ANNO XVIII Maggio 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Mercoledì, 30 Novembre 2016 00:00

Caro Benedetto XVI, papa di Gesù

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   io ti ringrazio per esserti tolto il vestito del potere e per esser stato servitore della mia gioia

(Se ben vedo, in futuro la domanda d’obbligo sarà questa: come si perviene ad una lettura appropriata della Scrittura? Nel periodo della formazione del canone, che come tale è stata la formazione della Chiesa e della sua cattolicità, Ireneo di Lione prima di tutti gli altri dovette affrontare tale questione, nella cui soluzione si decide la possibilità o l’impossibilità della vita cristiana. Ai suoi tempi Ireneo riconobbe che il principio del cristianesimo dell’adattamento e dell’illuminazione (la cosiddetta gnosi), che allora minacciava la Chiesa alle fondamenta, fu la divisione tra Bibbia e Chiesa).

Ti do del tu da cristiano, credente e praticante, grazie anche a questa tua scelta, annunciata il mercoledì delle Ceneri del 2013, che mi spoglia da ogni imbarazzo.

La fede c’è ancora in mezzo al popolo di Dio.

Infine sono diventato sempre più consapevole che Dio stesso non è soltanto, diciamo, un sovrano onnipotente, una potestà lontana, ma è amore e mi ama e di conseguenza dovrebbe essere la bussola della mia vita. E io devo lasciarmi guidare da Lui, da questa forza che si chiama amore.

Queste sono le parole che hai detto a Peter Seewald in Ultime conversazioni a pag. 226 pubblicate da Garzanti nel settembre 2016, che ti qualificano ‘il papa di Gesù’ nella terza parte.

È la qualifica più bella!

-Il mio programma di governo-, annuncia Benedetto XVI il 22 aprile 2005, nell’omelia della messa solenne d’inaugurazione del pontificato, è “quello di non fare la mia volontà, di non perseguire le mie idee, ma di mettermi in ascolto, con tutta quanta la Chiesa, della parola e della volontà del Signore e lasciarmi guidare da Lui.” E aggiunge: “Non siamo il prodotto casuale e senza senso dell’evoluzione. Ciascuno di noi è il frutto di un pensiero di Dio. Ciascuno di noi è voluto, ciascuno è amato, ciascuno è necessario”.

A me piace di essere frutto di un pensiero di Dio. Mi piace la vita che mi ha dato. Oggi è una gioia guardar indietro per scoprire l’archeologia del linguaggio, conservata da www.agoramagazine.it da ultimo con “Buon”

http://www.tellusfolio.it/index.php?prec=%2Findex.php&cmd=v&id=20648

Qua, io sono molto curioso di sapere da te: fosti tu o fu san Giovanni Paolo II a scrivere l’enciclica Veritatis splendor? Ovvero: quanta farina del tuo sacco entrò nel suo? La mia curiosità combina con quello che potrebbe essere un miracolo del tuo predecessore. Il 30 marzo 2005, il segretario di Stato del Vaticano, mons. Gabriele Caccia, mi scrisse questa lettera che conservo:

Pregiatissimo Signore,

         con cortese biglietto, Ella ha recentemente fatto pervenire al Sommo Pontefice l’omaggio di una pubblicazione.

         Il Santo Padre ringrazia per il dono e per i sentimenti di venerazione che l’hanno suscitato e, mentre formula voti di pace e di cristiana prosperità, Le invia di cuore la propiziatrice Benedizione Apostolica, volentieri estendendola alle persone care.

Il biglietto recita:

a KAR  UL

  forza antica

grazie

al Pontefice che ha corretto Carlo.

KAR     LU invita a riconoscere la rosa di san Bernardo come RU SHA.

Forza Soggetto                                                                                SACRO UTERO

SHAMASH mostra SHA ME ASH.

    Sole                      utero ME Uno

Che il vedere l’unica lingua dell’origine (< origo< GIR U) porti alla pace.

Lunga vita alla ‘forza antica’.

Saluto il Pontefice (che non mi lasci solo).

Carlo Forin

Karol se ne andò dal Padre e la Chiesa elesse te, il suo amico. Non mi lasciò solo!

Quanto contribuisti a Veritatis splendor? Chiedo questo perché papa Francesco è campione di lotta al mondanismo spirituale ed il capitolo II di quell’enciclica titola: “Non conformatevi alla mentalità di questo mondo”.

Come papa di Gesù, avrai piacere di riconoscerlo “follìa (del) sacro” nel zumero ze.ru. Ed ancor più: “albero (del) cielo” nel nome GESH.UB.

Nel suo nome ti saluta,

                                          Carlo Forin della diocesi del beato Giuseppe Toniolo

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