Poi disse: -Dirai agli Israeliti: il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione. Esodo, 3, 13-15
La nostra generazione osserva oggi: amu ‘Io sono’ detto da Dio in
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ed in
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Io ho sottolineato l’aspetto augurale che mi fa attribuire a Dio questo amu nel 2017.
Sostanzialmente, il fatto che Dio sia amore nella concezione cristiana e che Gesù sia in ciascuno di noi, dopo di esser morto in Croce e risorto, l’Amore è.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 1,35-42.
In quel tempo, Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli
e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l'agnello di Dio!».
E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: «Che cercate?». Gli risposero: «Rabbì (che significa maestro), dove abiti?».
Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro.
Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)»
e lo condusse da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)».
L’italiano ‘amore’ è il latino amore, zumero amu.re, ‘cammino (di) amu’.
-Amu = Io sono- invita ad individuare l’ordine in cui si inserisce.
It. ordine lat. ordo zum.:
Urdu, ‘schiavo maschio’ in sumero. arad(2), urdu(2), ir3, 11 (male) slave; servant; subordinate (cf., ir3) (Akk. loanword from wardum, 'male slave, man servant' [IR11 archaic frequency 10].1 |
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-Io sono- dichiarato in un ordine fatto da schiavi maschi, mentre le femmine non sono neppure considerate, è il verbo usato dall’ente –colui che è-, dall’En, il Signore della città,
en
n., dignitary; lord; high priest or priestess; ancestor (statue); diviner [EN archaic frequency].
v., to rule.
adj., noble (cf., uru16 [EN] (-n))[1].
En è amu, ‘io sono’, e gli altri non possono neppure dire ‘amu’ senza il permesso dell’En.
lil2
n., wind, breeze; breath; infection; haunting spirit (of a place); phantom, ghost; back or open country (reduplicated li, ‘cedar scent’? r.: no! Ma eme gir, giro, di li = lil.) [KID archaic frequency: no! Ki+id, terra-dio].
v., to infect.
adj.: haunted. [2]
En Lil è il signor Vento, En Zu, la signora Luna, En Ki, il signor Terra.
ensi(3)
dream interpreter; diviner (en2, 3 , ‘enigmatic backround’ +?; cf., en3…tar, ‘to ask’; Akk. sa’ilu(m) [ENSI archaic frequency][3].
ensi2
city ruler (Old Sumerian); city governor, steward (post-Sargonic) (en, ‘lord, manager’, + si, ‘plowland’, + genitive; Akkadian issiakkum; cf., nisag2, ‘governor’) [ENSI2 archaic frequency][4].
Ensi è anche ‘signor vita’, da
shi- Emesal dialect form of zi, ‘life; throat’[5].
Ensi è ‘signor vita’ perché dispone della propria vita e di quella degli altri, schiavi.
Tuttavia, am.En, ‘che venga il Signore’ ha un potere che dura al massimo tutta la sua vita. Un signore che è finchè è vivo.
Uno solo può dire –Io sono colui che sono- oltre i signori delle città, oltre le città che non sono più, oltre le generazioni ed i popoli, come il Zumero, che, addirittura vien creduto estinto senza lasciar etimi.
[1] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 61.
[2] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 158.
[3] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 63.
[4] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 63.
[5] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006: 258.