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Martedì, 27 Settembre 2016 16:25

Carosino (Taranto) Mina De Santis : “sulla sagra del vino, la minoranza non ha argomenti”

Written by  Mina De Santis
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Riceviamo e pubblichiamo integralmente nota pervenuta dalla consigliera delegata allo spettacolo dell’Amministrazione comunale di Carosino

Tanto tuonò che alla fine piovve. Finalmente la minoranza del Consiglio Comunale di Carosino si è espressa, sulla Sagra del Vino 2016. Anche se, a onore del vero, parla di tre anni di sagra.

Diciamo finalmente, non perché la maggioranza fosse in ansiosa attesa di commenti e appunti negativi sulla manifestazione più importante del paese, ma perché se la minoranza come tutti i buoni carosinesi ha a cuore la Sagra del Vino, avrebbe potuto, nello spirito di collaborazione da essa tanto decantato, aiutare per lo meno a promuovere l’iniziativa e Carosino stesso, facendone una pubblicità positiva e non denigratoria.

Ciò nonostante è stato registrato un grandissimo afflusso di visitatori che hanno riempito il centro storico durante tutte e tre le serate; entusiasti di tutto ciò che vi era nel contesto: dalla presenza di numerose cantine che hanno offerto una vastissima gamma di vini ed etichette; dalla gastronomia di qualità molto diversificata; dagli spettacoli che hanno coinvolto molti artisti e band locali che abbracciavano vari stili musicali e quindi spettatori ed amatori di tutte le età e tutti i gusti; dalla bellezza della fontana monumentale dalla quale zampilla vino, peculiarità di Carosino, sulla quale si vuol fondare un rilancio del paese sul piano economico, artistico e turistico.

Cosa ha fatto, in realtà la minoranza? Si è espressa sulla Sagra del Vino in due modi: con un’interpellanza,  nella quale chiede addirittura un Consiglio Comunale speciale e con un comunicato stampa sulla Gazzetta del Mezzogiorno; entrambi contengono informazioni distorte ed in alcuni casi del tutto errate e quindi al limite della diffamazione, e per di più hanno per oggetto alcuni post pubblicati sul noto social network Facebook “contro” un amministratore, immediatamente poi eliminati dallo stesso autore in quanto inesatti è appunto diffamanti. Le domande nascono spontanee...

Se discutibili sono i post apparsi su Facebook riguardanti il consigliere in questione, non è altrettanto discutibile che una minoranza basi la sua opposizione su dei post apparsi su un social network e poi peraltro eliminati? Non è riduttivo per una minoranza, basare la propria politica su ciò che dei giovani scrivono su un social network, invece di consultare gli atti amministrativi che si riferiscono agli eventi raccontati sui social, ché invece sono i fatti? Non è altrettanto assurdo che nella minoranza ci siano conoscitori della legge e che non si siano prima accertati della verità dei fatti? Il post a cui si fa riferimento contro un amministratore è stato scritto dal leader di una band ospite della Sagra 2015 e non della Sagra 2014, come sostiene invece la minoranza.

La band in questione nel post faceva riferimento all’amministratore solo in quanto consigliere delegato allo spettacolo. Infatti la Sagra del vino 2015 era in effetti stata organizzata sulla base di un programma stilato dall’Amministrazione comunale, ma poi era stata affidata (e non subappaltata come invece citava il post) ad una ditta responsabile di tutta la parte contrattuale ed economica dell’intera manifestazione (band, cantine, stand, calici, manifesti, ecc.) dal momento della sottoscrizione dell’affidamento.  Fatti questi che dovrebbero essere noti ai consiglieri perché agli atti.

Semmai fossero stati di rilevanza politica i post di Facebook, la minoranza avrebbe dovuto allegarli all’interpellanza per intero e non solo in parte, così da dare un quadro più chiaro e comprensibile delle accuse che intendevano rivolgere all’amministratore.

Nell’interpellanza e nel comunicato stampa la minoranza fa, inoltre, riferimento a dei post che invece ha scritto su Facebook lo stesso consigliere, in merito ad alcune problematiche fin troppo evidenti da tempo nel paese. Partendo dal presupposto che il profilo Facebook del consigliere è personale e non istituzionale, in Italia vige comunque la libertà di pensiero e parola, sempre se le dichiarazioni che si fanno non siano diffamanti contro terzi. Per onor di cronaca l’amministratore nel post scriveva: “...mi sento in dovere di dissociarmi da ogni forma di abusivismo che si dovesse verificare, per rispetto dei commercianti...” Le domande anche in questo caso sorgono spontanee...

Dov’è il reato denunciato dalla minoranza? Il verbo “dovesse” non è forse un congiuntivo imperfetto, che è la forma verbale della lingua italiana che ha ruolo importante nella formulazione del periodo ipotetico? Quindi è un’ipotesi non una realtà constatata! Gli amministratori non sono ancora stati dotati di paletta e distintivo, quindi non sono le figure deputate a garantire la legalità, mentre devono invece lavorare nella legalità e prendere decisioni politiche seguendo la legge.

Forse ciò che ha infastidito è che il consigliere che ha fatto quelle dichiarazioni su Facebook ha messo in evidenza una problematica radicata a Carosino da tempo, protagonista purtroppo di tante Sagre del Vino di anni fa, durante le quali il centro storico perdeva di decoro a causa dei fumi che in alcuni casi disturbavano anche gli spettacoli. Da 3 anni a questa parte ciò sembra non esserci più, segno che questa Amministrazione si è attivata e si sta attivando prendendo provvedimenti in merito al tema “abusivismo”.  Strano che su tale tema l’opposizione non si sia mai espressa, né politicamente né come liberi cittadini.  Ai cittadini riflessioni e deduzioni.

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