilitazione è quindi in calo.

Distributori a secco

Crescono intanto i disagi per gli automobilisti, che hanno sempre piu' difficoltà a trovare carburante. A livello nazionale, secondo i media transalpinti, il 16,3% dei distributori è a corto di benzina o di diesel. A Parigi è il 29,2% in difficoltà. 

Disordini sono stati registrati anche in altre città della Francia. A Bordeaux alcuni black bloc hanno lanciato oggetti pericolosi contro le forze dell'ordine. Tensioni sono state registrate anche a Lione, dove sono state distrutte vetrine di negozi e di una banca, e a Nantes dove sono stati incendiati cassonetti e macchine. A Parigi Marsiglia i manifestanti hanno occupato le stazioni ferroviarie posizionadosi sui binari. Anche per effetto dell'adesione allo sciopero, nel settore dei trasporti circolano tre TGV su cinque e un TER su due in media. Occupati licei e università in tutto il Paese. 

Macron dice no alla mediazione

Philippe Martinez, il capo del sindacato Cgt, ha esortato il presidente Emmanuel Macron a discutere la riforme delle pensioni con l'ausilio di un mediatore. "Abbiamo proposto ancora una volta al governo, e in particolare al presidente, di sospendere il suo progetto e di nominare un mediatore", ha detto parlando nel corso di un evento di mobilitazione contro la riforma delle pensioni, nella città di Clermont-Ferrand.

Ma in realtà Macron rifiuta la mediazione che chiedono i sindacati francesi. Il portavoce del governo, Olivier Véran, ha respinto con forza la proposta: "Non c'e' bisogno di mediatori", ha assicurato nella conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri, ricordando che la controversa riforma è gia' stata approvata e che ogni dialogo con i sindacati deve essere "per andare avanti, non per tornare indietro".

Il 'no' del governo è arrivato mentre il Paese dava inizio alle 250 manifestazioni indette in tutto il Paese. "È insopportabile che la risposta sia il rifiuto", ha aggiunto il leader del principale sindacato del Paese, Laurent Berger (Cfdt). "Abbiamo proposto una via d'uscita, ora serve che il governo risponda. Sembra che per ora non sia pronto, forse tra qualche ora cambierà idea".

Sia Berger che Philippe Martinez, che guida il secondo sindacato del Paese, hanno spiegato che il gruppo intersindacale che riunisce le otto principali organizzazioni dei lavoratori scriverà a Macron per cercare di convincerlo ad accettare la mediazione. Per ora comunque la partecipazione ai cortei è in netto calo rispetto ad altre giornate e ci sono meno manifestanti a Parigi e nelle altre città. 

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