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Mercoledì, 12 Luglio 2023 11:33

L'Ucraina entrerà nella alla Nato ma "non ora". Ira di Zelensky

Written by  Brahim Maarad
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La decisione degli alleati al vertice di Vilnius. Oggi i bilaterali tra il presidente ucraino e i leader dell'Alleanza. 

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha in programma una serie di incontri bilaterali con i leader della Nato, a margine del vertice dell'Alleanza a Vilnius che ieri ha frenato sull'ingresso di Kiev nell'organizzazione. Lo riporta il Guardian. Zelensky partecipera' alla sessione inaugurale del Consiglio Nato-Ucraina, un organismo istituito per innalzare le relazioni tra Kiev e i 31 membri dell'Alleanza.

Si vedrà separatamente poi con il presidente Usa, Joe Biden, mentre l'Ucraina chiede piu' forniture di armi e munizioni dagli Stati Uniti e dalle altre nazioni Nato per contrastare i russi. 

"Sì" all'ingresso nella Nato ma "non ora"

"Saremo in grado di estendere un invito all'Ucraina ad aderire all'Alleanza quando gli alleati saranno d'accordo e le condizioni saranno soddisfatte". Sono le ultime tre righe del paragrafo undici della dichiarazione conclusiva del vertice della Nato a Vilnius.

Tre righe che, sposando la linea della Casa Bianca, gelano le ambizioni del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, di bruciare le tappe verso un pieno riconoscimento come membro dell'Alleanza atlantica.

"È senza precedenti e assurdo che non sia fissato il calendario né per l'invito né per l'adesione dell'Ucraina. Mentre allo stesso tempo viene aggiunta una formulazione vaga sulle 'condizioni' persino per l'invito. Sembra che non ci sia disponibilità ne' a invitare l'Ucraina alla Nato ne' a renderla membro dell'Alleanza. Ciò significa che viene lasciata una finestra di opportunità per negoziare l'adesione alla Nato nei colloqui con la Russia. E per la Russia, questo significa motivazione per continuare il suo terrore. L'incertezza è debolezza", aveva criticato il presidente ucraino ancora prima di mettere piede al vertice, dov'é atteso oggi alla cena con tutti gli altri 32 leader (c'é anche lo svedese che ieri ha ottenuto la promessa di ratifica da parte del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan).

Al segretario generale, Jens Stoltenberg, è toccato il compito di spiegare ai giornalisti quanto sia importante il passo compiuto e come in realtà le cose siano cambiate molto rispetto alla dichiarazione di Bucarest del 2008, quando la Nato aprì le sue porte - sulla carta - a Kiev. "Oggi abbiamo rimosso il requisito del piano d'azione per l'adesione" e questo "trasforma un processo, che si è sempre basato su due passaggi, in un solo passaggio", ha spiegato.

"Non è stata una decisione facile da prendere, sono lieto che gli alleati abbiano trovato l'accordo", ha assicurato. "Una seconda differenza" rispetto al documento del 2008 "è che adesso abbiamo un programma su come sostenere e aiutare l'Ucraina ad avvicinarsi alla Nato. Si tratta dell'interoperabilità" con le forze armate Nato, "ma anche del rafforzamento dei nostri legami politici". Inoltre, ha aggiunto, "nel testo che abbiamo concordato oggi, si fa riferimento al fatto che i ministri degli Esteri valuteranno regolarmente i progressi" di avvicinamento di Kiev all'alleanza euroatlantica.

"L'ultima differenza è che nel 2008 l'Ucraina era piuttosto lontana dalla Nato, ma quanto successo da allora l'ha già avvicinata molto".

Per l'ex premier norvegese dunque "il processo per l'adesione è stato velocizzato". E, in risposta a Zelensky, ha spiegato che "in un nessuno processo di adesione e' stato mai stabilito un calendario, si tratta di un percorso per condizionalità". Dunque non è vero che sia senza precedenti. Ma in estrema sintesi, Stoltenberg ha ammesso quello che pensano ma non dicono tutti: "Tutti gli Alleati sono d'accordo che quando una guerra è in corso non è il momento per fare dell'Ucraina un membro a pieno titolo dell'Alleanza".

D'altronde lo aveva chiarito già al suo arrivo al summit nella capitale lituana: "Dobbiamo andare per obiettivi e priorità. E ora la priorità è fare in modo che l'Ucraina vinca, perché se perde non avrà alcun senso parlare di Nato o adesione". L'Ungheria che finora - insieme alla Turchia - ha tenuto bloccata pure l'adesione della Svezia aveva chiarito che era "fuori discussione parlare ora di Ucraina nella Nato".

È passata dunque la linea del presidente americano, Joe Biden, che ha insisto sulla necessita' di discutere l'adesione dell'Ucraina solo in futuro e di impegnarsi nel presente sul sostegno continuando la fornitura di supporto, militare e finanziario. E gli alleati non si sono tirati indietro: la Francia ha annunciato la fornitura dei missili a lungo raggio Scalp con una gittata di 250 chilometri, la Germania un altro pacchetto di armi da 700 milioni di euro.

Il pacchetto di aiuti all'Ucraina

"Oggi gli Alleati hanno concordato un pacchetto di tre elementi per avvicinare l'Ucraina alla Nato. Innanzitutto, un nuovo programma di assistenza pluriennale per l'Ucraina. Consentire la transizione dall'era sovietica agli standard, all'addestramento e alle dottrine della Nato", ha spiegato Stoltenberg. "Per aiutare a ricostruire il settore della sicurezza e della difesa dell'Ucraina. E per coprire esigenze critiche come carburante, attrezzature per lo sminamento e forniture mediche".

"In secondo luogo, un nuovo Consiglio Nato-Ucraina, un forum per le consultazioni in caso di crisi e il processo decisionale, dove ci incontreremo alla pari", ha aggiunto. Infine, gli Alleati hanno "accettato di rimuovere il requisito per un piano d'azione per l'adesione. Ciò cambierà il percorso di adesione dell'Ucraina da un processo in due fasi a un processo in un'unica fase", ha assicurato Stoltenberg. "Nessuno conosce meglio di te la situazione che stiamo affrontando", cosi' lo aveva 'benedetto' Biden al suo arrivo. AGI

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