ANNO XIX Aprile 2025.  Direttore Umberto Calabrese

Mercoledì, 16 Novembre 2016 18:23

Appello al NO rivolto agli elettori all'estero

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Riceviamo dal Comitato del No  e pubblichiamo l'appello al NO rivolto agli elettori all'estero:

Elettrice ed elettore,

il 4 dicembre c’è un importante appuntamento elettorale, in grado di cambiare la storia del nostro paese: il referendum per accogliere o respingere la riforma costituzionale fortemente voluta dal governo Renzi. Si tratta di un appuntamento decisivo, destinato ad avere conseguenze per le prossime generazioni e per questo desideriamo sottoporti il nostro punto di vista che ci porta a chiederti di votare No. Tra i motivi fondamentali c’è in primo luogo quello che il presidente del consiglio si è ben guardato dal citare nella sua lettera: la riforma sopprime il diritto degli italiani residenti all’estero di eleggere i propri senatori.Con la modifica dell’articolo 57, infatti, viene eliminata la riserva dei seggi assegnati alla circoscrizione estero per il Senato, il quale, contrariamente a quanto si vuol far credere, continuerebbe a mantenere competenze importanti. Ciò è la paradossale conseguenza del fatto che la rappresentanza degli italiani all'estero non può che essere elettiva il che contraddirebbe con il nuovo senato non più eletto dai cittadini.

PERCHÉ DICIAMO NO ALLA RIFORMA COSTITUZIONALE

A nostro avviso bisogna votare no perché, essendo stata dichiarata dalla Corte costituzionale l’illegittimità della legge elettorale cosiddetta Porcellum in considerazione dell’«eccessiva sovra-rappresentazione della lista di maggioranza relativa», il Parlamento avrebbe dovuto approvare una nuova legge elettorale e poi essere sciolto. Invece, appena quattro mesi dopo la pubblicazione di quella sentenza e due mesi dopo la nascita del governo Renzi, è iniziato il duplice azzardo di una riforma costituzionale di ben 47 articoli e di una legge elettorale (l'Italicum), ipermaggioritaria, il cui esito finale - guarda caso - sarà sempre 340 deputati di maggioranza, esattamente come il Porcellum.

Ricordiamo poi le palesi violazioni proceduraliche hanno costellato il procedimento di riforma costituzionale e che hanno abbassato il disegno di legge Renzi-Boschi a livello di una qualsiasi legge ordinaria di indirizzo politico. Addirittura, sulla legge elettorale Renzi ha posto ben tre volte il voto di fiducia.

Il risultato è una riforma pasticciata che viola l’elettività diretta del Senato e il principio di eguaglianza/razionalità nella composizione del medesimo; che non prevede efficaci contro-poteri al governo (così agevolando una sorta di premierato assoluto previsto dall’Italicum) e contraddice la rilevanza costituzionale delle autonomie locali.

PER SOMMI CAPI, LA LEGGE RENZI-BOSCHI:

  • privilegia, grazie alla nuova legge elettorale (c.d. Italicum) la governabilità sulla rappresentatività prevedendo di fatto un “uomo solo al comando”.
  • contraddice la sovranità popolare, attribuendo ai consigli regionali, e non ai cittadini, il diritto di eleggere il Senato, il quale, benché sia stato privato della legittimazione democratica, mantiene la funzione di revisione costituzionale e l’assoluta sua parità con la Camera dei deputati nella funzione legislativa in alcune materie fondamentali (“nuovo” art. 70, comma 1).
  • afferma, a torto, che il Senato “rappresenterebbe” le istituzioni territoriali - cosa, questa, possibile solo negli Stati federali, mentre esse verrebbero addirittura notevolmente depotenziate.Il Senato non avrebbe natura territoriale, in quanto, per i senatori, non vi sarebbe il vincolo di mandatocome lo Stato federale tedesco, e ciascuna Regione non avrebbe lo stesso numero di senatori come negli Stati Uniti d’America. Il Senato continuerebbe ad avere natura politico-partitica né più né meno della Camera dei deputati.
  • prevede che i senatori esercitino nel contempo le funzioni di consigliere regionale e di sindaco, senza considerare che la duplicità delle funzioni impedirebbe loro l’adempimento puntuale delle importanti e onerose funzioni connesse alla carica senatoriale. Inoltre la riforma viola sotto vari profili il principio di eguaglianza e di coerenza dell’ordinamento con una serie di disposizioni irrazionali: a) sottodimensiona la composizione del Senato (100 senatori) rispetto alla composizione della Camera dei deputati (630 deputati) rendendo irrilevante il voto dei senatori nelle riunioni del Parlamento in seduta comune per le elezioni del Presidente della Repubblica e dei componenti del CSM; b) attribuisce ai 100 senatori il potere di eleggere due dei cinque giudici costituzionali mentre i 630 deputati ne eleggerebbero solo tre; c) rende possibile l’elezione a senatore dei consiglieri regionali e dei sindaci appena diciottenni diversamente dai deputati che dovranno aver compiuto i 25 anni; d) prevede la nomina da parte del Presidente della Repubblica, di cinque senatori per sette anni con il rischio della costituzione di un “partitino” del Presidente; e) estende irrazionalmente l’immunità personale ai consiglieri regionali e ai sindaci.
  • amplia il potere d’iniziativa legislativa del g, restringendo ulteriormente l'iniziativa parlamentare.
  • elimina, nei rapporti dello Stato con le Regioni, la potestà legislativa concorrente delle Regioni ingiustamente accusata dell’immane contenzioso costituzionale. Attribuisce allo Stato la competenza legislativa esclusiva in ben 51 materie. Le politiche sociali, la tutela della salute, il governo del territorio, l’ambiente e il turismo vengono attribuite alla potestà legislativa esclusiva dello Stato.

www.iovotono.it  Comitato del No!

 

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