ANNO XVIII Giugno 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Venerdì, 14 Luglio 2017 00:00

Liu Xiaobo «Internet è il dono di Dio alla Cina» le parole del nobel per la pace morto ieri

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Nell’ottobre del 1999 sono tornato a casa, dopo tre anni di carcere. C’era un computer ad attendermi e gli amici mi spingevano ad usarlo. All’inizio non riuscivo ad abbandonare la mia stilografica.
Poi ci ho preso confidenza e oggi non posso farne a meno. La mia gratitudine nei confronti di Internet è immensa: lo dico da persona che scrive per mestiere e da cittadino che ha partecipato al movimento del 1989 per la democrazia. Internet ha reso più facile ottenere informazioni, entrare in contatto con il mondo e inviare articoli all’estero.
E’ un canale che i dittatori cinesi non possono censurare completamente: permette alle persone di comunicare e offre una piattaforma per l’organizzazione spontanea. L’accessibilità, la facilità d’uso e la libertà di Internet hanno spinto l’opinione pubblica a diventare molto vivace negli ultimi anni. Il governo può controllare la stampa e la televisione, ma non può controllare Internet. Gli scandali censurati dai media tradizionali arrivano a conoscenza dei cittadini grazie a Internet. E il governo è costretto per la prima volta a fornire informazioni, i funzionari a scusarsi pubblicamente. Internet ha la straordinaria capacità di creare star.
Può far diventare famosi attori e cantanti, ma anche gli eroi che si battono perché la verità si affermi. I cristiani cinesi dicono che, anche se i loro connazionali non hanno uno spiccato senso religioso, Dio non li abbandonerà mentre soffrono. Internet è il dono di Dio alla Cina. E’ lo strumento migliore per consentire al popolo cinese di sconfiggere la schiavitù e lottare per la libertà
* Testo tratto da un articolo di Liu Xiaobo apparso il 28 aprile 2009 su 'The Times Online'
 

E’ morto, in ospedale, ancora in stato di detenzione, il premio Nobel per la pace Liu Xiaobo: lo hanno annunciato oggi i responsabili della struttura, situata nella città di Shenyang, nel nord della Cina.

Eroe della rivolta di piazza Tiananmen, condannato nel 2008 per “istigazione al sovvertimento dello Stato”, Liu era stato trasferito in ospedale il mese scorso. A 61 anni, colpito da un cancro, era già considerato malato terminale. Inutili le pressioni occidentali su Pechino affinché fosse curato all’estero.

La Cina ha “una grave responsabilità” per la “morte prematura” di Liu Xiaobo: lo ha sostenuto oggi Berit Reiss-Andersen, presidente del comitato che nel 2010 aveva attribuito il riconoscimento.

“Riteniamo davvero grave – ha fatto sapere Reiss-Andersen – che prima di diventare malato terminale Liu Xiaobo non sia stato trasferito in una struttura dove avrebbe potuto ricevere cure mediche adeguate”.


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Read 1867 times Last modified on Giovedì, 13 Luglio 2017 19:17

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