Progettato a titolo gratuito dagli architetti Andrea Marcante e Adelaide Testa (UdA Architetti), alla realizzazione del ristorante hanno contribuito gratuitamente molte imprese del settore design e arredamento.
Il ristorante sarà aperto al pubblico il venerdì e il sabato sera dietro prenotazione.
La vicepresidente del Consiglio comunale, Serena Imbesi, portando il saluto della Città, ha indicato nel progetto la volontà di superare l’emarginazione del carcere e dei suoi abitanti, facendone “luogo vivo sul territorio cittadino”.
Minervini ha espresso la speranza che questo progetto importante “galleggi” ed ha ricordato che “la bellezza è indispensabile”, perché è un antidoto al degrado che demotiva personale delle carceri e detenuti e ostacola lo sviluppo di relazioni e progetti che valorizzino e riabilitino le persone.
Per la cooperativa Ecosol, Piero Parente ha ringraziato tutti coloro, detenuti compresi, che hanno concorso al progetto “che è una testimonianza – ha detto - che se si investe, finanziariamente ma anche umanamente, si raccolgono risultati insperati”.
Paola Asso ha ricordato l’impegno della Compagnia di San Paolo per il mondo carcerario, riassumibile in termini finanziari in 14 milioni di euro erogati negli ultimi 10 anni per le carceri del Piemonte e di Genova.
Sono 230 i detenuti che al Lorusso e Cotugno lavorano alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria, “ma il problema - ha detto Minervini - è dare qualità professionale al loro lavoro” oltre che estenderlo al maggior numero di detenuti.
Il ristorante Liberamensa occupa, assieme agli altri servizi realizzati e gestiti da Ecosol, sedici persone.
Alla conferenza stampa, conclusa con un buffet, erano presenti la Garante del Comune di Torino per le persone private della libertà personale, Monica Cristina Gallo, il suo omologo a livello regionale, Bruno Mellano, Luigi Pagano provveditore per Piemonte, Liguria e Lombardia del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria.
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