Secondo gli organizzatori, sono presenti circa 65mila persone tra il terreno di gioco, gli spalti e le vie d'accesso allo Stadio che sono anch'esse gremite. "Sono venuto come pellegrino di pace e di dialogo". Cosi' Papa Francesco si e' presentato oggi alla popolazione di Sarajevo, 18 anni dopo la storica visita di san Giovanni Paolo II, avvenuta a meno di due anni dalla firma degli Accordi di Pace di Dayton.
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"Sono lieto di vedere i progressi compiuti, per i quali occorre ringraziare il Signore e tante persone di buona volonta'". Ha aggiunto salutando "la pace e la concordia tra croati, serbi e bosgnacchi", cioe' musulmani. Ed esortando a sostenere le iniziative volte ad accrescerle ulteriormente".
Per il Papa "anche la stessa struttura architettonica" di Sarajevo dove "sorgono, a breve distanza l'una dall'altra, sinagoghe, chiese e moschee",testimonia un'attitudine alla convivenza e al dialogo, "tanto che la citta' ricevette l'appellativo di Gerusalemme d'Europa".
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La Bosnia intera, per Papa Francesco "rappresenta un crocevia di culture, nazioni e religioni; e tale ruolo richiede di costruire sempre nuovi ponti e di curare e restaurare quelli esistenti, perche' sia assicurata un'agevole, sicura e civile comunicazione".
"Abbiamo bisogno - ha detto nel discorso ai membri musulmano, serbo rotodosso e corato cattolico della presidenza tripartita - di comunicare, di scoprire le ricchezze di ognuno, di valorizzare cio' che ci unisce e di guardare alle differenze come possibilita' di crescita nel rispetto di tutti". "E' necessario - ha insisitito - un dialogo paziente e fiducioso, in modo che le persone, le famiglie e le comunita' possano trasmettere i valori della propria cultura e accogliere il bene proveniente dalle esperienze altrui". "In tal modo - ha oncluso Francesco - anche le gravi ferite del recente passato possono essere rimarginate e si puo' guardare al futuro con speranza, affrontando con animo libero da paure e rancori i quotidiani problemi che ogni comunita' civile e' chiamata ad affrontare". (AGI)