ANNO XIX Luglio 2025.  Direttore Umberto Calabrese

Sabato, 10 Settembre 2016 00:41

La Crocifissione e il realismo di Guttuso al Quirinale

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Particolare della Crocifissione di Renato Guttuso (1940-41), Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea Particolare della Crocifissione di Renato Guttuso (1940-41), Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea

La Crocifissione di Renato Guttuso, una delle sue opere più famose e uno dei quadri più significativi del Novecento italiano, è la 'star' della mostra 'Guttuso. Inquietudine di un realismo', allestita al palazzo del Quirinale, nella Galleria di Alessandro VII, da domani al 9 ottobre.

Una mostra che ha la particolarità di riunire i quadri di Renato Guttuso di ispirazione religiosa e offre un’inedita prospettiva per penetrare più a fondo le opere dell’artista. L’esposizione è a cura di Fabio Carapezza Guttuso, Presidente degli Archivi Guttuso, e di Crispino Valenziano, Presidente della Accademia Teologica via pulchritudinis, ed è resa possibile dal sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dei Musei Vaticani, del Museo Guttuso di Bagheria, della Camera dei Deputati e di prestigiose collezioni private. L’organizzazione è affidata a Civita. Il catalogo è a cura di De Luca Editori d’Arte.

In occasione della presentazione al Premio Bergamo nel 1942 la Crocifissione suscitò un grande dibattito; ecclesiastici autorevoli, giudicandola blasfema, proibirono ai chierici di guardare l’opera, pena la sospensione a divinis. Monsignor Crispino Valenziano, teologo costantemente vicino all’arte, proprio dalla Crocifissione ha iniziato l’esegesi delle opere dell’artista, per proseguire nella disamina di Spes contra spem, Il Legno della Croce, la Cena di Emmaus, fino agli Studi di Crocifissione, proponendo una nuova chiave di lettura: "… di Guttuso mi interessa il credere cristiano complicato a suo modo nell’opera della sua arte”, scrive in un suo saggio titolato 'Guttuso credeva di non credere'. Valenziano si sofferma sulla produzione artistica di Guttuso sottolineando come "dalla virtualità religiosa del suo realismo sociale" si giunga "alla sua conoscenza riflessivamente operativa delle Scritture e delle tradizioni connaturate al nostro radicamento culturale", e infine "alla sua disponibilità e adesione a realizzare opere che hanno nella liturgia la loro causalità originante, la loro identità materiale e formale e la motivazione finale della loro struttura e funzione".

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