In Francia, nel mezzo di una crisi politica storica, la complessa missione di formare un governo nonostante la frammentazione del Parlamento e l'alto rischio di censura è stata affidata a Michel Barnier, presentato dalla stampa d'Oltralpe come un "uomo di consenso" e di "lunga esperienza politica".
Barnier, 73 anni, diventa il più anziano primo ministro della V Repubblica alla direzione di Matignon, subentrando al più giovane, il 35enne Gabriel Attal, nominato otto mesi fa e dimessosi 51 giorni fa. L'ex commissario europeo è un membro di spicco del partito della destra gollista di Les Républicains (Lr), anche se al suo interno non è riuscito a creare consenso. Barnier è stato sconfitto alle primarie del partito Les Républicains per le elezioni presidenziali del 2022. È inoltre rinomato per essere un buon mediatore, al punto che il suo nome è circolato per succedere a Jean-Claude Juncker a capo della Commissione europea, nel 2019.
È stato il capo negoziatore dell'Unione Europea sulla Brexit quando il Regno Unito ha lasciato il blocco continentale. In precedenza, è stato ministro in diversi governi di destra in Francia negli anni '90 e 2000 - sotto la presidenza di Jacques Chrirac - in cui ha assunto diversi portafogli tra cui Affari europei, Ambiente, Agricoltura e Affari esteri. È stato due volte commissario europeo, responsabile delle politiche regionali e del quadro finanziario (1999-2004), poi responsabile del Mercato interno e dei servizi (2009-2014).
Più recentemente, questo gollista centrista aveva inasprito il suo discorso sull'immigrazione in Francia, sostenendo l'idea di una "moratoria" e arrivando al punto di mettere in discussione la Corte di giustizia europea in nome della "sovranità legale". AGI