Lo rivelanoi dati diffusi dal Ministero dell'Economia, secondo il quale ammontano a11,2 milioni i contribuenti che hanno beneficiato della misuraintrodotta dal governo Renzi. Ma chi e perché è tenuto alla restituzione delbonus 80 euro?
Innanzitutto occorre ricordare che il bonus 80 euro (o bonus Irpef), come si legge nella nota diffusa dal Mef il 28 febbraio, spetta "per untotale annuo di 960 euro(80 euro al mese)" ai i lavoratori dipendenti "che hanno un reddito complessivo fino a 24.000 euro; al superamento di tale limite il credito decresce fino ad azzerarsi al raggiungimento di 26.000 euro".
Il bonus, com'è noto, "viene attribuito dal datore di lavoro in busta paga, esclusivamente sulla base del reddito da egli stesso erogato". Al momento della dichiarazione, invece, "è necessario procedere alricalcolo del credito spettante tenendo conto di tutti i redditi dichiarati, non solo del reddito erogato dal datore di lavoro".
Se infatti il bonus spettante "risulta maggiore di quello calcolato dal sostituto d’imposta è possibile far valere in dichiarazione la quota non ancora erogata; al contrario, se la quota spettante del bonus risulta inferiore all’importo già erogato,l’eccedenza deve essere recuperata in dichiarazione", sottolinea il Ministero.
Sono dunque tre le tipologie dicontribuenti tenuti a restituire il bonus 80 euro, ovvero:
- coloro che hanno percepito unreddito inferiore agli 8.174 euro(la no tax area, per intenderci). Queste persone non hanno diritto al bonus in quanto incapienti;
- coloro che hanno percepito unreddito superiore ai 26.000 euro, che corrisponde al limite fissato dalla legge;
-coloro che hanno sbagliato la compilazione della dichiarazione dei redditimodello 730 precompilato a causa di errori propri o commessi dall'Agenzia delle Entrate.
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