Così il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, sul racconto della morte del padre al pronto soccorso dell'ospedale San Camillo di Roma, descritto da un cronista di 'Askanews' in una lettera destinata al ministro. Sarebbero del tutto mancati privacy e dignità nella gestione dell'anziano paziente terminale. Il ministro ha risposto a margine di un'audizione alla Camera.
Nella sua lettera, come si legge sul sito di 'Askanews', il giornalista scrive a 3 mesi di distanza dal decesso del padre malato di cancro terminale, deceduto "dopo 56 ore, passate interamente in pronto soccorso". "Abbiamo protestato, chiesto una stanza in reparto o in terapia intensiva, un posto più riparato. Ma non abbiamo ottenuto nulla - aggiunge - Così, ci siamo dovuti ingegnare: abbiamo preso un maglioncino e, con lo scotch, lo abbiamo tenuto sospeso tra il muro e il paravento; il resto della visuale lo abbiamo coperto con i nostri corpi, formando una barriera. Sarebbe dovuto morire a casa, soffrendo il meno possibile". (Adnkronos)
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