L'appuntamento referendario del 4 dicembre prossimo rappresenta una tappa fondamentale per la vita istituzionale del nostro Paese.
La riforma sottoposta alla validazione popolare si propone infatti molteplici obiettivi. Innanzitutto la semplificazione del processo di produzione delle leggi con il superamento del bicameralismo perfetto e la conseguente ridefinizione del ruolo del Senato. Semplificare, quindi, per rendere il Paese più competitivo e moderno anche attraverso una più precisa attribuzione di funzioni e ambiti di competenza tra Stato e Regioni. Rendere il Paese più competitivo e moderno non è una questione di principio ma il presupposto indispensabile per aiutare la ripresa economica e dunque l’occupazione a tutto vantaggio dei giovani senza lavoro. Per queste ragioni voterò sì.
Ciò non mi impedisce di rilevare che anche questa riforma presenta dei punti critici, forse anche perché non esiste – non può esistere – una riforma perfetta. L'abolizione delle Province, per esempio, suscita qualche perplessità poiché proprio le Amministrazioni provinciali sono entità sovracomunali cui sono affidati compiti specifici come l'edilizia scolastica e la manutenzione del sistema viario e svolgono una importante funzione di coordinamento territoriale. Non solo, le Province, al pari di Comuni e Regioni, sono state da sempre espressione della volontà popolare, quindi di quel principio di rappresentanza che regge l'assetto istituzionale italiano. Solo il tempo ci dirà se tale scelta, l'abolizione delle Province appunto, sarà stata giusta o sbagliata.
Ciò detto, rilevo con un certo stupore che la campagna referendaria si sia trasformata in un sondaggio a favore o contro l'attuale presidente del Consiglio. Il premier ha ammesso l'errore di aver personalizzato la battaglia referendaria e di questo gliene va dato atto. Confrontiamoci dunque sul merito perché è in ballo – su questo Renzi ha ragione da vendere – il futuro dell'Italia e dei nostri figli.
La politica non si fa con il risentimento e tanto meno nel nome di rendite di posizioni da difendere.
Presidente del Consiglio comunale di Taranto e Consigliere provinciale
Piero Bitetti
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