Premesso che: le risultanze scientifiche dei test di patogenicità condotti per 12 mesi dal Consiglio nazionale delle ricerche di Bari hanno accertato la non trasmissibilità del patogeno da quarantena "Xylella fastidiosa" ceppo Co.Di.Ro. alla vitis vinifera;
in data 23 novembre 2015 il comitato fìtosanitario europeo ha adottato modifiche alla decisione di esecuzione (UE) 2015/789, circa le misure contro la diffusione di Xylella fastidiosa, ristabilendo, senza restrizioni sull'intero territorio europeo, la commercializzazione delle barbatelle di vite salentine, previo uso di uno specifico trattamento a caldo prima della vendita;
con decreto del 18 febbraio 2016 il Ministero delle politiche agricole ha di fatto suddiviso l'Italia in 2 zone, stabilendo una zona indenne dalla Xylella fastidiosa e una, invece, infetta;
i servizi fìtosanitari di Algeria, Libano, Giordania e Marocco richiedono al servizio fìtosanitario italiano di specificare all'interno del certificato di esportazione che le piante o parti di esse siano state prodotte in zone dichiarate indenni dalla Xylella fastidiosa;
nel mese di novembre 2016 si è tenuto un incontro, organizzato da Civitalia, con una delegazione del servizio fìtosanitario del Marocco, allo scopo di riallacciare i rapporti commerciali di materiale vivaistico, interrotti all'insorgere del problema Xylella fastidiosa;
tale incontro con i vivaisti viticoli si è tenuto a Conegliano Veneto (Treviso), in presenza del servizio fìtosanitario veneto, ed è proseguito il giorno successivo a Rauscedo (Pordenone), in presenza del servizio fìtosanitario friulano;
all'incontro non era presente alcun rappresentante del settore pugliese, eccezion fatta per alcuni rappresentanti dei produttori, che vi si erano recati spontaneamente, ai quali però è stato "vivamente" consigliato dai colleghi friulani di non seguire la delegazione in Friuli, per non creare imbarazzo al servizio fìtosanitario friulano con i suoi vivaisti conterranei;
i funzionari marocchini, in occasione dell'incontro, erano provvisti di una cartina geografica dell'Italia, in cui era evidenziata la zona infetta e rimarcata la distanza tra Rauscedo e la provincia di Lecce;
considerato che, a quanto risulta all'interrogante:
le produzioni del vitivivaismo in terra d'Otranto sono ipercontrollate e termotrattate, tanto che in Italia nessuna realtà è in grado di garantire standard sanitari superiori alle piante prodotte in Puglia;
negli ultimi anni era notevolmente incrementato il traffico di barbatelle verso Paesi del nord Africa, considerato il dato che almeno 600-700.000 piante, ogni anno, venivano esportate da Otranto, con sempre maggiori margini di crescita;
queste attività, condotte con dedizione e competenza sul territorio di terra d'Otranto, costituiscono per il Salento un settore trainante, capace di produrre una ricchezza pari ad almeno 20 milioni di euro annui, con oltre 50.000 giornate lavorative per anno, e rappresentano il risultato di un nobile processo di ricambio generazionale, che da anni ormai è in corso in questo settore;
il vitivivaismo di terra d'Otranto è uno dei poli di maggior produzione e riferimento per una quota notevole del mercato nazionale ed estero, ma soffre ancora degli effetti derivanti dai provvedimenti adottati per far fronte all'emergenza dell'epidemia del batterio di Xylella fastidiosa tanto che dallo strutturale secondo posto, per il 2016, la regione Puglia è scesa al 4° posto nell'elenco del numero di talee innestate e di talee franche messe a vivaio (fonte CREA, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria);
le ricadute di iniziative come quelle di Conegliano Veneto e Rauscedo rischiano di essere addirittura peggiori del precedente e fortunatamente superato blocco delle barbatelle stesse;
le possibilità di crescita per il settore, relative agli effetti dei finanziamenti dell'OCM (organizzazione comune di mercato), hanno ima dimensione limitatissima nel tempo, considerato il termine stesso di questo strumento previsto per il vicino 2020,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei gravi fatti riportati;
se non ritenga necessario avviare un piano di iniziative, dal controllo a campagne di promozione e comunicazione, per evitare azioni di boicottaggio da parte dei servizi fitosanitari delle singole regioni che, nei fatti, sembrano ricorrere ad una forma di comunicazione comparativa, a giudizio dell'interrogante sleale e diffamatoria, che, oltre ad alimentare un pericolo che non esiste, si accanisce su un settore, quale quello vitivaistico della terra d'Otranto, già provato e che in tal modo rischia di continuare a pagare gli effetti negativi non della Xylella fastidiosa, ma di una presunta e arbitraria difesa da questo batterio.
RISPOSTA DEL MINISTERO
Nell’offrire gli elementi di risposta all’atto di sindacato ispettivo in esame, ritengo doveroso, in premessa, ribadire come il MIPAAF stia attuando tutto quanto è possibile al fine di tutelare il settore vivaistico nazionale e gli operatori danneggiati, direttamente o indirettamente, dal Femergenza fitosanitaria rappresentata da Xy Iella fastidiosa.
Per quanto attiene specificatamente alla problematica concernente l’interdizione all’esportazione in Marocco di barbatelle di vite originarie dell’Italia - determinata dal ritrovamento di Xylella fastidiosa in Puglia - rendo noto che il MIPAAF ha intrapreso un significativo confronto tecnico con le Autorità fitosanitarie del Marocco al fine di superare ogni criticità relativa alle misure interdittive citate.
Lo ha fatto, inviando in più occasioni dati tecnici, riferimenti normativi ed informazioni di rilevanza scientifica relativi alla presenza di Xylella fastidiosa in Italia affinché vi fossero le condizioni per rivedere le misure restrittive che stanno causando ingenti danni economici ai vivaisti italiani.
In particolare, tra queste: la mappa dell’area demarcata, nonché l’esito del test di patogenicità che ha dimostrato che il ceppo del batterio responsabile del Complesso del disseccamento rapido dell'olivo (Co.Di.Ro.) rinvenuto in Italia non attacca le piante di vite.
Altrettanto rilevante, in questa linea di azione, risulta il decreto del Ministro n.735 del 18 febbraio 2016 che ha certificato l’Italia come area indenne da Xylella, ad eccezione delle provincie della Puglia interessate.
Inoltre, ad aprile 2016, a margine della XI Sessione della Commissione sulle Misure Fitosanitarie presso la FAO, si è tenuto un incontro fra i referenti del Servizio Fitosanitario Nazionale italiano e quelli del Servizio Fitosanitario del Marocco.
Nel corso della citata riunione sono stati illustrati tutti gli aspetti riguardanti la presenza del batterio in Italia e le misure adottate dal Servizio