Alla presenza dell'Assessore comunale alla Cultura Sandro Repetto, presso l'Antico Municipio di Bolzano si è tenuto l'8 settembre scorso un dibattito in occasione della prima presentazione della monografia: "Der Riss" (La lacerazione) di Paolo Emilio Petrillo, giornalista romano e corrispondente germanico di varie testate nazionali, dedicata all'8 settembre 1943 e al significato di questa data rispetto ai rapporti italo-tedeschi, sino ai giorni nostri. Alla tavola rotonda, moderata dal giornalista Lucio Giudiceandrea, hanno preso parte Luigi Vittorio Ferraris, già ambasciatore italiano a Bonn nonchè apprezzato intellettuale e pubblicista e Hannes Obermair, direttore dell'Archivio Storico cittadino che ha coorganizzato la serata assieme all'editore Alphabeta, per la cui collana il libro è stato pubblicato.
"La discussione -sottolinea Obermair- ha ripercorso la genesi del libro che raccoglie testimonianze originali e le contestualizza nel più ampio panorama degli eventi bellici del secondo conflitto mondiale. L'armistizio italiano con gli alleati e l'occupazione nazista nonché l'ultimo regime mussoliniano da parte del Reich, con il nazifascimo di Salò, fecero da sfondo agli anni più bui della storia del Novecento europeo, ma portarono anche alla lotta armata della Resistenza contro i totalitarismi. Nel dopoguerra il tema dell'8 settembre fu sostanzialmente sottaciuto, nel clima della ricostruzione, del boom economico e della guerra fredda, per tornare a galla di volta in volta nei momenti di crisi di quella "speciale relazione" che lega Italia e Germania, sfociando spesso da entrambe le parti in facili stereotipi."
Il dibattito si è concluso con una considerazione di fondo: la discussione europea contemporanea non può prescindere dallo sguardo oggettivo verso i fatti storici, anche quelli più nefasti. A tal riguardo, si è detto, proprio le recenti iniziative storiche bolzanine - con l'istituzione di coraggiosi percorsi espositivi come quello presso il Monumento alla Vittoria - si rivelano particolarmente preziose per formare la coscienza critica anche delle nuove generazioni.
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