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Lunedì, 19 Giugno 2017 09:13

Jean-Paul Sartre - «La Nausea»

Prendete uno studioso di storia molto solitario, un topo di biblioteca che riassume in se tutte le illusioni della cultura, non a caso è chiamato autodidatta, un ex fidanzata del protagonista, un’attrice trentenne ormai mantenuta dall’amante di turno.

Cosa ne fa il filosofo francese? Li trasporta nelle loro azioni quotidiane, fino al limite della sopportazione per poi farli scadere, perdere goccia a goccia il proprio passato, facendoli sprofondare sempre più in uno strano e losco presente che non trova giustificazione al vivere.

La Nausea è uno stadio nel quale entra il protagonista Roquentin, una sorta di metamorfosi insinuante e dolcemente orribile di ogni sensazione; è la Nausea che vi prende ad ogni tradimento e vi fa galleggiare in una tiepida palude temporale: è stato Roquentin a cambiare? O è stato il mondo? Mura, giardini e caffè vengono bruscamente assaliti da nausea; altre volte Roquentin si sveglia in una giornata malefica: qualcosa è in putrefazione nell’aria, nella luce, nei gesti della gente.L’ultimo stadio è il disincanto della natura di cui prevede prossimi cataclismi ed allora scatta l’impegno. Che fare? chiamare in aiuto altri uomini? Ma gli altri uomini sono gente dabbene: si scambiano gran scappellate e ignorano d’esistere. E’ come se il disco della vita torni indietro e riparti in avanti, mentre il protagonista esce dall’aggressione della nausea ed intravede una possibilità, un’esile possibilità di accettarsi.

Jean-Paul Sartre, nobel per la letteratura, che rifiutò come altre onorificenze, nasce nel 1905 a Parigi, dove vi muore nel 1980. Lo ricordiamo come filosofo, uno dei massimi esponenti dell’esistenzialismo ateo che guarda a sinistra. Ha diviso con Simone de Beauvoir - conosciuta nel 1929 all’École Normale Supérieure - la propria vita sentimentale e professionale. Si può dire che Sartre sia stato quello che ha dato vita, suo malgrado, ad un modello culturale, diffuso anche oggi, dove un pensiero filosofico tecnico e austero straordinariamente trovò, nel grande pubblico, una eco inaspettata. Il romanzo la Nausea è un sottile inno alla libertà, quella che coniuga in sé il socialismo, anche se il filosofo non riuscendo, come altri intellettuali, a rifiutare sia il comunismo che capitalismo insieme, resterà marxista. Ma come intellettuale Sartre ha ispirato il ’68, il maggio francese, ed oggi starebbe benissimo, e chissà che non vi aleggi il suo spirito, nelle piazze di questa Europa indignata.

Published in Taranto

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