ANNO XVIII Giugno 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Sabato, 20 Maggio 2017 07:37

Taranto – Elezioni, l’urbanista Vezio De Lucia tifa per la squadra di Sebastio, «la città vi meriti»

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La sala è lunga e stretta, trenta o quaranta sedute e posti in piedi. I due giovani fremono attardati a curare ogni particolare dell’audio e delle slides con poche parole, essenziali per il tema da convegno, una bella spuntata di sale in una campagna elettorale smorta, dove si fa fatica a capire da che parte andiamo.

Salvatore Romeo e Stefania Castellana, si passano in tandem il gelato per parlare dell’urbanistica a Taranto. Sarà Vezio De Lucia a offrire di loro i curricula adeguati, Romeo primo borsista all'università di Napoli sul tema della siderurgia mondiale, sulla quale è davvero esperto indiscusso e Stefania Castellana, storica dell'arte moderna con qualche incursione nell'arte del novecento, già conosciuta nel suo ambiente come ricercatrice.

I due giovani partono da Impastato quando il militante ucciso dalla mafia parla delle nostre città come della grande bruttezza, alla quale, sottolinea Romeo, ci siamo talmente abituati che non ci facciamo più caso. Eppure la città è comunità pulsante di umori e di storia, piccola e grande di donne e uomini, come richiama la Castellana quando parla di restauro conservativo che non è ricreare un museo, ma ricollocare il passato nel futuro con i caratteri identitari.  E un refrain costante nei due il richiamare l’esperienza delle giunte Stefàno, per quello che era pur previsto e doveva essere fatto e non lo è stato. Negligenza, incapacità, impossibilità? Il convegno non dà risposte, parla così, tirando somme in rosso, come della metropolitana di superficie, per parlare di mobility urbana, recuperando tratti ferroviari abbandonati, che pure era impegno dell’Amat – che però aveva anche 100 autobus da rottamare - .

Viene fuori il grande tema dell’estensione della città, del consumo di suolo, dell’impermeabilizzazione che non fa arrivare la pioggia nel sottosuolo e crea laghi artificiali. Temi di ecologia urbana che abbiamo spesso affrontato nella testata.

I due candidati della lista In Comune per Sebastio scaldano temi e questioni offrendo all'urbanista Vezio De Lucia la palla.  L’urbanista (nella foto qui viene intervistato), quasi ottantenne, è un combattente per l’urbanistica da rete, movimento, associazioni come Italia Nostra, ha curato piani provinciali e piani regolatori in giro per l’Italia, oltre a essere per lavoro, professore universitario, funzionario ministeriale, e anche assessore all'urbanistica e altro. Quello che serve per capire che quando parla è davvero un autorità del suo campo. Esperti spesso non ascoltati, come furono non intesi da una città che usciva dalla crisi, quegli urbanisti chiamati dall’Arci nel 1973 contro il raddoppio dell’Italsider.  

La bordata di Vezio De Lucia è al sindaco uscente sul progetto inconcludente di Invitalia per la città vecchia e del quale i tarantini hanno letto tanta storia sui media locali, che offriva il tutto come una sorta di miracolo sulla 34a strada. Vezio dice:” questa società interamente pubblica, fa un bando per la città vecchia senza inquadralo in una prospettiva seria, e nel bando c’è un giudizio negativo sul piano di risanamento di Blandino - al quale dovrete dedicare una statua equestre -  che rappresentò il primo piano di risanamento che contemplava l’edilizia residenziale del centro storico, in Italia, in Europa e si può dire nel mondo. Bologna, il cui centro storico ha avuto questo impostazione ed evoluzione riconosciuta nel mondo è arrivata dopo Taranto.

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E questo giudizio vergognoso è riportato in un bando sottoscritto dall'amministrazione Stefàno”.  Vezio riprende le note urbanistiche dei due relatori sull’estensione urbana e dice una cosa essenziale: “andate nei quartieri con un pennarello rosso e circoscrivete l’abitato, stop all'espansione, tutto il lavoro deve riguardare il risanamento dell’esistente”.  Un principio cardine del mattone recuperato che è l’animus dell’urbanistica dal ‘700.

Un risanamento che mette al primo posto il cittadino e il suo bisogno di avere un tetto che non sia quello squallore dell’edilizia popolare che fa storcere il naso agli urbanisti, ma che diventa essenziale, quasi necessario per l’isola, che va ripopolata di persone, artigiani e negozietti, e non le stravaganti idee di Invitalia di fare resort con terrazze sul mare per ricchi e tutto il resto annesso a questo.  Un bell’assist al candidato Sebastio che spesso Vezio ha chiamato “sindaco” ricevendo il suo scherno. Un recupero dell’isola che guarda a un km l’Ilva. Su questo tema, l’ex pm che per due volte ha portato l’acciaieria in tribunale, è chiaro nel suo programma, il sindaco non ha potere di politica industriale, ma ha il dovere sacrosanto di tutelare la salute e chiedere il rispetto delle regole a tutti. Ma se lo Stato crea impunità le mani sono legate, diciamo noi, ma questa non è la conclusione del tema che abbiamo sviscerato.  

Resta quello della città vulnerata con i dislivelli nel borgo umbertino, le periferie estese con quelle fasce periurbane dove non c’è più la città e non c’è ancora la campagna. Ecco mettere ordine in questo, creare parchi urbani e archeologici, utilizzare le dismissioni demaniali per la cultura, il patrimonio librario, i centri di studio, per attirare il turismo culturale, meno caciarone e più mirato al bello. Questo futuro ci piace. 

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