ANNO XVIII Luglio 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Giovedì, 13 Ottobre 2016 08:19

Bergamo, Comuni fanno 'rete' per combattere gioco azzardo

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"Un progetto esemplare, che ha unito la competenza degli enti locali e la passione del volontariato, con un obiettivo comune: combattere la ludopatia.

Oggi abbiamo avuto l'ennesima prova che le risorse stanziate da Regione Lombardia sono state ben spese sul territorio e questo ci incoraggia a continuare la nostra azione contro il gioco d'azzardo patologico". Cosìl'assessore regionale al Territorio, Urbanistica, Difesa del suolo e Città metropolitana Viviana Beccalossi, team leader della Giunta in materia di ludopatia, che è intervenuta a Chiuduno (Bergamo) assieme all'assessore all'Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile Claudia Terziall'incontro "Ascoltare. Promuovere, prevenire e proteggere. Persone, famiglie, comunità - progetto di prevenzione al gioco d'azzardo patologico".

IL PROGETTO - "Il progetto illustrato oggi - prosegue Viviana Beccalossi - ha coinvolto l'Ambito territoriale di Grumello del Monte, costituito da 8 comuni, con una popolazione complessiva di quasi 50.000 abitanti e si è classificato al primo posto della graduatoria del nostro Bando, con il quale abbiamo messo a disposizione 3 milioni di euro per finanziare 64 iniziative in tutta la Lombardia. In Provincia di Bergamo, il Bando ha permesso di attivare 15 progetti per un totale di quasi 600mila euro, coinvolgendo 347 partner tra Comuni, associazioni di volontariato, scuole e parrocchie".

LE ATTIVITA' - Tra le attività messe in campo sul territorio, l'assessore Beccalossi sottolinea quella di formazione, ascolto e prevenzione, affidata alla Comunità Emmaus di Chiuduno già operante sulle tematiche da diversi anni con personale educativo, psicologico e sociale. E' stata creata una linea telefonica alla quale rispondeva personale formato in grado di rispondere anche in orari serali ed in giorni prefestivi in modo da incontrare sempre di più le disponibilità dei potenziali utenti. Gli operatori del servizio di ascolto si sono inoltre mossi sul territorio per offrire consulenza agli operatori dei servizi pubblici o privati che intercettavano persone che potenzialmente potevano avere problematiche legata al gioco d'azzardo patologico (assistenti sociali dei comuni, parrocchie, operatori dei servizi di tutela).

APPELLO ASCOLTATO - "Bergamo e provincia - conclude Viviana Beccalossi - hanno risposto con grande sensibilità al nostro appello. Per aumentare ancora di più l'efficacia della legge regionale è auspicabile che tutti i sindaci la promuovano e soprattutto la applichino, in quanto rappresenta lo strumento più forte ed efficace che abbiamo contro questa piaga sociale".

TERZI: PARTIRE DALLA SCUOLA - "Visto che, numeri a parte, siamo qui con i ragazzi, è giusto fare i complimenti a loro per il progetto - spiega l'assessore regionale Claudia Terzi -. Sono convinta che il gioco d'azzardo si combatta prima di tutto a scuola. L'azzardo non è un gioco. Non si migliora fisicamente, non ci si diverte. Semmai si rischia di finire in un circolo vizioso dove a perderci non sono solo i ragazzi, ma anche i loro amici e le loro famiglie".

PERICOLOSA DIMESTICHEZZA - "Vedete c'è qualcosa anche a cui pensiamo poco: i bambini, anche quelli più piccoli, hanno già dimestichezza con telefonini e ipad - fa presente Terzi-. Lì trovi le prime forme di azzardo: con le app e giochi da scaricare a pagamento e altri soldi per migliorare le prestazioni del proprio gioco. Ecco perché partire fin da piccoli a far capire che con l'azzardo si rischiano soldi e benessere psicofisico è strategico".

INIZIARE FIN DA PICCOLI - "Sarebbe bello pensare, dunque, e lo dico come stimolo, immaginare - ipotizza l'assessore - che si possa realizzare qualcosa anche con le scuole primarie, magari lavorando con dei materiali di recupero per realizzare una simbologia, degli slogan contro il gioco d'azzardo. Iniziare fin da piccoli - conclude l'assessore - significa a volte anche farli diventare una voce critica nei confronti di quei famigliari che oggi sono alle prese con quella che molti definiscono una patologia difficile poi da combatter

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