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Martedì, 05 Settembre 2023 08:11

L'incontro Putin-Erdogan non sblocca lo stallo sul grano

Written by  Marta Allevato
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Putin ed Erdogan a Sochi Putin ed Erdogan a Sochi

Colloquio di tre ore a Sochi. Il leader di Mosca: "Le nostre condizioni non cambiano". Ue: "Ci aspettiamo che Mosca torni al più presto a un'intesa sui cereali". Kuleba: "Non ci si può fidare dei russi". 

Russia e Turchia non hanno raggiunto un accordo sulla questione chiave dei negoziati di Sochi, tra i presidenti Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan: la ripresa dell'accordo sul grano.

Ribadendo che Mosca si è ritirata dall'intesa - mediata da Onu e Ankara - perché "costretta" dagli impegni mancati dell'Occidente, Putin si è detto ancora una volta disposto a rientrare nell'accordo, solo quando verranno soddisfatte le condizioni accordate a Mosca, tra cui la rimozione delle restrizioni all'export dei prodotti agricoli e fertilizzanti russi.

Questo nonostante Erdogan fosse arrivato a Sochi con un pacchetto di nuove proposte preparate insieme all'Onu per ricollegare la filiale della banca agricola russa al sistema Swift e sbloccare i beni congelati delle aziende russe che producono fertilizzanti in Europa.

"Crediamo che i punti mancanti vadano risolti e che l'accordo continuerà. Sono ottimista sul fatto che potremo raggiungere una soluzione con i nuovi sforzi dell'Onu", ha detto il presidente turco.

La Russia è pronta a nutrire gratis l'Africa 

In conferenza stampa dopo i colloqui di tre ore, il leader del Cremlino ha ridimensionato l'impatto sui mercati internazionali della sospensione dell'intesa - da cui la Russia si è ritirata il 18 luglio - e ha annunciato che nelle prossime settimane inviera' a 6 Paesi africani forniture gratuite di derrate alimentari.

A ciascun Paese (Burkina Faso, Zimbabwe, Mali, Somalia, Repubblica Centrafricana ed Eritrea) saranno fornite dalle 25 mila alle 50 mila tonnellate di cereali. 

Il leader del Cremlino è tornato ad attaccare l'Ucraina per avere, a suo dire, utilizzato il corridoio attraverso il quale trasportava il grano attraverso il Mar Nero "per attentati terroristici contro installazioni civili e militari russe" e non per scopi umanitari.

Ha nuovamente sostenuto che l'Occidente ha "ingannato" la Russia riguardo agli obiettivi umanitari dell'accordo, che consisteva nel fornire assistenza ai Paesi in via di sviluppo, affermando che, dei 32,8 milioni di tonnellate esportate dall'Ucraina, "più del 70% è andato ai paesi ricchi, principalmente dell'Unione europea e solo il 3% alle nazioni che hanno realmente bisogno di aiuti alimentari".

Kiev: "Non ci si può fidare della Russia"

L'agenzia Unian ha parlato di "fallimento". "Erdogan non è riuscito a convincere Putin", ha scritto la testata ucraina. Kiev ha lamentato che si discutesse della ripresa dell'accordo in sua assenza, mentre Erdogan da Sochi le lanciato un invito perentorio ad "ammorbidire il suo approccio per intraprendere passi congiunti con la Russia".

"La nostra posizione è molto semplice: l'Iniziativa del Mar Nero (come si chiama tecnicamente l'accordo per l'export sicuro di grano ucraino) deve essere ripristinata", ma non deve essere soggetta "ai capricci e ai ricatti della Russia", ha dichiarato il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.

"Non ci si può fidare della Russia e dobbiamo sviluppare corridoi alternativi per il grano dal Mar Nero", ha aggiunto il capo della diplomazia, dopo che sia Putin che Erdogan avevano già chiarito che "non esiste un'alternativa sostenibile, sicura e duratura all'Iniziativa del Mar Nero". AGI

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