ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Domenica, 13 Novembre 2016 04:09

L'esercito di Alessandro con sagacia sconfigge quello di Dario

Written by 
Rate this item
(0 votes)

Gli analisti che hanno studiato le elezioni statunitensi hanno commesso un grave errore e ancora non hanno capito il vero V.A. della vittoria di Trump.

Certo la collera di una parte della popolazione costretta a vivere con paghe da fame hanno un peso, ma secondo la mia tesi la vittoria di Trump è da ascrivere al suo vice presidente, tutti lo hanno sottovalutato per puntare gli occhi sull'Istrione Trump. Il suo vice Mike Pence ha saputo coagulare intorno al candidato Trump, l'ala della destra repubblicana la più conservatrice della corrente evangelica. Chi ha veramente messo in gioco la sua persona non è Trump ma il vice presidente Mike Pence che è riuscito a convincere la numerosa comunità evangelica a votare per Trump, l'uomo bizzarro. Pence è stato talmente abile, da portare in dote a Trump i voti della destra repubblicana, che si identifica con l’ala più conservatrice della corrente evangelica, quella ostile verso l'aborto, quella che rinnega matrimoni tra lo stesso sesso, quella che soffre la presenza dei messicani e che mal digerisce gli afroamericani. Pence ha avuto il suo tornaconto, da sconosciuto governatore dell'Indiana, ha ottenuto una notevole esposizione mediatica che oggi lo porta ad essere il Vice di Trump.


Certo per Pence ora viene il compito più gravoso, sarà capace un monaco soldato della destra religiosa americana di essere l'uomo trascinatore del Congresso, visto che non può contare sul sostegno di Trump privo di esperienza politica? Per lui sarà una grande sfida. Trump di Pence si può fidare, è l'uomo salito agli onori della gloria da piccolo governatore di un povero stato. Al contrario di Trump non è un uomo impulsivo e vulcanico, lui è un uomo posato, riflessivo e sobrio. È stato scelto dal vertice repubblicano per arginare le intemperanze e gli eccessi di Trump. In più occasioni ha smussato gli interventi dirompenti di Trump, il più eclatante quando ha convinto Trump a non continuare sulla cittadinanza di Obama.

Ricordiamo che non c'era occasione in cui Trump accusava Obama di aver mentito sul suo luogo di nascita e pertanto era un presidente illegittimo, in quanto nato all’estero. In moltissime occasioni ha mostrato maggior self control, come nell'unico splendido confronto con il rivale democratico Tim Kaine, in quell'occasione mise nell'angolo il candidato democratico senza colpirlo sul personale ma illustrando il programma politico su come pensa di risolvere quei temi che stanno a cuore al popolo americano, l'economia, il lavoro, la sanità, la sicurezza ecc ecc. Mike Pence, prossimo nuovo vice presidente, non ha mai abbandonato Trump neppure nei suoi momenti di difficoltà, quando è finito sotto attacco per le sue intemperanze e le dichiarazioni fuori luogo mostrate durante la campagna presidenziale. Pence è stato cocciuto ha rispedito al mittente la richiesta di chi in casa repubblicana gli chiedeva di dimettersi e lasciare Trump al suo destino, ma lui è rimasto ed ha avuto ragione. Ora chi deve temere sono proprio coloro che hanno chiesto a Pence di abbandonare Trump. Avranno un osso duro con cui convivere e per di più non possono neppure richiamarlo al dovere di scuderia visto che non è stato eletto con i voti dei repubblicani.

Sostieni il tuo quotidiano Agorà Magazine I nostri quotidiani non hanno finanziamento pubblico. Grazie Spazio Agorà Editore

Sostengo Agorà Magazine
Read 1451 times

Utenti Online

Abbiamo 1125 visitatori e nessun utente online

La tua pubblicità su Agorà Magazine