Le loro storie, la loro mission non impossibile per dare ascolto al grido di sofferenza che viene dalle donne offese in tanti modi, fisicamente, intellettualmente, economicamente. La pioggia non ha evitato, anche se avrà scoraggiato qualcuno, di quasi riempire l’auditorium della Parrocchia Santo Spirito, un bel teatro di quartiere che andrebbe valorizzato di più. E poi c’era lei Daniela Baldassarra col suo spettacolo di un’ora e un quarto, un monologo d’alto profilo artistico che è come l’assolo di un pianista. Devi riempire tutto lo spazio scenico, avvolgere e coinvolgere lo spettatore seguendo il filo della narrazione, con le giuste pause, le giuste armonie del corpo, la mimica del volto, la parola seria, e quella semiseria, perfino grottesca. Il pubblico ride, applaude, ascolta, come un’orchestra nel golfo mistico, respira con lei, la segue con lo sguardo, partecipa ed è vero teatro signori, entrino.
E si entra nella storia di Paolo e Francesca. Una storia ascoltata tante volte anche da Benigni, che non piaceva al dantista - morto l’altro ieri - Sermonti che lo ha giudicato irriverente. Non so cosa direbbe lo studioso di Daniela, forse in lei apprezzerebbe l’idea di fare, dell’intricata storia vera della famiglia Cianciotto, occasione per parlare di amore. E sì, l’amore, quello vero che non contratta, che non pretende; amore che non ha nulla a che vedere con le storie di sesso, routine, preservativi, tecniche e posture, tutto quel bailamme che entra o è entrato nel nostro quotidiano e che Daniela sciorina in gag esilaranti com’è al suo solito, mostrando la nostra pochezza di vita che non gode davvero, s’accontenta di stadi intermedi, grigi, non vola alto.
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E cosa c’è in alto? L’autrice attrice lo dice, lo costruisce passo dopo passo accanto al Sommo Poeta, nel Paradiso…c’è l’amore, sempre l’amore.
Ieri davvero c’è stata una cosa diversa, e non poteva che essere così, non una storia di stupro o di femminicidio pur raccontate prima e dopo dalle donne di Alzaia Onlus; la diversità è legata all’idea che contro la violenza bisogna parlare di amore, perché solo il vero amore non crea violenza, non la comprende, non è nel suo DNA. E quale può essere la parola finale? Come d'incanto in una narazione dove sono entrati anche Harry Potter e Romeo e Giulietta, non poteva mancare, quello che potremmo chiamare il Sommo Attore, Eduardo, con la sua idea di cielo e di stelle che ognuno può vedere e sentire a occhi chiusi per raggiungere il martoriato cuore. Grazie Daniela.
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