ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Sabato, 14 Gennaio 2017 15:36

Venezuela: Conferenza episcopale - Un panorama scuro e luci per costruire un nuovo Venezuela. Accuse al Governo e appello alla società civile

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Caracas (Venezuela) - Diciassette punti per ribadire il drammatico momento che sta vivendo il Paese, ma anche per indicare alcune strade di speranza per guardare al futuro.

Così si presenta l’esortazione pastorale “Gesù Cristo luce e via per il Venezuela”, firmata da tutti i vescovi della Conferenza episcopale venezuelana (Cev) al termine di una settimana assembleare che ha visto i pastori prima riunirsi con una qualificata rappresentanza di laici e poi da soli. Nel documento si parte dalla realtà, che si presenta ogni giorno più difficile: “Una grande oscurità è calata sul nostro Paese. Stiamo vivendo situazioni drammatiche: la grave scarsità di medicine e alimenti – mai avevamo visto tanti nostri fratelli rovistare nella spazzatura in cerca di cibo! – il deteriorarsi estremo del sistema sanitario, l’alta denutrizione dei bambini, l’ideologizzazione dell’educazione, l’altissimo indice di inflazione e la conseguente perdita del potere d’acquisto, la corruzione generalizzata e impunita, l’odio e la violenza politica, gli elevati indici di delinquenza e insicurezza, il pessimo funzionamento dei servizi pubblici”.
I vescovi usano parole dure per il Governo del presidente Maduro e in particolare per “l’ostruzionismo al referendum revocatorio del mandato del presidente della Repubblica”, per il “tentativo di limitare i poteri dell’Assemblea nazionale”, “per l’ondata di repressione e persecuzione politica” degli ultimi giorni. “Solo nei regimi totalitari si disconosce l’autonomia dei poteri pubblici e si impedisce la libera manifestazione della cittadinanza”, si legge nell’esortazione. Forti le responsabilità del Governo, secondo i vescovi, anche per quello che finora è stato il fallimento del dialogo tra Governo e opposizione, al quale la Santa Sede ha partecipato con il ruolo di facilitatore: “Ringraziamo vivamente il Papa per essersi messo a servizio di questa causa e deploriamo che il suo contributo alla pace del Venezuela sia stata mal interpretata”. Perciò, “noi vescovi venezuelani, in comunione con il Santo Padre Francesco, ribadiamo le condizioni per continuare il dialogo segnalate dal segretario di Stato Vaticano, card. Pietro Parolin”. E cioè l’alleviamento della mancanza di alimenti e medicinali; un calendario elettorale definito; la restituzione all’Assemblea nazionale del ruolo previsto dalla Costituzione; la liberazione dei detenuti politici.
Per guardare al futuro, scrivono i vescovi, “è necessario generare gesti coraggiosi e iniziative innovatrici che motivino a sperare contro ogni speranza”, un compito che “compete a tutti”; si chiede ancora una volta di consentire l’arrivo di aiuti internazionali, di “riattivare l’apparato produttivo, di garantire il vigore dello Stato di diritto”, “ricostruire il tessuto sociale strappato”. Di fronte “alla disperazione regnante” la Chiesa rivolge un appello ai gruppi politici, alle confessioni religiose, alla società civile, alle università e alle scuole, ai mezzi di comunicazione “a cercare punti d’incontro che favoriscano l’articolazione delle diverse realtà in un progetto comune di Paese”.

Dialogo

Vescovi venezuelani in comunione con il Santo Padre Francesco, ribadiamo le condizioni per continuare il dialogo indicata dal Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, nella sua lettera del 1 ° dicembre 2016: "1. Alleviare grave crisi alimentare e le medicine che stanno soffrendo la popolazione. 2. Le parti concordano il calendario elettorale che permette venezuelani decidere del proprio futuro senza ritardi. 3. necessarie per ripristinare al più presto il ruolo dell'Assemblea Nazionale nel quadro delle misure Costituzione sono prese; 4. strumenti giuridici sono implementati per accelerare il rilascio dei detenuti ".

Tratto dal documento della Conferenza Episcopale del Venezuela, interamente pubblicato in lingua originale nell’edizione in lingua spagnola, di Agorà Magazine.

Giro di vite del governo Maduro contro il dissenso: Arrestati 3 oppositori

Sarebbero tre i politici di opposizione arrestati in Venezuela, in un nuovo giro di vite del governo di Nicolas Maduro contro il dissenso nel Paese, provato da una grave crisi economica. L'ondata di arresti è cominciata mercoledì notte quando la polizia, su ordine di una nuova struttura "anti-golpe" istituita dal governo socialista, ha arrestato il deputato supplente del Parlamento venezuelano e dirigente del partito oppositore Volontà Popolare Gilber Caro. Il vicepresidente Tareck El Aissami ne aveva annunciato l'arresto sulla tv di Stato, dicendo che la polizia aveva trovato un fucile ed esplosivi sulla sua automobile ad un casello autostradale. Poco dopo, in modo simile, è stato fermato un altro dissidente, un consigliere di Maracaibo, Jorge Luiz Gonzalez. Infine, ieri, è toccato ad un ex ministro della Difesa del governo Chavez, il generale Raul Baduel, accusato di una cospirazione per rovesciare l'attuale esecutivo.

L’opposizione venezuelana ha convocato per il 23 gennaio una mobilitazione nazionale, a cui ha aderito tutta l’opposizione da Henrique Capriles a Maria Corina Machado.

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